20 Settembre 2024

Fonte: Sole 24 Ore

di Nicoletta Cottone

Sono nove i capitoli del progetto proposto dal premier per far ripartire l’Italia


Digitale, infrastrutture, sostenibilità, competitività, sostegno alle filiere produttive, ma anche ricerca, inclusività, una Pa più moderna, una giustizia al passo con i tempi. Sono nove i capitoli di ”Progettiamo il rilancio”, piano proposto dal premier Giuseppe Conte nel corso degli Stati generali. «Non vogliamo ripristinare lo status quo, ma migliorare il paese», ha annunciato Giuseppe Conte facendo il punto sulla prima giornata di lavoro degli Stati generali dell’economia insieme ai ministri dell’Economia Roberto Gualtieri e dell’Innovazione Paola Pisano.

Un progetto in itinere
Un progetto in embrione e in itinere, che potrebbe essere modificato in corso d’opera in base ai suggerimenti emersi nel corso degli incontri degli Stati generali a villa Pamphili, dribblati dall’opposizione. Con l’Unione europea che ha chiesto, per voce della presidente della Commissione Ursula von del Leyen, riforme ambiziose. C’è il sogno della digitalizzazione accarezzato da anni, quello delle infrastrutture mancate che ci fanno apparire la Cenerentola d’Europa, soprattutto per i collegamenti con il Sud. C’è l’Italia delle meraviglie, con il suo patrimonio artistico e culturale da rilanciare, c’è l’industria bloccata dal lockdown, con le imprese in gravi difficoltà che tentano la ripartenza. Ci sono un milione di nuovi poveri causati dall’emergenza Covid-19 che hanno bisogno di risposte. Ecco, nel dettaglio, i nove punti del piano

1. Un Paese digitale
É il primo punto del piano Conte, declinato in 5 voci. Si parte dal ”tutti connessi”, puntando su una rete nazionale unica in fibra ottica e sul 5G. Poi investimenti da una parte per rafforzare la cybersecurity e dall’altra per il digitale del Paese, dall’intelligenza artificiale alla robotica, ai servizi di cloud. E poi la promozione dei pagamenti digitali e il piano Cash less. E superare il digital divide grazie a voucher per famiglie e imprese, alla rete unica per le cosiddette “aree bianche”, a Internet ultraveloce nelle aree rurali per sviluppare l’Agricoltura 4.0.

2. Infrastrutture più efficienti
Sul punto il piano Conte vuole infrastrutture più sicure ed efficienti. A partire da un’Italia iperconnessa assicurata da una rete ferroviaria e stradale efficiente. Si parte dal completamento dell’alta velocità (Genova-Roma, direttrice adriatica, Roma-Ancona, Roma-Pescara, estensione in Calabria, Basilicata, Puglia e Sicilia), ai arriva all’integrazione tra reti Nord-Sud ed Est-Ovest. Fra le opere prioritarie, il potenziamento infrastrutturale dei nodi ferroviari, 13 direttrici ferroviarie, 39 opere stradali. E il potenziamento del trasporto regionale, da sempre notevole problema per i pendolari della Penisola. Interventi anche sul fronte di porti, aeroporti, ferrovie per completare l’intermodalità dei trasporti. Su questo fronte di parte dalla creazione di Smart districts distribuiti sul territorio, interconnettendo i principali poli infrastrutturali esistenti (porti, aeroporti, grandi basi, arsenali, stabilimenti/poli manutentivi). Il programma prioritario per i porti prevede manutenzione, digitalizzazione, aumento della capacità portuale. Potenziamento, poi, dei collegamenti su ferro agli aeroporti dei principali nodi urbani. Poi modernizzazione della rete idrica, che in Italia fa acqua da più parti, intervenendo su accumuli e pompaggi per uso idroelettrico e irriguo, realizzando il “Piano dighe”, potenziando il “Piano acqua per l’agricoltura”, con manutenzione straordinaria del reticolo idraulico e interventi sui bacini di raccolta.
Il piano punta a un rilancio dell’edilizia urbana e rurale, con la realizzazione del “Progetto rinascita urbana” (legge di bilancio 2020), il rafforzamento del Bonus per il verde urbano privato, l’ammodernamento e il potenziamento dell’edilizia penitenziaria e giudiziaria, anche attraverso la creazione di “cittadelle della giustizia”. Il rilancio interessa anche l’impiantistica sportiva, con interventi di riqualificazione delle strutture in vista delle Olimpiadi invernali 2026, l’incremento del fondo “Sport e periferie”, con specifico riferimento alle aree del Paese con un particolare indice di vulnerabilità sociale.

3. Un paese più sostenibile
Necessario investire nella transizione energetica, tramite l’implementazione dei progetti per le energie rinnovabili, l’accelerazione della decarbonizzazione, l’attuazione del Piano integrato energia e clima e la velocizzazione delle procedure di autorizzazione. Poi la creazione del “Parco solare Italia” con incentivi all’installazione di pannelli fotovoltaici sugli edifici produttivi agricoli. Uno dei temi principali di questo capitolo è lo sviluppo dell’economia circolare e della green economy. Molti i progetti in campo: da quello sugli “Indicatori per la finanza sostenibile” a quello sulla “Bioeconomia”. Poi la creazione del marchio Italia sostenibile (Made Green in Italy), l’attuazione delle direttive europee sull’economia circolare, l’attuazione della strategia europea “Farm to fork” in campo agroalimentare. C’è anche il Progetto “End of Waste” e “Zero Waste” (zero rifiuti in discarica e possibilità di dare nuova vita ai rifiuti tradizionali usandoli come materia prima per altre produzioni), il Green Public Procurement, la lotta agli sprechi alimentari e l’aumento del recupero delle eccedenze come strumento di inclusione sociale. Una serie di interventi riguardano il risanamento ambientale, a partire dalle bonifiche. Previsto anche il risanamento dei siti di interessi nazionale, il progetto “Aria pulita” (attuazione del Clean Air Dialogue) e quello acque interne e mari puliti. Sul fronte di trasporti e logistica verde si punta a un trasporto pubblico locale più sostenibile, fatto con bus elettrici e a metano. E sull’aumento della possibilità di ricarica in tutto il Paese (misura inserita nel Dl Semplificazioni), su rete metropolitana e nuovi sistemi urbani e sull’incremento delle ciclovie e delle piste ciclabili. Nel capitolo mobilità dolce ci sono il progetto “Italia in Bici” e quello sentiero dei parchi. Sul fronte del punto dedicato al capitale naturale, si punta al sostegno alle zone economiche ambientali (parchi e aree marine protette), ad un’azione di contrasto al consumo del suolo. Interventi, poi, sul rischio idrogeologico, anche semplificando i procedimenti amministrativi. Previsto anche un Piano straordinario di manutenzione del territorio forestale e montano. L’ultimo capitolo di questo punto prevede un efficentamento energetico di tutto il patrimonio pubblico.

4. Imprese e lavoro: tessuto economico più competitivo
Il capitolo parte dall’innovazione e conferma per il prossimo triennio e potenziamento del piano Transizione 4.0 (rafforzamento dei sistemi di incentivo agli investimenti). Previsto Impresa 4.0 Plus (sistemi di incentivo per i grandi progetti di automazione, intelligenza artificiale, blockchain e per la transizione green dei sistemi produttivi), la
promozione di una community del venture capital italiano con la creazione di una piattaforma digitale di matching e formazione. La formazione permanente e la riqualificazione professionale dei lavoratori. Fondi strutturali per i grandi progetti europei. Il punto sul rafforzamento delle imprese parte dalla ricapitalizzazione e dall’aggregazione. Poi sostegno all’export: Piano straordinario di comunicazione per rilanciare l’immagine del Paese (territori, prodotti, eccellenze italiane). Ed E-book: guida alle Pmi per partire, portale unico per l’internazionalizzazione. Selezione e rafforzamento dei Temporary export manager e formazione digitale per le Pmi. Attivazione di servizi di intermediazione digitale, sostegno al sistema fieristico, promozione integrata 3D: cultura, economia, innovazione. Poi Finanza agevolata (Fondo 394/81) e lotta al falso e all’Italian sounding. Poi attrazione degli investimenti: reshoring, potenziamento del ruolo di Invitalia nell’attrazione degli investimenti, rafforzamento dell’attrattività nelle Zes, le zone economiche speciali. Un punto riguarda anche il sostegno alle transizioni occupazionali, con la
riforma e semplificazione degli ammortizzatori sociali, la rimodulazione in chiave di politica attiva degli strumenti di sostegno, il rinnovo della disciplina della Naspi. Attenzione anche alla tutela del reddito dei lavoratori: salario minimo, lotta alla contrattazione pirata, detassazione dei rinnovi contrattuali, Durc di congruità su appalti e su subappalti per il costo del lavoro, contrasto al caporalato e al lavoro nero, incentivi al welfare contrattuale, promozione della contrattazione di secondo livello. Il testo parla anche di qualità del lavoro. E parte dalla rimodulazione dell’orario di lavoro e dallo smart working. Parla di contratti di espansione e staffetta generazionale, di inserimento lavorativo dei giovani, di contrasto al part-time involontario, di modulare i contratti di lavoro eliminando le fattispecie più precarie. E di incentivare la partecipazione e la cogestione dei lavoratori in azienda. C’è poi un «grande piano di salute e sicurezza sul lavoro» che permetta regole certe per affrontare il rischio Covid. Si punta a rafforzare il ruolo dell’Inail nella consulenza alle imprese, alla promozione di sistemi premiali di prevenzione, all’osservatorio sul mercato del lavoro, alla promozione della responsabilità sociale d’impresa anche tramite sistemi premiali incentrati su indicatori europei.

5. Sostegno alle filiere produttive
Il capitolo sul “Piano integrato di sostegno alle filiere produttive italiane” parte dal turismo e prevede lo sviluppo e la modernizzazione dell’offerta turistica con un percorso di aggregazione dei principali operatori del turismo in Italia. E l’ammodernamento delle strutture alberghiere (Fondo Nazionale Turismo – Tax credit alberghi). C’è il Progetto di riqualificazione dei borghi e delle aree montane e “Agriturismo 4.0”, piano di sviluppo e digitalizzazione della ricezione nelle aree interne. Un capitolo è dedicato al restauro e alla valorizzazione del patrimonio artistico, culturale e paesaggistico, con un piano per attrarre capitali e investimenti privati, un sostegno al cinema e allo spettacolo e la riforestazione (fondo pluriennale di 1 miliardo). C’è poi l’automotive, che prevede un passaggio più rapido a veicoli meno inquinanti (incentivi e regolamenti), il sostegno alla ricerca su batterie e propulsioni alternative (polo di eccellenza per la ricerca, l’innovazione e il trasferimento tecnologico nel settore automotive nell’area di crisi industriale complessa di Torino – Dl Rilancio). Poi c’è la filiera agroalimentare e della pesca: si parte dall’attuazione del Green Deal e della nuova politica agricola comune. E dal potenziamento della competitività di aziende e filiere, dal rifinanziamento dei contratti di filiera e di distretto, dal Piano per la logistica dell’agroalimentare, dal miglioramento delle performance climatiche e ambientali delle produzioni. C’è poi lo sviluppo di agricoltura di precisione, ricerca e digital transformation. E la legalità e correttezza sui mercati attraverso il contrasto alle pratiche sleali e il rafforzamento del sistema dei controlli. Competitività delle imprese di pesca marittima e acquacoltura e incentivi alla “crescita blu” come approccio di sistema all’economia del mare. Efficientamento del sistema di governance e rafforzamento della struttura ministeriale. Ultimo punto, ma senza dettagli, è il piano nazionale acciaio.

6. La Pa al servizio di cittadini e imprese
Il primo capitolo riguarda la sburocratizzazione della Pubblica amministrazione, con il rafforzamento delle competenze organizzative del personale, nell’ottica del risultato, anche tramite co-working e smart working (Osservatorio dell’impatto economico del lavoro agile). C’è poi il Progetto a supporto delle Amministrazioni per la gestione delle procedure complesse rivolto alla riduzione dei tempi di adozione dei provvedimenti, alla misurazione e alla pubblicazione dei tempi (costituzione di un Osservatorio con le associazioni imprenditoriali su oneri e tempi). Secondo capitolo è la digitalizzaione della Pa. Si parte dal garantire l’interoperabilità delle banche dati della Pubblica Amministrazione secondo il principio once only, si parla di razionalizzazione dei data center e ampliamento dell’uso del cloud computing per le pubbliche amministrazioni che non ne dispongono, garantendo la titolarità del dato in mano pubblica. Poi la creazione di un portale unico dell’impresa, il Progetto “sistema conoscitivo aperto” che raccolga, sistematizzi e finalizzi i dati già disponibili presso le diverse pubbliche amministrazioni per consentire il monitorag- gio delle politiche pubbliche. E la realizzazione di un polo strategico nazionale per le infrastrutture digitali (dati e servizi critici), lo sviluppo di un sistema di Api nelle amministrazioni per consentire l’accesso alle banche dati di interesse nazionale. Si parla anche di rendere vincolante l’obbligatorietà dell’adesione delle pubbliche amministrazioni e dei concessionari di servizi pubblici alle infrastrutture abilitanti: Anpr, Io, PagoPa, Spid, Domicilio digitale. Previsto l’obbligo di offrire tutti i servizi all’utente finale in digitale. Connessione, poi, con banda ultralarga le pubbliche amministrazioni e i concessionari di servizi pubblici. nel capitolo e-procurement, un neologismo che riguarda il processo di “approvvigionamento elettronico”, si parla della centrale di acquisto di beni e servizi Ict delle pubbliche amministrazioni presso la Presidenza del Consiglio dei ministri. Poi la formazione del personale e la valorizzazione delle competenze, capitolo finora quasi sconosciuto in Italia. C’è i Piano di rafforzamento e formazione della classe manageriale pubblica, la formazione permanente del personale, il potenziamento delle competenze digitali dei dipendenti pubblici, la costituzione di un nucleo o di una struttura di supporto alla predisposizione e diffusione di modelli per la rilevazione e l’analisi dei fabbisogni e l’individuazione delle nuove competenze necessarie. Valorizzazione della Sna (Scuola nazionale dell’amministrazione) sul modello “Business School”, che coinvolga profili giuridici ed economici, provvedendo a compensare la formazione con approccio manageriale. Implementazione, poi, delle modalità di selezione del personale secondo modelli già adottati dalle istituzioni europee. E Piano di rigenerazione amministrativa per le politiche di coesione.

7. Investimenti in formazione e ricerca
Il capitolo “Investiamo nella formazione e nella ricerca” parte dalla necessità di innovare i sistemi di istruzione e ricerca. Come? Innovando il dottorato di ricerca, “costruendo” la formazione professionalizzante (con la valorizzazione degli Istituti tecnici superiori e delle lauree professionalizzanti). Con un Piano straordinario di reclutamento dei ricercatori, incentivando gli scambi europei, anche per le scuole superiori (progetto European Classroom). Crendo ecosistemi dell’innovazione al Sud. Altro capitolo è il diritto allo studio. In primis, contrastare più efficacemente la dispersione scolastica, poi introdurre misure per ridurre il sovraffollamento delle classi. Rafforzamento del “tempo scuola”, incremento delle borse di studio, ampliamento dell’offerta di residenze universitarie. Altro capitolo, adeguare le competenze alle esigenze dell’economia e della società. Come? Accrescendo le competenze digitali e ambientali, rafforzando la dimensione internazionale della formazione. Poi avvicinare la ricerca alle imprese: favorendo la nascita di poli di innovazione tecnologica, creando un sistema nazionale di open innovation, sostenendo i principali programmi di investimento con significativo impatto sulle filiere industriali nazionali, a partire dalla fase di ricerca, con particolare attenzione per quelli con possibile ricaduta tecnologica in ambito civile. E avvicinare la ricerca alla società, tramite la divulgazione e la contaminazione scientifica della società e la cooperazione tra ricerca e Terzo settore. Altro capitolo è dedicato alla cooperazione internazionale nella formazione e nella ricerca, che prevede una collaborazione tra università italiane e università del Nord Africa per formare la classe dirigente del Mediterraneo. Ultimo capitolo, non certo per importanza, la tanto attesa modernizzazione delle infrastrutture scolastiche, in chiave energetica e antisismica, ma anche un adeguamento all’e-learning. E formazione del personale scolastico.

8. Un’Italia più equa e inclusiva
Si parte dalla salute, con il rafforzamento delle reti sanitarie del territorio e della prossimità delle strutture del Servizio sanitario nazionale ai cittadini e con il rafforzamento dei dei servizi di prevenzione. Poi rinnovata integrazione tra politiche sanitarie e politiche sociali, valorizzazione delle politiche per il personale sanitario. Previsto anche il potenziamento della Sanità militare (presìdi ospedalieri e rete interforze di laboratori di analisi chimico-cliniche, in sinergia con il Servizio sanitario nazionale). Un capitolo riguarda il sostegno a natalità, genitorialità e famiglia, con l’istituzione dell’assegno universale, il riordino delle misure di sostegno all’educazione dei figli e delle figlie e la disciplina dei congedi parentali e di paternità. C’è poi garanzia bambini, che punta sul contrasto alla povertà educativa minorile e il potenziamento dei servizi per l’infanzia. Il capitolo giovani segnala il potenziamento del servizio civile universale, la piattaforma “orientamento giovani”, il progetto “Fermenti” (finanziamenti per i giovani). Una voce riguarda l’inclusione delle persone con disabilità e prevede un Codice delle persone con disabilità (potenziamento e semplificazione degli strumenti per i progetti di vita indipendente; percorsi di accompagnamento di uscita dal nucleo familiare di origine; deistituzionalizzazione delle persone con disabilità e non autosufficienti; definizione di un quadro normativo di riferimento e di tutela per i Care giver). Aumento delle pensioni di invalidità. Poi l’empowerment femminile, per accrescere il ruolo delle donne nella società italiana, incentivando la formazione tecnologica delle donne e l’accesso delle donne alle discipline Stem (dall’inglese Science, Technology, Engineering and Mathematics), incentivare l’occupazione e l’imprenditoria femminile. Trasparenza su inquadramenti contrattuali e retribuzioni, revisione degli indici di produttività in chiave gender oriented, la promozione di strumenti di armonizzazione e condivisione della vita familiare e lavorativa, il rafforzamento della protezione economica per le donne vittime di violenza. Chiude il punto il capitolo sul Piano Sud 2030 e la coesione territoriale. Prevista una fiscalità di vantaggio per il Sud, il rafforzamento della strategia nazionale delle aree interne, un incentivo al lavoro femminile al Sud.

9. Ordinamento giurudico più moderno
Il punto per avere un’ordinamento giuridico più moderno e attraente parte dalla riforma del Codice civile: c’è un disegno di legge di delega presentato il 19 marzo 2019, all’esame della Commissione giustizia del Senato. Poi lo Stato veloce: accelerazione e armonizzazione delle autorizzazioni Stato-regioni-enti locali. Poi trasformare i termini ordinatori in termini perentori condivisi da tutte le regioni. Ogni impresa deve conoscere i tempi di risposta per le autorizzazioni rilasciate da comuni e regioni (accordo unitario regioni). Poi la riforma del diritto societario. E il codice dello sport. Si parla di innovazione (riorganizzazione della disciplina). Poi la riforma della giustizia. A partire dal processo civile: disegno di legge di delega presentato il 9 gennaio 2020, all’esame della Commissione giustizia del Senato. Processo Penale: disegno di legge di delega presentato il 13 marzo 2020, all’esame della Commissione giustizia della Camera. Processo tributario. Nel pacchetto anche la riforma fiscale e la lotta all’evasione fiscale. E la riforma delle procedure di amministrazione straordinaria delle grandi imprese.

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