20 Settembre 2024

Fonte: Corriere della Sera

di Francesca Basso


Peggio del previsto. La Commissione europea ha rivisto al ribasso la crescita nell’Ue rispetto alle stime di primavera, mentre le previsioni sull’inflazione restano sostanzialmente invariate. Il Pil crollerà quest’anno nell’Eurozona dell’8,7% rispetto al 7,7% stimato e nell’Ue a 27 dell’8,3% rispetto al 7,4%. Anche la crescita nel 2021 sarà leggermente meno robusta. L’Italia è quella con la frenata più grave: -11,2% quest’anno rispetto al -9,5% stimato in primavera, con una ripresa del 6,1% per il 2021 (era 6,5%). Dietro di noi la Spagna con -10,9%, la Croazia -10,8% e la Francia -10,6%. Germania -6,3% e Olanda -6,8%. «L’impatto economico del lockdown è stato più severo di quanto inizialmente atteso», ha spiegato il vicepresidente esecutivo della Commissione Ue Valdis Dombrovskis in una nota, aggiungendo che «queste previsioni sono una fotografia potente del perché c’è bisogno di un accordo sul nostro ambizioso pacchetto per la ripresa, Next Generation Eu, per aiutare l’economia». Paolo Gentiloni, commissario Ue all’Economia, ha sottolineato in conferenza stampa che «in tutta Europa la risposta politica ha permesso di ammortizzare i danni per i nostri cittadini, ma la situazione rimane caratterizzata da disparità, disuguaglianze e insicurezza crescenti. Ecco perché è così importante raggiungere rapidamente un accordo sul piano di ripresa proposto dalla Commissione». Quanto al Mes, che in Italia fa ancora discutere, ha spiegato che «era nato con finalità diverse, aveva condizionalità macroeconomiche per definizione insite nel suo meccanismo. Abbiamo lavorato perché le condizionalità macro fossero eliminate», e «penso che abbiamo fatto buon lavoro, ma resta il fatto che spetta ai singoli governi decidere se e quando utilizzarlo».

Incertezza
«Le previsioni economiche d’estate ci mostrano che la strada per la ripresa è ancora lastricata di incertezza» ha spiegato Gentiloni, anche perché «la pandemia ha colpito l’economia europea più forte dell’atteso, anche se un cauto rimbalzo sta cominciando». Nel 2020, ha proseguito, «contrazioni relativamente forti sono attese in Italia, Francia e Spagna, mentre contrazioni più ridotte si attendono in Germania, Olanda e Polonia». «Le divergenze tra Paesi, sia nella recessione, sia nella ripresa — ha spiegato — sono legate alla diversa tempistica e rigore dei lockdown, e dalla diversa struttura economica». Per Bruxelles le prospettive di crescita in Italia «rimangono soggette a rischi al ribasso». Una prolungata crisi del mercato del lavoro, una volta scadute le misure di emergenza e la riduzione del «sentiment» dei consumatori, potrebbe frenare la ripresa prevista. Gentiloni ha osservato che «l’Italia è stato il Paese con il periodo di chiusura dell’attività più prolungato, l’ha introdotta per prima e ha rilasciato il confinamento più o meno in linea con gli altri Stati, per questo la situazione è quella che è».

L’inflazione
Le prospettive generali in materia di inflazione restano sostanzialmente immutate rispetto alle previsioni di primavera, spiega la Commissione, anche se sono cambiate in modo significativo le forze sottostanti che determinano i prezzi. Sebbene i prezzi del petrolio e dei prodotti alimentari siano aumentati più del previsto, si prevede che l’effetto sia controbilanciato dalle prospettive economiche più deboli e dall’effetto delle riduzioni dell’Iva e di altre misure adottate in alcuni Stati membri. L’inflazione nella zona euro è stimata allo 0,3 % nel 2020 (per l’Italia 0,0%) e all’1,1 % nel 2021 (per l’Italia 0,8%). A livello Ue le previsioni indicano un’inflazione allo 0,6 % nel 2020 e all’1,3 % nel 2021.

L’Italia
La crisi del Covid-19 e le misure di contenimento «hanno spinto l’Italia in una contrazione economica profonda», spiega la Commissione Ue. Nel primo trimestre il Pil è calato del 5,3%, secondo i dati Istat ricordati dall’esecutivo europeo, e nel secondo «il danno all’attività economica è atteso essere piu’ forte». L’economia ha iniziato a riprendersi dalla produzione dovuta alla pandemia «non appena le misure di contenimento associate hanno iniziato ad allentarsi a maggio». In assenza di una seconda ondata di infezioni, l’attività economica inizierà «a riprendersi nel terzo trimestre di quest’anno, aiutata da un sostanziale sostegno dell’azione politica». Le perdite di produzione nei primi due trimestri saranno probabilmente maggiori di quanto ipotizzato in primavera, con una previsione del Pil reale in calo del 11,25% quest’anno. Nel 2021, l’espansione passerà da un rimbalzo tecnico a una ripresa più autentica. Non si prevede che il Pil reale tornerà al livello del 2019 entro la fine del 2021. I depositi delle famiglie sono aumentati considerevolmente e il sostegno al reddito attraverso trasferimenti sociali e programmi di lavoro a breve termine dovrebbe parzialmente compensare l’impatto negativo della pandemia occupazione e redditi disponibili. Al contrario, è probabile che gli investimenti delle imprese restino depressi quest’anno, data l’elevata incertezza della domanda e la necessità delle imprese di sostenere la liquidità, «anche se le garanzie sui prestiti, i differimenti di pagamento delle imposte e i crediti d’imposta forniscono un valido sostegno». Il settore delle esportazioni potrebbe guidare la ripresa una volta che l’economia globale prenderà piede. Nel 2021, si prevede che le esportazioni cresceranno in linea con il commercio globale.

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