19 Settembre 2024
Economia Costruzione

Economia Costruzione

Secondo i calcoli di Coima, servirebbero però investimenti per 200 miliardi in 10 anni

Prospettive più che rosee per il settore dell’edilizia. Una spinta alla crescita arriva dal Superbonus 110% e dagli altri bonus fiscali, il centro di ricerche Cresme prevede una crescita degli investimenti del 17,6% per quest’anno e del 6,6% nel 2022 dopo una flessione contenuta nel 5,3% nel 2020. Ma se si amplia l’orizzonte temporale, sarà soprattutto il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza a favorire lo sviluppo del settore.
Le cifre emerse nel corso del “Real Estate Forum”, organizzato in ottobre da Coima, gruppo italiano leader nell’investimento, sviluppo e gestione di patrimoni immobiliari per conto di investitori istituzionali, sono di tutto rilievo: i capitali che potrebbero avere un impatto complessivo per le città italiane e il territorio nazionale sono stimati in 54,4 miliardi di euro e la cifra complessiva potrebbe superare gli 85 miliardi, includendo anche gli investimenti nelle infrastrutture pari a 31,5 miliardi.
Nel Pnrr la rigenerazione urbana è citata nella sola “Missione 5”: adottando un approccio trasversale rispetto alle diverse aree tematiche e strutturali di intervento e identificando gli investimenti con un impatto diretto e indiretto sulla rigenerazione del territorio, si arriva a delineare questo scenario sensibilmente più rilevante non solo dal punto di vista delle risorse finanziarie, ma anche sotto l’aspetto dell’impatto sociale e ambientale.
La definizione dei progetti di rigenerazione urbana, viene osservato, dovrebbe essere declinata unitamente a quelli infrastrutturali, amplificando e accelerando il raggiungimento degli obiettivi del piano coerentemente con il Next Generation Eu; vengono anche indicati i principali elementi per attivare operazioni di rigenerazione urbana virtuose: una governance orizzontale tra missioni, la definizione di obiettivi Esg quantitativi, modelli di partenariato pubblico privato e, infine, la semplificazione dei processi e dell’iter di approvazione.
Secondo una ricerca elaborata da Coima, questi capitali potrebbero generare l’avvio di un importante processo di rigenerazione del territorio su base nazionale che potrebbe coinvolgere una parte del patrimonio pubblico immobiliare, pari oggi ad oltre 350 milioni di mq, che necessita di interventi di riqualificazione. In questo contesto, favorevole si potrebbe anche lavorare per colmare i gap che separano il nostro paese dal resto dell’Unione Europea: in Italia il 40% degli immobili ha oltre 60 anni, contro un valore medio in Europa del 32%; il 70% degli edifici è a rischio sismico, la media Ue è del 30%, mentre le aree verdi disponibili per ogni cittadino pesano per circa il 15% contro una media Ue che si attesta tra il 20% e il 30%.
Colmare i gap, hanno calcolato in Coima, significherebbe rigenerare non meno di 100 milioni di metri quadrati, con investimenti per 200 miliardi di euro in 10 anni, con benefici per l’ambiente, si otterrebbe una riduzione del 15% delle emissioni di CO2, per l’occupazione, con la creazione di 200/300 mila posti di lavoro all’anno, e per l’economia, con un effetto indotto trasversale su vari settori. C’è, infine, un altro fattore che, secondo Coima, può svolgere un ruolo cruciale nel sostenere la crescita a lungo termine ed è la progettazione di immobili conformi ai criteri Esg, opererebbe da stimolo per le economie grazie agli investimenti, ma contribuirebbe anche a un’Europa più sostenibile.

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