23 Novembre 2024
ECONOMIA
Fonte: Corriere della Sera

Il calo «è dovuta esclusivamente alle abitazioni esistenti»

La (mancanza) di fiducia, certo. «Per l’assenza di una prospettiva di guadagno in conto capitale sul medio termine» (copyright Luca Dondi, direttore generale di Nomisma). A cui aggiungere la confusione (sovrana) sulla tassazione immobiliare: «Nessun contribuente ha ancora capito quanto pagherà tra Imu e Tasi, quindi comprare casa ora è un atto di coraggio» (pensieri di Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari). E poi il credito: «Vedersi concedere un mutuo a copertura totale dell’immobile non è più realistico, nonostante qualche piccolo segnale di ripresa sul fronte dei finanziamenti», rileva Fabiana Megliola, responsabile dell’ufficio studi di Tecnocasa.

L’esito complessivo – contabilizzato ieri dall’Istat – è che negli ultimi quattro anni l’indice dei prezzi delle abitazioni è crollato del 10,4% (meno 4,6% nel primo trimestre 2014). Frutto (per intero) della diminuzione del valore immobiliare delle abitazioni esistenti (-15%) non compensato dalla crescita del valore del «nuovo» (+0,8%). Benvenuti nell’era declinante del «mattone», bene rifugio per eccellenza, rendita per la stragrande maggioranza delle famiglie, frutto della naturale (e culturale) propensione italiana al risparmio. «Negli ultimi sette anni il valore medio delle abitazioni è crollato del 30%», dice Megliola. Dato che fa il paio con il dimezzamento delle compravendite nello stesso arco di tempo (dalle 800mila del 2007 alle 403mila del 2013). A ben vedere questo 2014 sembra far intravedere «una tipica fase di inversione ciclica», spiega Dondi. Perché le compravendite a fine anno dovrebbero crescere di circa 30mila unità, secondo le proiezioni di diversi addetti ai lavori. Il punto di equilibrio tra domanda e offerta forse è vicino e sarebbe contabilizzato dalla sostanziale stabilità dei prezzi anche per effetto di un’inflazione prossima allo zero. Rileva Breglia che la flessione dei prezzi «dovrebbe arrestarsi nel 2015, segno di una ripresa degli acquisti e di una maggiore domanda di abitazioni». Anche per una maggiore disponibilità di credito da parte delle banche con un’eccessiva liquidità in pancia vista la politica monetaria espansiva della Bce. Il resto dovrebbe farlo la ripresa dell’occupazione. Quando?

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