Fonte: La Stampa
Gli Stati Uniti: pronti a misure “proporzionate” contro gli attacchi informatici
La tensione tra Usa e Russia non accenna a diminuire. A partire dalla crisi Ucraina, passando per gli episodi di hackeraggio per finire alla Siria sembra ormai tornata a tutti gli effetti la «guerra fredda». Oggi il presidente Putin ha puntato il dito contro Obama sostenendo che è «molto difficile dialogare con l’attuale amministrazione statunitense. Praticamente non c’è dialogo».
Putin ha accusato Washington di cercare di dettare le proprie condizioni agli altri Paesi, ma si è dimostrato disponibile a dar vita a «relazioni amichevoli con una potenza e una economia così grande come gli Stati Uniti».
E l’ambasciatore russo a Washington Sergei Kislyak punta il dito contro gli Stati Uniti per il deteriorarsi delle relazioni bilaterali, citando il «Magnitsky Act» (le misure restrittive introdotte negli Usa contro personalità coinvolte con violazioni dei diritti civili e al caso dell’avvocato morto in carcere dove era detenuto da quasi un anno in attesa di processo), le politiche dell’amministrazione Obama durante le proteste anti Yanukovich in Ucraina e l’espansione e il potenziamento delle forze della Nato nell’Est dell’Europa.
«I rischi di un errore sono aumentati. In modo particolare con le nostre forze e quelle della Nato, dispiegate ai nostri confini», ha avvertito Kislyak in un intervento ieri alla Johns Hopkins University’s School for Advanced International Studies. «Siamo molto delusi del fatto che invece di cercare di costruire e capitalizzare su ciò che Russia e Stati Uniti possono fare insieme per contribuire alla soluzione di questioni che si presentano per entrambi, siamo bloccati in questo genere di discussioni non amichevoli», ha aggiunto il diplomatico, come riporta Radio Liberty, sottolineando che in tal modo entrambi gli attori «perdono molte opportunità».
«Non siamo noi ad aver iniziato questo (confronto, ndr), non siamo noi ad alimentarlo, ma il risultato è che ci troviamo qui anche noi», ha aggiunto sollecitando la ripresa della cooperazione fra i militari dei due paesi in Siria, dove Mosca «è presente a pieno titolo legale, diversamente da altri che sorvolano il Paese e inviano truppe sul terreno senza chiedere il permesso del governo legittimo».
In tutto questo gli Stati Uniti non stanno a guardare e Josh Earnest, portavoce della Casa Bianca ha annunciato che il presidente Obama sta valutando una risposta «proporzionale» alle presunte interferenze russe sul voto Usa tramite hackeraggi. «C’è una serie di risposte a disposizione del presidente e lui considererà una risposta che sia proporzionale», ha dichiarato Earnest, precisando che qualsiasi sia la scelta probabilmente non verrà annunciata in anticipo né svelata dopo. Venerdì scorso l’intelligence Usa aveva accusato ufficialmente per la prima volta Mosca degli hackeraggi.