19 Settembre 2024

Fonte: Corriere della Sera

di Enrico Marro

Il Consiglio dei ministri è stato convocato per questa mattina alle 11.30, ma con un ordine del giorno che non dice nulla: «Varie ed eventuali». Secondo le indiscrezioni, la riunione di governo potrebbe limitarsi a una prima discussione tra il premier Mario Draghi e i ministri sia sul nuovo «scostamento di bilancio» per finanziare il decreto legge Sostegni bis sia sul Def, il Documento di economia e finanza, ma rinviando l’approvazione di entrambi a un successivo Consiglio dei ministri, entro la settimana. I più ottimisti nella squadra di governo ritengono invece possibile il varo oggi dello «scostamento di bilancio» da almeno 40 miliardi, cui si sommerebbe la prima tranche, forse 5 miliardi, di ulteriore deficit per finanziare le opere che resterebbero fuori dal Recovery plan e che hanno un valore complessivo di circa 30 miliardi. In tutto, quindi, la richiesta che il governo potrebbe fare al Parlamento è di autorizzare un ulteriore «scostamento di bilancio» per almeno 45 miliardi nel 2021, dopo i 32 già utilizzati per il decreto legge Sostegni.

Pil tra 4 e 4,5%
Cifre che avrebbero una immediata ripercussione sul deficit per quest’anno, che salirebbe verso l’11% (contro il 9,5% dell’anno scorso), sul debito, che continuerebbe a crescere in rapporto al Pil, ma anche sullo stesso prodotto interno lordo, spingendo la crescita di qualche decimale di punto, tra il 4 e il 4,5%: meno del 6% previsto dall’esecutivo lo scorso autunno, quando però non c’era stata ancora la nuova ondata di coronavirus, ma comunque in ripresa rispetto al catastrofico 2020. Ieri è stato anche il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, a dire: «I nostri dati confermano che l’obiettivo di una crescita del 4% è possibile anche se i rischi restano». Proprio per assestare il quadro macroeconomico alla luce del nuovo scostamento di bilancio e degli effetti che potranno avere il Recovery plan e il fondo per le opere extrapiano, il Def non sarà approvato oggi, ma tra domani e la fine della settimana.

La prudenza di Franco
In realtà, nella maggioranza e nel governo la discussione è andata avanti tutto il giorno tra due schieramenti: coloro che vorrebbero uno scostamento di bilancio più importante e coloro che vogliono procedere con prudenza. Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha chiesto qualche giorno fa a Draghi 50 miliardi di deficit aggiuntivo per sostenere imprese e famiglie mentre Forza Italia ha proposto «20 miliardi al mese di scostamento» finché ci sono le restrizioni. Il ministro dell’Economia, Daniele Franco, vorrebbe invece rimanere sui 40 miliardi, sperando che siano gli ultimi necessari prima di un graduale ritorno alla normalità. Sotto il governo Conte conflitti di questo tipo venivano risolti con vertici di maggioranza che precedevano le riunioni del Consiglio dei ministri. Draghi non pare intenzionato a seguire questa strada, ma a risolvere i dissidi nella discussione in Consiglio dei ministri. Varata la richiesta di nuovo «scostamento di bilancio», essa sarà approvata la prossima settimana in Parlamento e servirà a finanziare il decreto legge Sostegni bis, che dovrebbe prevedere per chi sta beneficiando degli indennizzi del dl Sostegni (nella prima settimana 600 mila imprese per un totale di 1,9 miliardi, cifre che potrebbero raddoppiare entro la fine di questa settimana) nuovi ristori, che avrebbero un importo doppio rispetto a quelli in corso di erogazione. In sostanza, se una partita Iva ha preso 2.500 euro col primo dl Sostegni, ne prenderà 5 mila col secondo. A questi indennizzi dovrebbero infatti essere destinati circa 20-22 miliardi rispetto agli 11 stanziati dal primo dl. Allo studio anche la proroga delle moratorie sui prestiti, la sospensione di Imu e Tosap, ristori parametrati sui costi fissi (affitti, bollette), decontribuzione sulle assunzioni.

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