16 Settembre 2024

Il ministro Piantedosi: minaccia insidiosa, rischio lupi solitari. Vigilanza speciale sugli obiettivi ebraici. Verifiche sulle persone che anche in carcere e su Internet hanno avuto contatti con estremisti islamici

«Una minaccia molto insidiosa perché non sempre compiutamente intercettabile». All’indomani dell’ultimo attacco terroristico a Parigi — con il turista tedesco ucciso a coltellate davanti alla Torre Eiffel — il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi lancia l’allarme sul rischio rappresentato dai lupi solitari che potrebbero entrare in azione anche in Italia, pur non appartenendo a cellule eversive e senza essere ancora radicalizzati. Iniziative a titolo personale dagli effetti comunque devastanti, come se ne sono già viste più volte in questi anni nelle città europee, poi utilizzate prima dall’Isis e poi anche da altre organizzazioni terroristiche a fini propagandistici. La considerazione è che il periodo natalizio — con il massiccio afflusso di turisti anche nel nostro Paese, gli aeroporti e le stazioni ferroviarie presi d’assalto insieme con musei e luoghi di movida — potrebbe fare ancora di più da cassa di risonanza per chi intende colpire.

«Attenzione alta»
Da qui l’ulteriore innalzamento delle misure di sicurezza. «Noi — aggiunge ancora il responsabile del Viminale — confidiamo sul nostro sistema tradizionale di prevenzione però l’attenzione deve rimanere alta», anche perché quanto accaduto nella capitale francese «semplicemente conferma che l’attenzione che abbiamo messo in campo c’è e ci deve essere». Del resto il dispositivo di intelligence e forze dell’ordine non è stato mai abbassato, anzi: dopo l’attacco di Hamas a Israele del 7 ottobre scorso e l’attentato a Bruxelles di dieci giorni più tardi, con l’uccisione di due turisti svedesi a colpi di kalashnikov da parte di Abdesalem Lassoued (radicalizzato con un passato fra Terni, Bologna e Genova) — preceduto dall’omicidio dell’insegnante Dominique Bernard nella scuola di Arras, nel nord della Francia, commesso da un ventenne ceceno, Mohammed Mogouchkov, anche lui al grido «Allah Akbar!» —, le misure adottate dalle Prefetture su ordine del Viminale sono state rafforzate, soprattutto intorno agli obiettivi sensibili ebraici. Adesso tocca agli scali aerei e alle stazioni ferroviarie, alle fermate delle metropolitane, ma anche ai luoghi di grande richiamo turistico, alle vie dello shopping e ai centri commerciali delle principali città.

Maratona oratoria nel centro della Capitale
Già domani a Roma sarà blindata tutta l’area attorno a piazza del Popolo per la manifestazione nazionale «No antisemitismo. No terrorismo», indetta dalla Comunità ebraica della Capitale e dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, in programma alle 19: una maratona oratoria per esprimere «una chiara condanna contro la macchia dell’antisemitismo in tutte le sue forme, e denunciare assieme il terrorismo e la radicalizzazione». «Viviamo con grave preoccupazione — spiegano gli organizzatori — gli episodi recenti avvenuti nelle nostre vie, scuole o negli atenei universitari». Fra le misure decise dalla Questura, l’installazione di varchi di accesso alla piazza per controllare i partecipanti, non si esclude con metal detector portatili. Da domattina rimossi veicoli e contenitori del rifiuti.

Il ponte dell’8 dicembre
Si tratta della prova generale di quello che accadrà in tutta Italia già il prossimo fine settimana, con il ponte dell’Immacolata e la presenza di milioni di persone anche a bordo dei mezzi del traporto pubblico, in vista della settimana di Natale e Capodanno. Già da qualche settimana è stata innalzata la sensibilità dei metal detector nel rilevare oggetti ritenuti a rischio.

Allarme cani sciolti
Fra le verifiche costanti effettuate non solo dai servizi di sicurezza, sulla base delle informazioni valutate dal Comitato di analisi strategica antiterrorismo, ma anche dalle Digos, dal Ros e dai Nuclei informativi dell’Arma sul territorio, quelle su personaggi già noti perché già radicalizzati, combattenti di ritorno o vicini a persone che hanno avuto contatti anche in carcere con soggetti collegati ad ambienti dell’estremismo islamico. Anche chi si è radicalizzato da solo con video sui social. Compreso chi ha minacciato l’Italia in tv oppure sulle chat, o rappresenta un pericolo per la sicurezza nazionale. Già tre espulsi solo a novembre, con i rimpatri forzati nel 2023 saliti a 56. In certi casi erano cani sciolti, difficili da individuare. Come quelli indicati dal ministro Piantedosi.

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