Fonte: Sole 24 Ore
Il presidente di Confindustria è intervenuto all’evento digitale Smartland, organizzato dal Sole 24 Ore: «Per indennizzi imprese soluzioni frammentarie»
Il mancato coinvolgimento del mondo produttivo «è, purtroppo, la più grande carenza dell’azione di Governo che ormai stiamo riscontrando da troppo tempo». Lo ha detto il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, nel corso dell’evento digitale Smartland, organizzato dal Sole 24 Ore. «Anche negli interventi adottati – ha aggiunto – per fronteggiare gli impatti economici e sociali della pandemia, dovendo reagire quasi sempre a cose fatte e senza consultazione o verifica preventiva».
Recovery plan: Bonomi, più grave carenza governo è mancato dialogo con imprese
Il presidente dell’associazione datoriale ha messo in evidenza che «a oggi – ormai in prossimità delle scadenze per la presentazione del Pnrr – ancora non sappiamo se ci sarà un confronto sulle strategie e i contenuti, una verifica della reale fattibilità degli interventi di investimento e di riforma e non si può certo dire che gli Stati generali lo siano stati». Quanto alla richiesta di un confronto, ha sottolineato ancora Bonomi, «non si tratta di una pretesa o di un atteggiamento ostile del tutto presunto e infondato». Per Bonomi, piuttosto, «il contributo delle imprese può essere determinante per un Pnrr efficace e soprattutto realizzabile. Serve una visione che deve essere necessariamente multifocale, dalla prospettiva di breve e medio termine a quella di lungo e lunghissimo termine che le imprese – soprattutto quelle manifatturiere – hanno nel loro Dna, perché sono chiamate quotidianamente a fare i conti con la complessità dei mercati e con il rischio ma hanno anche la capacità di guardare al futuro delle loro aziende, dei loro territori e del loro Paese».
Dopo che Bonomi ha messo in evidenza che sul Next Generation Eu l’esecutivo è indietro, il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, intervenuto al webinar del Messaggero “Obbligati a crescere”, ha replicato: «Quando dice che siamo in ritardo sul Recovery, Bonomi dice una cosa che non è assolutamente vera. Non vedo altri Paesi che abbiano fatto cose più di noi». «Noi – ha spiegato – abbiamo una serie di misure, come 4.0, finanziate con i soldi del Recovery e siamo l’unico Paese ad averlo fatto. Casomai siamo in anticipo rispetto agli altri. Dire che siamo in ritardo è una valutazione che non ha motivazioni». «Capisco anche l’esigenza dei presidenti delle associazioni di categoria di tenere in qualche modo il punto con i propri associati – ha aggiunto -. Però le cose dobbiamo farle assieme e credo che una delle cose che ci ha insegnato la pandemia è che ci sono delle cose sulle quali il Paese non può dividersi. È un valore farle assieme».
Confindustria, Governo indietrissimo su Recovery, innegabile
A stretto giro la replica dell’associazione daoriale. «Abbiamo passato 6 mesi tra Stati generali, precise richieste su priorità per l’uso del Recovery Fund e interventi strutturali e riforme in coerenza con le linee guida della Commissione Ue e lezioni apprese in 25 anni di bassa crescita. Al ministro Patuanelli riconosciamo sensibilità e collaborazione su temi come Industria 4.0. Ma che sul Recovery il governo sia indietrissimo su progetti e governance è e resta un fatto oggettivo e innegabile». «Se lo diciamo – ha concluso Confindustria – è per cambiare marcia, nell’interesse del Paese, ascoltando noi e le forze sociali. Non per calcoli politici che non ci appartengono».
Bonomi, sono molto arrabbiato, nessuno vuole fare riforme
Intervenendo nel pomeriggio all’assemblea generale di Confindustria, Bonomi ha confidato: «Sono molto arrabbiato perché vedo che nessuno vuole cogliere l’occasione di fare le riforme, non vedo la necessità di nominare 50 commissari per le opere pubbliche che sono ancora parte del progetto Sviluppo Italia del governo Berlusconi. Non vedo la voglia di trasformare e invece vorrei una bella discussione con Governo e sindacati su questo. Ho lanciato a settembre il patto per l’Italia e sono rimasto solo, evidentemente a nessuno interessa il futuro dell’Italia. Ma non molleremo».
Non c’è più fiducia, dilapidata da scelte scriteriate
«Siamo tutti concentrati sull’oggi – ha aggiunto il presidente di Confindustria -, sull’emergenza, nessuno guarda al futuro, abbiamo tutti la responsabilità di ridare fiducia agli italiani, che si sono impegnati nel primo lockdown, cittadini, imprenditori, lavoratori, tutti abbiamo dato un grande contributo che è stato dilapidato e devastato da scelte scriteriate che ci hanno portato alla seconda ondata, non c’è più fiducia nei provvedimenti che non danno il senso di una direzione, si deve decidere cosa si farà a Natale, un’intera economia della montagna è bloccata perché non si sa che decisione verrà presa, a volte anche contradditorie, sui comuni un conto è comune piccolo un conto è una città come Milano, manca il metodo». Bonomi ha fatto l’esempio della scuola: «Ho tre figli e faccio più fatica a gestire la loro agenda che la mia impresa».
Per indennizzi imprese misure frammentarie
«Solo adesso – ha sottolineato il presidente di Confindustria nell’intervento in mattinata all’evento digitale -, se il Governo sembra rendersi veramente conto di dover indennizzare le imprese, lo sta facendo con misure frammentarie e non risolutive e non compensative della voragine che si è aperta nei bilanci del 2020. Mentre era necessario farlo dall’inizio. Sarebbe bastato chiedere alle imprese quali fossero i problemi da risolvere per scoprire che è mancata la copertura dei costi fissi rispetto alle minori entrate generate dalle restrizioni amministrative. E la soluzione non è ricorrere al debito».
Governo spieghi azioni su sostenibilità e digitale
«Il Governo – ha continuato Bonomi – ripete che la digitalizzazione sarà uno dei temi centrali, anche perchè la stessa unione europea indica che sia destinata una quota del 17% del recovery fund. Ma come si rispetterà questo vincolo – ha aggiunto – e con quali investimenti e con quali riforme ancora non viene chiarito. Altro capitolo fondamentale del piano nazionale di ripresa e resilienza è la sostenibilità, per la quale l’Unione europea chiede che le risorse rappresentino il 37% del totale. Anche su questo fronte non conosciamo quale sarà la strategia per la sostenibilità, come verrà articolata, quali saranno gli impatti industriali, quali investimenti sono richiesti alle imprese».
Positivo che transizione 4.0 sia nel piano ripresa
Il presidente dell’associazione datoriale ha poi ricordato che «Industria 4.0 è stato il frutto di una visione condivisa. Si erano intuite le potenzialità di un driver in grado di avviare e sostenere una rivoluzione industriale. La pandemia ha bloccato tutto ma industria 4.0 era già stata ridimensionata ancora prima. È quindi positivo – ha aggiunto – che il piano transizione 4.0 sia stato incluso nel prossimo piano nazionale di ripresa e resilienza. E questo è avvenuto accogliendo le nostre proposte di continuità di questi interventi per le imprese. Ma siamo ancora in attesi di sapere come e in che termini questo piano si collocherà e troverà effettiva operatività e diffusione in un processo complessivo del Paese».
Lombardia ha potenzialità ripresa post pandemia
«Seppure nella criticità generalizzata per l’emergenza sanitaria, la Lombardia sembra subire contrazioni occupazionali e produttive più contenute rispetto al resto del Paese», ha messo in evidenza Bonomi.«La Lombardia – ha aggiunto – ha reagito in modo più significativo rispetto ad altre regioni nella ripresa del terzo trimestre, dopo la fine del primo lockdown. Allo stesso tempo, nonostante le attuali incertezze dovute al secondo lockdown, la Lombardia è la regione che negli scenari post pandemia presenta le migliori potenzialità di ripresa. E questo perché ha già intrapreso cambiamenti tecnologici sui driver fondamentali oltre ad avere una resilienza migliore sul piano finanziario e organizzativo».