20 Settembre 2024

GREXIT

Fonte: Corriere della Sera

L’ex ministro degli Esteri: «La cancelliera ha credito politico, agisca Non ho mai voluto la Grexit, ma non credo più a un compromesso» Il fallimento dell’euro Cosa sarebbe successo se Draghi non avesse avuto la libertà di trattare e avesse prevalso la Bundesbank? L’euro sarebbe fallito

Signor Fischer, il No dei Greci l?ha sorpresa? Joschka Fischer: «No, avevo una brutta sensazione fin dall?inizio: piccolo contro grande, perdente contro superpotenza, autodeterminazione nazionale contro diktat, alla fine funziona. Suscita amarezza constatare quanto la Grecia si sia lanciata ancora più a fondo nel baratro».Cosa hanno rifiutato davvero i greci?«La politica di risparmio, qualsiasi forma concreta di intervento politico esterno da Bruxelles e Berlino. Una decisione nazionale di questo tipo non va mitizzata, ma bisogna rispettarla».E cosa significa? Al voto democratico in Grecia si contrappongono le votazioni democratiche in altri 18 Paesi. «Adesso comunque non si può pensare che tutto proceda come prima. Chi ha voluto questa decisione se ne deve assumere la responsabilità. Soprattutto il governo greco. È evidente inoltre che qui in Germania semplicemente sono state ignorate le conseguenze politiche dell?austerità. L?elezione di Syriza era prevedibile da tempo. Non capisco proprio come non si sia andati un po? più incontro al precedente governo ? per il quale non nutrivo molte simpatie!» Si temeva che altri Paesi ponessero fine ai loro sforzi di riforma. Si voleva evitare di dare un esempio ad altri Stati in crisi. «Adesso lo si è fatto». Ci sarà la Grexit? «Non ho mai voluto la Grexit. Tuttavia non riesco a immaginare un futuro per la Grecia nell?eurozona. Non vedo un nuovo compromesso, in cui una delle parti non perda la faccia. Il margine di manovra è estremamente limitato su entrambi i fronti. Certo, si tenteranno altri colloqui, nei quali però di nascosto si tenderà essenzialmente ad attribuire le colpe. Ora forse siamo giunti a un punto di non ritorno. Di questo rimprovero il governo tedesco, che non ha argomentato e agito sul piano politico, ma solo su quello contabile». È il contrario invece. Ormai non c?è norma dell?Ue che non sia stata violata, per ragioni superiori, politiche appunto. «Cosa sarebbe successo se il capo della Bce, Mario Draghi, non avesse avuto la libertà di trattare e far affluire denaro e la Bundesbank avesse imposto la sua volontà? Oggi non ci sarebbe più l?euro. Se si vuole dare alla Grecia una seppur vaga possibilità, il taglio del debito prima o poi sarà inevitabile. Da domenica soprattutto noi Tedeschi ci dobbiamo rendere conto che la politica attuata finora non ha funzionato». Dobbiamo essere più flessibili?«Non si tratta di flessibilità, si tratta delle conseguenze della politica interna nei Paesi interessati. Ci sveglieremo solo quando in Spagna i ribelli di sinistra di Podemos saliranno al potere? Il ministro delle Finanze tedesco è notoriamente orgoglioso del suo pareggio di bilancio. Questo però non aiuta il resto dell?eurozona. Tutti gli altri Paesi hanno bisogno di una strategia di crescita. E tutti lo vedono, eccetto la Germania». Il ministro delle Finanze argomenterebbe che la condizione per la crescita sono le riforme e il taglio ? non altri debiti. «È una sciocchezza. In Germania nel 2003 eravamo nella stessa situazione. Dovevamo scegliere tra le riforme strutturali o gli obblighi di risparmio del patto di Stabilità. E nemmeno noi saremmo stati in grado di reggere politicamente il processo di riforma se avessimo dovuto attuare maggiori risparmi. Abbiamo scelto le riforme ? e lo rifarei anche oggi». Così ha fornito ad Alexis Tsipras gli argomenti per giustificare le sue gesta. «Non crederà seriamente che la nostra decisione di allora abbia effetti sulla politica greca di oggi». Se adesso i Greci uscissero dall?Europa e il prossimo anno lo facesse anche la Gran Bretagna, cosa significherebbe per l?Europa? «Il progetto di Europa sarebbe minato nella sua essenza. Soprattutto per noi in Germania, l?integrazione europea rappresenta la soluzione di tutte le contraddizioni che abbiamo vissuto nella nostra storia. Se permettessimo a questa rovinosa idea di diffondersi, saremmo i primi a subirne i danni, in misura colossale». Esiste anche la tesi opposta: i Paesi rimasti troverebbero una maggiore coesione e l?Unione ne uscirebbe rafforzata. «Questo è un concetto tipicamente tedesco: ah se avessimo solo quelli giusti … Dell?Europa non fanno mai parte solo quelli giusti! Nemmeno Francia e Germania stanno bene assieme, se con questo si intende che si assomigliano. L?Europa è il grande compromesso. L?idea dell?eurozona come di una sorta di area del marco camuffata significherebbe retrocedere molto rispetto all?idea di Europa che avevano i fondatori. È nostalgia egemonica, non un?Europa comune!» La promessa all?epoca del passaggio alla moneta unica era: l?euro sarà una valuta forte come il marco. «Allora era una promessa sbagliata. L?euro non è come il marco, semplicemente perché comprende uno spazio economico completamente diverso. Ed è una tragedia che la Germania non lo capisca». La Merkel ha una forte maggioranza anche perché la popolazione ha l?impressione che agisca in maniera avveduta in Europa e sappia tenere chiusi i cordoni della borsa. Quindi può anche appellarsi a un mandato democratico per giustificare la sua politica.«La cancelliera ha il pieno mandato che le occorre per gestire una politica di crescita europea. S?immagini: può farlo! Angela Merkel gode di un ampio credito politico di cui finora praticamente non si è avvalsa. E nella Spd ha un partner di coalizione che non disdegna una politica maggiormente orientata verso la crescita. Cosa aspetta ancora? Le elezioni spagnole? Allora sarà troppo tardi!

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