La Commissione pensa a una riduzione sulle importazioni di veicoli elettrici prodotti in Cina dai due gruppi. Primo voto degli Stati, 11 astenuti
La Commissione europea ha comunicato a Volkswagen -1,01% e Bmw -0,53% che potrebbe prendere in considerazione una riduzione delle tariffe doganali sulle importazioni di veicoli elettrici prodotti in Cina da parte delle due case automobilistiche, hanno dichiarato all’agenzia Reuters due fonti a conoscenza della questione. La decisione non sarebbe ancora definitiva.
Secondo le fonti, la Commissione europea sarebbe disposta a classificare le due case automobilistiche come cosiddette società cooperanti, rendendole ammissibili a una tariffa del 20,8% sui loro modelli prodotti in Cina, a fronte di una tariffa massima del 37,6% (da sommare al 10% esistente) prevista dai piani attuali.
La Mini elettrica di Bmw e la Cupra Tavascan di Volkswagen, prodotta dal marchio Seat, non hanno fatto parte del campione analizzato da Bruxelles prima dell’annuncio delle tariffe, il che significa che sono state automaticamente sottoposte al livello tariffario più alto.
Se venisse approvato, si tratterebbe di un primo, precoce compromesso da parte di Bruxelles su tariffe che danneggeranno alcune delle principali case automobilistiche europee, che producono auto in Cina e le importano nel Vecchio continente.
L’industria automobilistica tedesca si è opposta ai dazi perché teme ritorsioni da parte della Cina, dove le Bmw, il gruppo Vw e Mercedes-Benz hanno realizzato un terzo dei loro ricavi lo scorso anno.
Bruxelles ha tempo fino a novembre per prendere una decisione definitiva sui nuovi dazi anti-dumping, al momento preliminari, contro le auto elettriche cinesi. Un portavoce della Commissione europea ha dichiarato che sono in fase di valutazione le richieste di aziende che non stavano ancora producendo auto elettriche a batteria in Cina durante l’indagine (avviata a metà ottobre 2023).
Intanto i 27 hanno espresso un primo voto a proposito dei dazi.
Una dozzina di membri dell’Unione ha votato a favore, quattro hanno votato contro e 11 si sono astenuti, hanno detto le fonti. Se questo esito dovesse essere quello del voto vincolante i dazi passerebbero e durerebbero 5 anni. A meno che la posizione degli stati non cambi man mano che procedono le trattative con Pechino. Ma per bocciarli servirebbe una maggioranza qualificata contraria di 15 paesi rappresentanti il 65% della popolazione dell’Ue. Intanto, Francia, Italia e Spagna hanno sostenuto i dazi, mentre Germania, Finlandia e Svezia si sono astenute. Il ministro del commercio svedese Johan Forssell ha detto che il dialogo tra la Commissione e la Cina per trovare una soluzione sarebbe molto importante.
Le numerose astensioni sono espressione di una grande ritrosia, dovuta al rischio di una guerra commerciale con la Cina. Pechino ha minacciato ritorsioni di vasta portata.