ECONOMIA
Fonte: Corriere della SeraIl calo della spesa delle famiglie ha raffreddato il tasso medio annuo bloccandolo a 1,2%: nel 2012 era al 3%
Il tasso d’inflazione medio annuo per il 2013 è pari all’1,2%, in decisa frenata rispetto al 3,0% registrato nel 2012. Lo rileva l’Istat, confermando le stime e aggiungendo che si tratta del livello più basso dal 2009, ovvero da quattro anni. Il tasso risulta di due volte e mezzo inferiore a quello dell’anno precedente. «La dinamica dei prezzi al consumo nel 2013 riflette principalmente gli effetti della debolezza delle pressioni dal lato dei costi, in particolare degli input energetici, e quelli dell’intensa e prolungata contrazione della spesa per consumi delle famiglie». Così l’Istat spiega il forte rallentamento dell’inflazione. «In questo quadro – sottolinea – l’aumento dell’aliquota ordinaria dell’Iva, entrato in vigore all’inizio di ottobre 2013, ha esercitato sull’inflazione un effetto parziale e modesto».
COLDIRETTI – L’ analisi Coldiretti/Ixè spiega il brusco calo dei consumi delle famiglie nel 2013, e mostra che più di due italiani su tre (68 per cento) hanno ridotto la spesa o rimandato l’acquisto di capi d’abbigliamento e oltre la metà (53 per cento) che ha detto addio a viaggi e vacanze e ai beni tecnologici e molto altro ancora. Una situazione provocata dalla recessione che – sottolinea la Coldiretti – ha fatto scendere i consumi in Italia del 9 per cento negli ultimi 5 anni, tanto da toccare nel 2013 il livello più basso dal 1997. Ad essere tagliate nel 2013 sono state addirittura le spese per l’alimentazione, con una riduzione del 3,9 per cento secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ismea relativi ai primi nove mesi dell’anno. La situazione economica generale del Paese – precisa la Coldiretti – si riflette sul potere di acquisto delle famiglie e quindi sull’andamento dei consumi. La crisi infatti ha provocato una profonda spending review dei bilanci familiari che ha colpito tutte le voci di spesa come la frequentazione di bar, discoteche o ristoranti nel tempo libero, dei quali ha fatto a meno ben il 49 per cento. Il 42 per cento degli italiani ha rinunciato alla ristrutturazione della casa, il 40 per cento all’auto o la moto nuova e il 37 per cento agli arredamenti. E sul 2014 – conclude la Coldiretti – pesa il fatto che appena il 14 per cento delle famiglie italiane pensa che la propria situazione economica migliorerà, mentre per il 35 per cento e destinata a peggiorare anche se una maggioranza del 51 per cento ritiene che non cambierà.
L’ANALISI – Per il Codacons la netta decelerazione «dipende da un crollo dei consumi senza precedenti, che ha riguardato anche beni di prima necessità come gli alimentari». È quanto si legge in una nota dell’associazione di consumatori, che evidenzia, comunque, «come questa inflazione, nonostante sia il livello più basso dal 2009, tradotta in cifre, equivale, in termini di aumento del costo della vita, ad una stangata annua pari a 257 euro per un single, 345 euro per una famiglia di 2 persone, 419 per una famiglia tipo di 3 persone e 462 per una di 4 componenti».