22 Novembre 2024

Fonte: Sole 24 Ore

Conte ter, vecchia maggioranza allargata, governo Ursula, esecutivo di unità nazionale: I possibili governi ipotizzati dopo le dimissioni del premier Giuseppe Conte, hanno ciascuno una diversa base parlamentare, più o meno ampia


I possibili governi ipotizzati dagli osservatori dopo le dimissioni del premier Giuseppe Conte, hanno ciascuno una diversa base parlamentare, più o meno ampia.
Uno degli elementi su cui si baseranno le future scelte del Presidente della Repubblica Mattarella dipendono infatti dall’ampiezza della base parlamentare del possibile governo.
Tuttavia alla ampiezza numerica non necessariamente corrisponde una maggior forza politica, dato che essa potrebbe tradursi in una maggiore conflittualità della coalizione e in una minore governabilità. Ecco i possibili scenari.

Conte ter con responsabili
Al momento è lo scenario con la più esigua base parlamentare, che impedirebbe addirittura il reincarico. La scorsa settimana infatti Conte, con l’ausilio dei “volenterosi” ha ottenuto 321 voti alla Camera (a cui aggiungere 2 deputati M5s assenti per Covid) e solo 156 al Senato (157 con un senatore M5s malato di Covid), cioè meno della maggioranza assoluta di 161 seggi, nonostante l’appoggio di 3 senatori a vita (Monti, Cattaneo, Segre).
Per raggiungere quota 161 senza i tre senatori a vita, Conte dovrebbe arruolare dunque almeno altri 7 “costruttori”.

Vecchia maggioranza allargata con o senza Conte
Il premier potrebbe riuscire a ricucire con Renzi e a costruire una coalizione di cui facciano parte tutti i quattro partiti della vecchia maggioranza (M5s, Pd, Leu e Iv) più la piccola pattuglia dei “volenterosi”.
Ai voti della scorsa settimana andrebbero aggiunti quelli dei gruppi di Iv, portando i seggi a 351 alla Camera e 174 al Senato. Più di quota 170 indicata la Dario Franceschini come indispensabile. Questi numeri varrebbero anche in caso dell’indicazione di un altro premier (es Cartabia, Lamorgese, Giovannini).

Governo Ursula
Formula lanciata da Romano Prodi il 18 agosto 2019, ricalca la maggioranza che in Ue sostiene la Commissione di Ursula Von der Leyen: quindi ai seggi dell’ipotesi precedenti andrebbero aggiunti quelli di Fi (54 senatori e 91 deputati), portando la maggioranza a quota 228 al Senato e 442 alla Camera. Potrebbero essere della partita anche +Europa-Azione, Cambiamo Idea e Udc, che complessivamente porterebbero altri 8 senatori e 15 deputati. Fi nega l’interesse a questa formula che sembrerebbe più plausibile con un altro premier.

Governo di unità nazionale
È la formula lanciata da Silvio Berlusconi sabato scorso, e talvolta evocata da Matteo Renzi, e si scontra con il “no” di Pd, Leu e M5s, nonché di Fdi e Lega (anche se Giorgetti lo ha suggerito in autunno).

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