19 Settembre 2024

Fonte: La Repubblica

di Francesco Giubelei

La prima tappa del grillino è la Castelfrigo di Castelnuovo Rangone affianco agli operai licenziati

Alessandro Di Battista apre la campagna elettorale in Emilia evitando qualsiasi commento alla scelta di Luigi Di Maio di farsi eleggere nel listino, al riparo dalle insidie del voto in un collegio uninominale aperto alla competizione vera: “Credo fermamente in Luigi, quanto a me continuerò a fare politica”, dice davanti ai cancelli della Castelfrigo di Castelnuovo Rangone, presidiata da mesi dagli operai licenziati dalla cooperativa che li ha forniti in appalto all’azienda di lavorazione carni.
Con la fine della legislatura tornerà a essere un privato cittadino anche se, e la sua presenza a Modena in questa fredda serata di inizio gennaio lo dimostra, la dimensione pubblica continuerà a giocare un ruolo nella sua vita: “Se vinceremo le elezioni ci presenteremo davanti al Parlamento, ma non chiedetemi di alleanze: faremo le nostre proposte e su quelle chiameremo gli altri partiti a confrontarsi”.
La sensibilità alla vertenza dei lavoratori schiavizzati dalle false cooperative come questi della Castelfrigo potrebbe far pensare, in prospettiva, a qualche convergenza con Liberi e Uguali, ma al solo sentir pronunciare il nome di Grasso Di Battista quasi si indigna: “Grasso proviene da quel partito, il Pd, poi cambia il nome del partito in cui si trova ma gli uomini restano gli stessi, e io con questi uomini non voglio aver niente a che fare”.
Su quel che farà ora che la sua decisione di non ricandidarsi lo mette temporaneamente fuori dai giochi, almeno da quelli parlamentari, si limita a dire: “Tornerò alla mia vita, ma continuerò a lavorare sui temi che mi interessano, come le banche”. Su come impiegherà il resto del tempo, aggiunge: “Sono fatti miei”.

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