22 Novembre 2024

Fonte: Corriere della Sera

Reuters - La Stampa

di Antonio Ferrari

Il nuovo attentato fa il gioco di chi vuole diffondere il terrore nel Paese

Un tempo quell’«a chi giova» era la domanda che tanto piaceva a tutti coloro che contestavano il potere. Allora aveva quasi sempre senso, ma oggi nella Turchia ferita da un nuovo attentato, ha un senso decisamente compiuto: «Giova a moltiplicare e a diffondere il caos» nella regione mediorientale, dove ormai tutti sono contro tutti, con buona pace delle alleanze internazionali e degli sforzi comuni contro il terrorismo. Se esistesse una logica, sull’autobomba che ha colpito il cuore di Ankara e che aveva come obiettivo un convoglio militare, non vi sarebbero dubbi: chi, se non i guerriglieri turco-curdi del Pkk, avrebbe interesse a colpire i soldati di Erdogan?

Tutto questo era comprensibile qualche anno fa, non oggi, in quanto l’attacco — per quanto sappiamo finora — sembra diretta conseguenza della guerra di Siria. Perché il conflitto sta ormai esondando nel Paese di Erdogan. Perché i turchi bombardano i guerriglieri curdi-siriani, coraggiosi protagonisti della resistenza all’Isis, che sono sostenuti dai russi e dai loro caccia. Perché la Turchia non sopporta alleanze tra i curdi. Perché il sedicente Stato islamico (e non solo quello) sta facendo di tutto per impedire che si realizzi il faticoso accordo sugli aiuti umanitari strappato dall’inviato dell’Onu Staffan De Mistura. E perché l’ipotesi di una pacificazione sembra sempre più lontana.

Il presidente Erdogan ha i suoi guai interni, e per attenuarne l’impatto potrebbe favorire crescenti e pericolose frizioni tra la Nato e la Russia. Il suo primo ministro Ahmet Davutoglu, a caldo, ha detto che si tratta di un atto di terrorismo, e su questo punto nessuno può dargli torto. Di sicuro l’attentato, per gran parte dell’opinione pubblica turca, ripropone l’incubo di tanti anni fa, e in sostanza può favorire la tenuta di un governo che usa sistemi assai discutibili ma che ha calamitato accanto agli islamo-conservatori dell’Akp il sostegno di un segmento importante delle forze nazionaliste.

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