La segretaria del Pd a Che tempo che fa chiude sull’ipotesi di un sostegno a un terzo mandato di De Luca in Campania. «Su Harris nessuna scommessa, ma una grande speranza». Le alleanze? «Noi non perdiamo tempo in polemiche con gli altri partiti che vogliono sconfiggere la destra»
«Possono votare tutte le leggi regionali che vogliono ma il Pd non sosterrà presidenti uscenti per un terzo mandato». Elly Schlein, intervistata da Fabio Fazio a Che tempo che fa, dà l’altolà a Vincenzo De Luca. E avverte il governatore e con lui i consiglieri del Pd che hanno votato la legge regionale che apre a una ricandidatura nel 2025: «Non avremmo sostenuto con piacere Bonaccini per una terza corsa in Emilia-Romagna o Decaro amatissimo sindaco di Bari? Ma le regole valgono per tutti. Se qualcuno non è abituato perché prima funzionava diversamente, è bene che si abitui. Io sono stata eletta per fare questo».
È l’unico momento dell’intervista tv in cui la segretaria dem abbandona l’atteggiamento mite e collaborativo tenuto fino ad allora. Anche su Giuseppe Conte e il suo attendismo – quanto meno – riguardo all’alleanza tra M5S e dem, Schlein continua ad aprire: «Sui temi come sanità, salari, diritti, le opposizioni già uniscono le forze, per questo restiamo testardamente unitari. Sappiamo di non poter bastare a noi stessi, serve un progetto per un’Italia progressista». Tutti leit motiv della segretaria. Che incalzata da Fazio su cosa farà Conte, a un certo punto si irrita o quasi: «Se non con il Pd con chi ti allei? Perché c’è la destra dall’altra parte. E se pensi di arrivare da solo al 50 per cento, credo saranno gli elettori a non seguire te».
Sicuramente molto calda, però, è la vicenda campana. I consiglieri regionali del Pd, infatti, a eccezione di una, dando via libera alla legge sui due mandati, hanno contraddetto la linea che la segretaria aveva ribadito anche durante una recente riunione in videoconferenza. Nient’altro che «un atto tecnico, di doverosa attuazione della legge nazionale in materia d’ineleggibilità, come peraltro già fatto da altre Regioni», si sono difesi gli eletti campani. Ma il significato politico di quel voto, voluto da De Luca, è innegabile. E Schlein chiude la porta alle ambizioni del governatore in vista delle elezioni di fine 2025 (salvo rinvii alla primavera 2026).
A De Luca offre solo di collaborare nell’individuazione del suo possibile successore. «Si dovrà discutere con il partito della Campania — dice a proposito di chi possa essere il candidato alternativo — . Come Bonaccini e Decaro hanno aiutato a costruire il dopo, bisognerà fare la stessa cosa in Campania». Il centrodestra, all’opposizione dal 2015 in quella regione, naturalmente, evidenzia subito la spaccatura. «Dobbiamo ritenere che esista un Pd a Roma e un Pd diverso a Napoli?», è il commento sarcastico di Tommaso Foti, capogruppo di FdI alla Camera.
E Fulvio Martusciello, eurodeputato e coordinatore campano di Forza Italia, ma soprattutto uno dei papabili candidati del centrodestra, pregusta una doppia candidatura nell’area avversaria: «Vincenzo De Luca si candiderà per il terzo polo e quella fine farà. Gli toccherà candidarsi anche come consigliere per ottenere l’elezione. Quando quelli che lo sostengono capiranno che rischiano di non essere rieletti, sarà il fuggi fuggi». Martusciello poi si concede anche di spronare Schlein a non desistere dalla sua «battaglia di rinnovamento». E la sollecita così: «L’arroganza si sconfigge con il coraggio».