Il verdetto della Corte suprema rivela, una volta di più, un paese diviso in due fra le coste liberal e l’America profonda. Quella che ha votato e potrebbe rivotare Trump
Donald Trump pochi minuti dopo la storica e clamorosa sentenza della Corte Suprema che ha cancellato il diritto all’aborto negli Stati Uniti, gongolava intervistato da Fox News per la sua vittoria: «Giustizia è fatta». Stratega l’ex presidente della svolta ultra conservatrice dell’Alta corte americana con la nomina di tre giudici durante il suo tumultuoso quadriennio.
Il presidente in carica Joe Biden prima di partire per il G7 ha parlato agli americani dalla Casa Bianca condannando la decisione dei giudici costituzionali – «un tragico errore» – che hanno spogliato gli americani da un diritto fondamentale riconosciuto da quasi mezzo secolo.
Un Paese spaccato in due
In queste due fotografie c’è l’immagine di una nazione spaccata in due. Un paese polarizzato come non mai, dal 2016 dalla vittoria elettorale di Trump. Due Americhe. Gli Stati Uniti, come mostra la grafica in questa pagina e come diceva qualcuno, somigliano a un enorme hamburger. Le due fette di pane – le Coste ai due lati, sono una nazione: a maggioranza democratica, la parte più avanzata economicamente e per lo sviluppo umano e i diritti civili.
La parabola della Corte suprema
Negli anni Sessanta e Settanta la Corte Suprema americana era il volano del progresso e delle battaglie sui diritti civili, aperta alle istanze della società. Da quella sentenza del 1973, l’onda lunga delle battaglie femministe arrivò anche in Italia dove nel 1975 la Corte costituzionale depenalizzò l’aborto e si arrivò a una legge nazionale, la 194 nel 1978.
In America non si è mai riusciti in tutti questi anni ad approvare al Congresso una legge per regolare l’aborto a livello federale. Ma la sentenza della Corte Suprema del 1973 ne riconosceva il diritto. Fino a ieri. Ora si torna indietro. Tredici Stati americani hanno approvato delle leggi che vietano l’aborto, “trigger laws” pronte ad entrare in vigore dopo l’annullamento del diritto costituzionale. Ma gli Stati americani che applicheranno pesanti restrizioni al diritto all’aborto sono 26 su cinquanta. Due Americhe.
Il Texas è uno degli Stati che ha la normativa più stringente sull’aborto. La legge texana prevede taglie – sì proprio così, come nel Far West – per chi denuncia le donne che abortiscono. E prevede sanzioni per chi rilascia informazioni sull’aborto: per dire, la centralinista di una clinica che risponde al telefono a una donna che chiede delucidazioni.
Anti-abortisti in festa
Il procuratore generale del Texas Ken Paxton, alfiere dell’anti abortismo dello stato del Sud, come Trump, ieri festeggiava: ha deciso di proclamare il 24 giugno di ogni anno, da ora in poi in Texas giorno di festa statale e di vacanza dal lavoro «in memoria dei bambini mai nati».
La stessa cosa accade con il presidente cattolico Biden, il primo dopo Kennedy – i potenti americani sono cristiani evangelici di solito, la chiesa con cui si fa carriera a Washington D.C. – che subito dopo la vittoria alle elezioni nel 2020 si è visto vietare la comunione dalla conferenza episcopale americana.
Reo di essere troppo troppo vicino alle posizioni del Movimento Pro Choice, condivise da tanti cattolici di base e dalla maggioranza degli americani secondo i sondaggi, che non sono per l’aborto facile ma per la libertà di scelta delle donne.