ECONOMIA

Fonte: La Stampa

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Al forum di Cernobbio il punto sull’economia italiana dopo l’intervento della Bce

La ripresa è a portata di mano e l’Italia ha l’opportunità di coglierla. Adesso o mani più. C’è aria di ritrovato ottimismo, complice il recente avvio del quantitative easing della Bce, al workshop Ambrosetti di Cernobbio, e gli ospiti speciali Pier Carlo Padoan e Ignazio Visco la descrivono con una lingua comune.Per il ministro dell’Economia «c’è una finestra di opportunità macroeconomica molto ampia’’ che può esaurirsi in un effetto effimero o avviare un crescita di medio termine, a seconda di come si muoverà l’esecutivo guidato da Matteo Renzi. Di certo, assicura Padoan, «quello che non si respira nel governo è un clima di rilassamento». «Due cose – avverte – non bisogna fare: peccare di eccesso di ottimismo e non cogliere gli incentivi a fare le riforme».

«C’è un ottimismo nuovo che non c’era fino a poche settimane fa. È successo che con il Qe è scoppiato l’ottimismo’’, osserva il governatore di Bankitalia e spiega che non è tutto merito della manovra espansiva di Mario Draghi: ci sono infatti indicatori positivi e più profondi sia in Italia che in Europa.Non è il caso di farsi prendere da facili ottimismi, segnala il numero uno di via Nazionale, in linea con Padoan. D’altra parte «bisogna cogliere le opportunità, e questo è il momento giusto. Non facciamo come Guido Gozzano per non piangere `le rose che non colsi´», indica citando il poeta crepuscolare.Poi conferma le stime di crescita del Pil: oltre lo 0,5% quest’anno e sopra l’1,5% nel 2016.

Il ministro dell’Economia, stimolato come Visco dai suggerimenti arrivati durante i lavori dagli economisti Luigi Zingales e Lucrezia Reichlin sul tema se il 2015 è l’anno della svolta, afferma che in Italia «serve una massa critica di riforme». Palazzo Chigi ha «un’agenda molto fitta: Jobs Act, delega fiscale, giustizia, P.a e una new entry che è la riforma della scuola, importantissima». Per non parlare del decreto sulle banche popolari: è «una delle cose che stavano lì da 20 anni» e «irrobustirà il sistema bancario invece che indebolirlo come dice qualcuno». Ma non basta lanciare le riforme: «una delle parole chiave alla radice della filosofia del governo è che vanno implementate». L’esecutivo «sta dedicando molta attenzione a come migliorare l’implementazione. Cerchiamo di automonitorarci e di introdurre indicatori di efficienza», anticipa.

Nel frattempo l’Italia coglierà i benefici della caduta dei rendimenti dei Btp e dell’indebolimento dell’euro. L’effetto sulla moneta unica del programma di acquisti di Mario Draghi è riuscito a sorprendere anche il governatore di Bankitalia: «La forza con la quale il cambio sta scendendo è maggiore di quanto previsto», rileva Visco. La fiducia già mostrata dai mercati e dall’Unione europea, conclude Padoan, ora va affiancata «dalla fiducia più importante da riconquistare: quella dei cittadini italiani, delle famiglie e delle imprese, per tradurre le risorse che stanno arrivando in consumi e investimenti».

A.N.D.E.
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