19 Settembre 2024

Fonte: Corriere della Sera

di Paolo Di Stefano

Al Sud c’è vita e cultura. Non solo corruzione e criminalità. Lo sapevamo? Non abbastanza

Siamo alle solite domande: quanto distano Milano o Roma dal Sud? Per esempio da quella bellissima cittadina barocca che si chiama Noto, in Sicilia? Che si tratti di 1400 o di 800 km, sono sempre pochi rispetto alla distanza sentimentale o culturale che la separa dal resto d’Italia. In attesa del doppio clamoroso appuntamento librario milanese-torinese, che sarà un fuoco d’artificio entusiasmante in cui il libro trionferà e la cultura italiana toccherà finalmente il cielo con tutte le dita, non dobbiamo dimenticarci delle piccole realtà che, faticando, ottengono risultati insospettabili. Vale la pena di ricordarsi che anche il Sud Italia è vivo e lotta insieme a noi (anzi, senza di noi): a Noto la scorsa settimana si è tenuta la nona edizione di «Volalibro», una manifestazione dedicata alle scuole, dalle primarie alle secondarie all’università, settemila ragazzi provenienti da tutta l’isola per esperienze ludico-didattiche, laboratori di pittura, di musica e di scrittura, racconti animati, spettacoli teatrali, mostre d’arte e mostre documentarie, letture, incontri con gli autori, «esperimenti di socialità». Il tutto in luoghi di grande bellezza storico-artistica.

Tra le tante, mi hanno colpito tre iniziative che non si riscontrano in altri «festival». Primo: un incontro, in Caserma, delle scuole elementari con la Guardia di Finanza per avvicinare in modo familiare i giovani alle forze dell’ordine. Secondo: un incontro pieno di ottimismo e di speranza con due atleti disabili, Roberto Camelia (arbitro di box con la protesi) e Salvatore Iudica (il portiere senza gambe della Nazionale di calcio Amputati). Terzo: un progetto in forma di spettacolo che ha raccontato tre straordinarie figure di donne locali: l’antropologa Teresa Schemmari, affetta da mordo di Albright, che studiò i camminanti nomadi in Sicilia; l’operaia di camicette bianche Gaetana Midolo, una delle 129 donne morte nel 1911 nel rogo della fabbrica di New York che ispirò la Giornata dell’8 Marzo; Mariannina Ciccone che dagli anni 30 fu ordinaria di Fisica all’Università di Pisa e contribuì alla lotta antinazista salvando la biblioteca del suo Istituto con una resistenza solitaria ed eroica. Insomma, c’è vita e cultura al Sud. Non solo corruzione e criminalità. Lo sapevamo? Non abbastanza. Per questo sarà utile l’anno prossimo, in attesa dei Grandi Saloni, volare verso «Volalibro». Non più di un paio d’ore da Milano o da Roma.

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