Secondo uno studio della Resolution Foundation e dal Centre for Economic Performance della London School of Economics, ogni famiglia del Regno Unito ha in media 8.300 sterline (circa 10mila euro) a disposizione in meno di una famiglia francese, tedesca, olandese o canadese
La strategia economica del Governo britannico va completamente ripensata: questo il verdetto di un dettagliato rapporto di 300 pagine pubblicato ieri dalla Resolution Foundation e dal Centre for Economic Performance della London School of Economics.
Dopo quindici anni di declino o stagnazione, il tenore di vita dei cittadini britannici è crollato a causa di una “combinazione tossica” di crescita asfittica e forti diseguaglianze. Oggi, ogni famiglia del Regno Unito ha in media 8.300 sterline (circa 10mila euro) a disposizione in meno di una famiglia francese, tedesca, olandese o canadese, secondo il rapporto “Economy 2030 Inquiry”.
Lo studio non si limita a criticare gli errori fatti in passato ma propone una serie di misure per migliorare la situazione. Il compito è “enorme ma non insormontabile”, se il Governo cercherà di migliorare la produttività aumentando gli investimenti pubblici, incoraggiando le esportazioni, puntando sul settore dei servizi e riducendo le diseguaglianze.
Il difficile compito della politica
Il partito conservatore al Governo da 13 anni è sulla difensiva, molto indietro all’opposizione laburista nei sondaggi in vista delle elezioni che si dovrebbero tenere il prossimo anno. Il premier Rishi Sunak ha però centrato l’obiettivo di dimezzare l’inflazione, scesa al 4,6%, e ha ridotto i contributi previdenziali dei lavoratori.
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Il cancelliere dello Scacchiere Jeremy Hunt, intervenuto ieri alla presentazione del rapporto, ha ammesso che Brexit ha causato molti dei problemi attuali, creando una situazione di instabilità che ha scoraggiato gli investimenti delle imprese.
Hunt ha insistito che il budget da lui appena presentato contribuirà a rilanciare la crescita, con tagli alle tasse finanziati con ulteriori riduzioni della spesa pubblica. Il rapporto della Resolution Foundation e dell’Lse però critica i piani del cancelliere, definendoli “poco seri” perché «la retorica positiva non si traduce automaticamente in realtà positiva».
Lo studio, presieduto da Minouche Shafik, ex vicegovernatrice della Banca d’Inghilterra, prevede che il tenore di vita dei lavoratori britannici non tornerà ai livelli pre-crisi fino al 2027. Il rapporto sottolinea che il declino economico ha colpito particolarmente i giovani, 9 milioni dei quali non hanno mai lavorato in un’economia “in salute”, con produttività e salari in aumento.
Serve una nuova strategia economica
Serve quindi una nuova strategia economica «fondata non sulla nostalgia o su speranze velleitarie, ma sui nostri veri punti di forza -, ha detto Torsten Bell, chief executive della Resolution Foundation -. Serve onestà sui cambiamenti e i compromessi necessari. È ora che la Gran Bretagna inizi a investire sul suo futuro invece di vivere del passato».
Il leader laburista Keir Starmer, anche lui intervenuto al lancio del rapporto, ha dichiarato che rilanciare l’economia sarà «l’ossessione» del suo partito, se come previsto vincerà le elezioni. Un futuro Governo laburista punterà tutto sulla crescita ma non intende «riaprire i rubinetti» e aumentare la spesa pubblica in modo incauto spendendo soldi che non ci sono, ha assicurato Starmer, dato che le finanze pubbliche sono in crisi.
«Le decisioni che questo Governo sta prendendo, per non parlare di quello che hanno fatto negli ultimi 13 anni, limiteranno per forza quello che un Governo laburista potrà fare», ha detto Starmer, che da mesi cerca di rassicurare il mondo del business sulla serietà e competenza economica del suo partito e ha preso le distanze dall’estremismo del suo predecessore Jeremy Corbyn.