22 Novembre 2024
Economia5

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Mercer confronta i prezzi delle principali metropoli internazionali per calcolare dove sono maggiori. E anche dove è migliore la qualità della vita

Gli obiettivi dell’indagine
L’indagine Cost of Living di Mercer nasce per monitorare l’impatto del costo della vita sulla contrattazione contrattuali degli expat e di tutti coloro che si spostano per lavoro, ma con il tempo è diventato un osservatorio sui prezzi delle differenti metropoli internazionali molto seguito a tutti i livelli.
L’indagine offre una base dati unica per tutelare il potere d’acquisto dei dipendenti in mobilità internazionale, monitorando le oscillazioni dei tassi di cambio e valutando le pressioni inflazionistiche e deflazionistiche su beni, servizi e alloggi in tutti i paesi dove le aziende sono insediate.

La metodologia
New York City è utilizzata come città base per tutti i raffronti tra città mentre i movimenti valutari sono misurati rispetto al dollaro Usa. L’indagine prende in rassegna oltre 400 città di tutto il mondo; la classifica 2023 rileva il costo comparativo di oltre 200 prodotti e servizi in ogni località, compresi alloggi, trasporti, alimentari, abbigliamento, beni per la casa, prodotti e servizi per il tempo libero.
I dati raccolti forniscono ai datori di lavoro tutti gli elementi essenziali necessari per strutturare una politica retributiva equa e trasparente per i dipendenti chiamati a ricoprire incarichi internazionali.

La classifica
Di conseguenza questa indagine risulta essere un osservatorio unico per valutare – attraverso un’ampia serie di indicatori presi in esame – la qualità della vita nelle differenti città, da sottoporre all’attenzione della negoziazione tra corporation e dipendenti, ma interessante sotto diversi profili.

Costi e qualità della vita
Il tema e si interseca con quello della qualità della vita: la ricerca Mercer mostra come i prezzi non siano l’unico elemento a incidere sull’attrattività di un luogo per il dipendente e per l’azienda: un altro fattore altrettanto determinante è la qualità complessiva della vita offerta dalle diverse città.
Viceversa, i rischi e altri fattori negativi, per esempio le calamità naturali, le turbolenze politiche e/o economiche, un elevato tasso di criminalità, la carenza di infrastrutture e la scarsità di collegamenti internazionali, possono essere deterrenti importanti per le aziende e per i dipendenti.

I fattori di criticità
Da segnalare il peso di fattori della congiuntura internazionale che continuano a influire nel 2023: in primo luogo la crisi Russia-Ucraina, ma anche il persistere delle conseguenze della pandemia da Covid-19 e le politiche monetarie aggressive con conseguente inasprimento delle condizioni finanziarie.
Fattori che mettono in crisi i redditi a tutti i livelli e il livello di sofferenza finanziaria dei cittadini, su due direttrici fondamentali:
– il livello del debito, che rimane elevato in molti paesi;
– la spinta inflazionistica che non ha ancora raggiunto il picco in molti mercati.
Anche l’oscillazione dei tassi di cambio e l’inflazione incidono in maniera diretta sui livelli di retribuzione e sui risparmi dei dipendenti in mobilità internazionale.
«I paesi e le città – dice Matteo Tamburini, responsabile Mobility di Mercer Italia – si sforzano di attrarre le multinazionali, i nomadi digitali e i lavoratori con assignment internazionali. Oggi le città e i paesi più ricercati sono quelli che coniugano una gestione flessibile dei talenti chiamati a svolgere incarichi internazionali, una qualità elevata della vita e un costo della vita ragionevole”.

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L’affermazione dello smart working
Secondo l’indagine di Mercer, la diffusione del lavoro da remoto ha spinto molti dipendenti a riconsiderare il proprio ordine di priorità, ridefinire l’equilibrio tra vita professionale e personale e riflettere sul luogo dove hanno scelto di vivere. E di conseguenza anche molte aziende, soprattutto quelle operanti su mercati del lavoro in via di contrazione, hanno dovuto ripensare il proprio modello di gestione di una forza lavoro distribuita su scala mondiale.
Proprio per discutere dei principali temi di attualità e di tendenza nell’ambito della gestione della mobilità internazionale e guidare una più ampia community di esperti, Mercer ha avviato da alcuni anni la Italian Global Mobility Academy che riunisce i responsabili mobility delle più grandi aziende in Italia. I temi trattati sono individuati da uno Steering Commitee di cui fanno parte alcune delle più grandi multinazionali italiane, fra cui Enel Group, Eni, Ferrero, Generali, Intesa Sanpaolo, Iveco Group, Marelli, Pirelli, Prysmian Group, Saipem, UniCredit e Hitachi Rail. Alcuni numeri: 12.867 expat toccati, più di 200 addetti alla mobilità internazionale e 29 Paesi.

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