Sdoganato l’uso dei fondi strutturali per scopi militari «se creano sviluppo sul territorio» e rafforzato InvestEU, possibile anche l’uso dei prestiti RRF non utilizzati dai Pnrr nazionali
«Esplorare tutte le strade, verificare tutte le possibilità». In altri termini, «raschiare il fondo del barile». In attesa che gli Stati membri, e soprattutto il nuovo governo tedesco, decidano se si può fare il fondo europeo per la difesa emettendo nuovo debito comune. È questo l’obiettivo che la Commissione europea si è data per affrontare quella che è considerata, dopo l’arrivo del nuovo inquilino alla Casa Bianca, la priorità assoluta per l’Unione europea: dotarsi più in fretta possibile di una capacità di difesa comune e conquistare autonomia strategica rispetto agli Stati Uniti.
In pochi mesi in Europa è tramontata l’illusione che la Nato fosse una garanzia sufficiente. Ora si corre ai ripari, ma con due enormi limiti: le risorse e la sovranità. Sulle risorse, il bilancio a lungo termine 21-27 destina alla difesa circa 10 miliardi di euro in sette anni per 27 Stati membri, mentre le spese nazionali, per quanto ampie, sono del tutto scoordinate e dunque inefficaci. E qui interviene il secondo limite, quello della sovranità nazionale, di cui la difesa e più in generale gli apparati militari, sono considerati la quintessenza. In attesa che, sotto la pressione dei mutati equilibri globali, i 27 (o anche solo un gruppo più piccolo) facciano qualche decisivo passo avanti, Ursula von der Leyen ha dato mandato di verificare tutte le possibilità tecniche e giuridiche per dare fondo a tutte le risorse europee che possono essere immediatamente dirottate sulla difesa, senza aspettare il prossimo bilancio a lungo termine che sarà presentato a giugno ma i cui effetti non arriveranno prima del 2028.
Il potenziamento di InvestEU
Il primo intervento proposto nel corposo pacchetto di semplificazioni presentato mercoledì 26 febbraio è la modifica del regolamento di InvestEU, il vecchio Piano Juncker, che con poco più di 22 miliardi di garanzie europee ha attivato finora investimenti per quasi 280 miliardi di euro. L’obiettivo iniziale era di attivare 372 miliardi di investimenti, ma con la modifica al regolamento e 2,5 miliardi di ulteriori garanzie, si punta a «sbloccare» altri 50 miliardi di investimenti pubblici e privati. «L’aumento della capacità di InvestEU sarà utilizzata principalmente per finanziare attività più innovative a sostegno delle politiche prioritarie» si legge nei documenti pubblicati. D’ora in avanti, hanno spiegato autorevoli fonti europee al Sole 24 Ore, nei regolamenti sarà inserita una clausola che permette di destinare tutte le nuove risorse alla «priorità assoluta», la difesa appunto, con implicazioni di competitività industriale . Questa “riserva” per la difesa non riguarderà solo InvestEU.