Fonte: La Stampa
di Paolo Baroni
Si moltiplicano gli appelli a governo e Parlamento. “Riparte il futuro” al presidente Grasso: ingiustificato il letargo della Commissione Affari costituzionali
Dalla regolamentazione delle lobby alla protezione dei whistleblower, dal conflitto di interessi allo ius soli, sino allo scioglimento degli organi di Asl e ospedali per infiltrazioni mafiose sino agli indentificativi da assegnare alle forze dell’ordine: sono tante le leggi incagliate da mesi al Senato. O meglio alla Commissione Affari costituzionali. Prima c’era da rifare la legge elettorale, poi il pacchetto di riforme uscito bocciato dal referendum di dicembre e molti temi, per quanto rilevanti, sono passati in secondo piano. Ora si potrebbe ripartire se non fosse che con la nomina di Anna Finocchiaro a ministro, la Prima commissione di palazzo Madama è senza guida, o meglio è affidata ad un presidente pro-tempore, Salvo Torrisi dell’Ncd.
Non è accettabile che si prosegua con questo «letargo» sino ad ora «giustificato» dalla lunga pausa natalizia del Parlamento, denuncia «Riparte il futuro», la community on line fondata nel 2013 col supporto di Libera e del gruppo Abele che raccoglie oltre 1 milione di persone che si battono per sconfiggere la corruzione promuovendo la trasparenza e la certezza del diritto.
«Riparte il futuro» si rivolge direttamente al presidente del Senato Piero Grasso invitandolo, «con rispetto e con stima» a «darsi una “sveglia”. Essendo egli uomo di legge e attento conoscitore delle procedure e degli equilibri – è scritto nell’appello diffuso in questi giorni – lo preghiamo di attivarsi e di sanare immediatamente questa situazione. La Commissione Affari costituzionali del Senato si è spesso dimostrata – in questa Legislatura – un “porto delle nebbie” capace di bloccare provvedimenti urgenti e attesi per lo sviluppo democratico del Paese. Chiunque sarà il Presidente dovrà stabilire delle necessarie priorità se vorrà portare a casa almeno qualche risultato prima della conclusione della Legislatura. Chiediamo al presidente Grasso di dare un forte segnale perché la nostra richiesta non è certo un bizantinismo ma, al contrario, l’esigenza di un Senato che intende dimostrare la sua importanza, valore e capacità di incidere nella vita democratica e nel progresso del Paese».
Tra i tanti provvedimenti fermi in Commissione Affari costituzionali al Senato c’è innanzitutto la legge che introduce la protezione dei whistleblower (AS. 2208). Testo che dopo il via libera della Camera un anno fa è andato in discussione in Prima commissione a ottobre per poi bloccarsi. I whistleblower – spiega «Riparte il futuro», che assieme a Transparency Italia ne ha fatto una delle sue campagne più importanti, sono coloro i quali segnalano malfunzionamenti o illeciti sul posto di lavoro, sono universalmente riconosciuti come uno strumento fondamentale per far emergere frodi e corruzione. In Italia non sono protetti pur rischiando mobbing, gravi ritorsioni e la perdita del posto di lavoro.
Anche le norme sulla regolamentazione del lobbyng (AS. 1522) sono in stand bye. Presentato il 12 giugno 2014, il ddl Orellana è diventato il testo base in materia di regolamentazione dell’attività dei portatori di interesse. Il 27 aprile 2016 scadeva il termine per la presentazione degli emendamenti, poi il provvedimento non è quasi stato più discusso. Anche questo per Riparte il futuro è un tema prioritario.
La legge sul conflitto di interessi(AS.2258) è stata trasmessa dalla Camera il 29 febbraio 2016, il ddl è fermo e non se ne discute più dall’inizio di ottobre. L’ultima discussione sulle disposizioni in materia di cittadinanza (AS. 2092), ovvero il provvedimento che introdurrebbe in Italia lo ius soli, risale invece al 12 aprile 2016. Sempre da aprile 2016 sono al palo le norme sullo Scioglimento degli organi delle aziende sanitarie locali ed ospedaliere per infiltrazioni mafiose (AS. 795), presentate addirittura 4 anni fa dalla senatrice Doris Lo Moro. Anche questo è ritenuto un «provvedimento importante considerata la rilevanza dei fenomeni criminali e corruttivi nell’ambito sanitario». Infine, segnala Riparte il futuro, c’è la proposta presentata da Lorenzo Battista (M55) che prevede di assegnare codici identificativi alfanumerici per il riconoscimento delle forze dell’ordine in servizio (AS. 1337), che dopo un’articolata discussione è fermo dal 7 settembre.
Possibilità che la situazione si sblocchi a breve? Difficile immaginarlo. Almeno per quanto riguarda la questione della presidenza della Commissione i tempi si preannunciano lunghi. Perché dovendo riscrivere nelle prossime settimane la legge elettorale questo del Senato è uno snodo cruciale e di conseguenza anche la scelta del suo presidente ricade nelle trattative che stanno conducendo i partiti.
A loro volta, intanto, Avviso Pubblico, Libera, Legambiente assieme a Cgil, Cisl e Uil, hanno rivolto un appello al capo dello Stato, al Parlamento ed al governo perché prima che finisca la legislatura vengano approvati tutti i provvedimenti che servono a rafforzare la prevenzione ed il contrasto alle mafie e alla corruzione. Anche in questi casi si tratta di progetti di legge dei quali l’iter è già in uno stato avanzato di discussione e in attesa di approvazione: si va dalle modifiche alla normativa in materia di beni e aziende confiscate alle mafie alla riforma della prescrizione dei processi, dalle misure di contrasto alla criminalità nel settore del gioco d’azzardo e quelle a favore dei testimoni di giustizia sino al riconoscimento ufficiale del 21 marzo come Giornata nazionale della memoria in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.