19 Settembre 2024

Fonte: La Repubblica

quirinale

Mattarella vuole tentare la strada del bis, ma c’è il no del premier dimissionario. Salvini: “Voto subito”. Grillo: “No governo lacrime e sangue”. Lunedì possibile annuncio su fine crisi

La crisi è iniziata ufficialmente alle 19 di mercoledì 7 dicembre 2016. E sono cominciate le consultazioni, alla ricerca di una via d’uscita che – a leggere le dichiarazioni pubbliche dei leader dei partiti, sembra difficile. I primi a salire al Quirinale per incontrare Mattarella sono stati i presidenti di Camera e Senato, Boldrini e Grasso, e il presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano. Ma la politica e il Colle sono in fibrillazione da giorni e i contatti nei palazzi sono frenetici. Tutti parlano con tutti, tutti fanno ipotesi. Un punto sembra più saldo degli altri: esattamente tra una settimana, il 15 dicembre, si riunisce il Consiglio Europeo. Per quella data, il Quirinale vorrebbe avere un nuovo governo in grado di rappresentare l’Italia al tavolo dei 27 leader. Un vincolo temporale che restringe molto il campo delle possibili soluzioni alla crisi: di fatto, gli unici nomi in grado di arrivare credibilmente all’incarico e al giuramento (non alla fiducia) per quella data sono lo stesso premier uscente Renzi (il cui reincarico continua a essere l’opzione più gradita a Mattarella), l’attuale ministro dell’Economia Padoan, o l’attuale ministro degli Esteri Gentiloni.
Il compito principale del nuovo governo sarebbe la nuova legge elettorale. Solo alcuni – dentro il Pd – sperano di poter arrivare al 2018, la fine della legislatura. L’ipotesi reincarico si scontra con il no di Renzi, che vorrebbe sfilarsi e indica due vie: elezioni subito dopo la sentenza della Consulta sull’Italicum, attesa il 24 gennaio, o un governo di responsabilità nazionale con una maggioranza larga, fino alla fine della legislatura.
Di tornare subito alle urne lo chiede il leader della Lega, Matteo Salvini, che su Facebook torna all’attacco dell’esecutivo e scrive:
“Il governo vuole imporre con la forza l’accoglienza di migliaia di immigrati anche ai 5.400 Comuni che fino ad oggi hanno detto no. E vuole regalare ai “sindaci buonisti” 500 euro per ogni immigrato ospitato. Ma quale governo? A casa Renzi e Alfano, e a casa anche i 174.000 sbarcati quest’anno! Solo una strada: voto subito”.
“#IoVoglioVotare: no a un governo lacrime e sangue” è la dichiarazione che Beppe Grillo affida a Twitter e sul suo blog si legge: “La legge elettorale c’è già. E se i parlamentari non maturano la loro pensione d’oro chi se ne frega!”. Per i 5 Stelle “ci aspetta un anno durissimo, che deriva dalla totale irresponsabilità del governo. L’unica soluzione per evitare un nuovo governo al guinzaglio di Bruxelles è il voto popolare, il più presto possibile”. E il movimento torna a candidarsi per la guida del Paese: “A questa nuova ondata di austerità c’è una sola alternativa, un governo politico a guida M5S”. Di elezioni subito, sul fronte dei Cinque Stelle, parla anche Luigi Di Maio, che però tratteggia uno scenario parzialmente diverso: “Renzi si è dimesso: resta in carica per forza per gli affari correnti, il Parlamento mette in calendario la legge elettorale, si fa, si aspetta la sentenza della Consulta e si va a votare”.
Le consultazioni continueranno fino a sabato, poi il presidente si prenderà la domenica di riflessione e dovrebbe lunedì annunciare la sua soluzione alla crisi. Anche se non è possibile escludere un nuovo round di consultazioni.

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