In aula alla Camera tra mercoledì e giovedì. Foti (Fdi): «Avranno la risposta che meritano cioè la piena fiducia da parte della maggioranza nei confronti dei due ministri di centrodestra»
Quella che si aperta è una settimana sul piano politico, impegnativa per il centrodestra. Mercoledì 3 aprile arriva in aula alla Camera la mozione di sfiducia nei confronto del ministro del Turismo Daniela Santanchè. Tra mercoledì e giovedì è invece atteso il voto su un’altra mozione di sfiducia: quella opposizioni contro il responsabile delle Infrastrutture, e vicepremier Matteo Salvini. In entrambi i casi le opposizioni tenteranno la spallata al governo.
«Le opposizioni hanno presentato le mozioni di sfiducia nei confronti dei ministri Santanchè e Salvini. Da regolamento possono farlo – è stato il commento del capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti di Fdi- . In Aula avranno la risposta che meritano cioè la piena fiducia da parte della maggioranza nei confronti dei due ministri di centrodestra».
Il caso Santanchè agita il governo
Va comunque ricordato che la mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni contro la ministra del Turismo, alla luce dell’indagine della Procura di Milano sul caso Visibilia, potrebbe slittare ancora, complice un ingorgo di provvedimenti. E nel frattempo nessuno nella maggioranza scommette siano esclusi colpi di scena. «Nessuno mi ha chiesto di dimettermi», ha assicurato la ministra, circondata da una certa freddezza nel centrodestra. C’è chi giura che la stessa premier Giorgia Meloni le abbia chiesto almeno una riflessione, e segnali di pressioni arrivano anche dalla Lega, anche se il partito ha provato a stoppare queste ricostruzioni con una nota: «La Lega è e resta garantista» e la vicenda che riguarda la ministra «confermerà per l’ennesima volta la compattezza della maggioranza e la piena sintonia tra i leader».
La mozione contro Salvini
Tra mercoledì e giovedì dovrebbe arrivare in Aula, sempre a Montecitorio, la mozione di sfiducia delle opposizioni a Salvini, che riguarda i rapporti della Lega con il partito Russia Unita. A differenza della precedente, l’esito di questa votazione non agita affatto il governo. Presentata inizialmente da Matteo Richetti di Azione, la mozione è stata sottoscritta da Conte e Schlein. Nel documento viene sottolineato che il vicepremier leghista «non rinnega né i rapporti di collaborazione con il partito di Vladimir Putin né le sue dichiarazioni di elogio a Putin stesso». Ma Salvini ha replicato: «Non esiste nessun accordo, non metto piede in Russia da non so quanti anni». La parola passa ora all’aula.