24 Novembre 2024

Fonte: La Repubblica

di Sara Bertuccioli e Giovanni Casadio

Votato all’unanimità l’intervento conclusivo del segretario reggente che si appella all’unità del partito. Ha ottenuto la fiducia fino all’Assemblea, ma la data non è stata decisa

 

Si chiude con una tregua, la direzione Pd. Ma non si sa quanto potrà durare. Alle 20 la relazione conclusiva del segretario reggente, Maurizio Martina, è stata votata all’unanimità dai membri della direzione. L’intesa di compromesso è stata trovata sull’accantonamento dei diversi ordini del giorno: da una parte quello dei renziani, dall’altra quello della sinistra interna.
Chiusura verso il M5s e il centrodestra, stop agli odi all’interno del Pd e un rischio non più velato di ritorno alle urne. Questi sono i passaggi chiave del discorso di Martina. E poi la promessa di un impegno a sostegno dell’operato del presidente Mattarella (lunedì alle consultazioni da noi ci sarà un atteggiamento costruttivo”). Nella relazione conclusiva c’è anche il passaggio sul mandato pieno al segretario reggente fino all’assemblea ma resta il nodo della data, che non è ancora stata decisa. Paolo Gentiloni prova a valorizzare lo sforzo unitario: “Più forza al Pd per affrontare i passaggi difficili delle prossime settimane”, commenta alla fine con un tweet.

IL DISCORSO DI MARTINA
Oltre alla chiusura verso M5s e centrodestra da Martina arriva un appello all’unità – “Basta odi tra di noi” – e una richiesta all’assemblea: “Chiedo alla direzione di rinnovarmi la fiducia a proseguire il mandato fino all’assemblea nazionale. Non chiedo sostegni di facciata ma un passo consapevole”. Nel discorso del reggente anche una frecciata rivolta all’ex segretario: “Ma secondo voi Salvini e Di Maio possono essere padri costituenti con noi?”. Una frase che liquida la proposta di governo di tutti per le riforme istituzionali lanciata da Renzi a Che Tempo Che Fa. Parole accolte dalle risate in Direzione.
Prima della riunione c’era stato un incontro tra lo stesso Martina e l’area renziana. Probabilmente con la “firma” preliminare di una tregua. La prova del mediazione nelle parole dei renziani subito dopo la relazione: “Bene Martina, fiducia fino all’assemblea”.

FRANCESCHINI ATTACCA RENZI E SOSTIENE VOTO UNITARIO
Il ministro della cultura Dario Franceschini parla in chiusura della direzione dem. E affonda i colpi contro l’ex segretario. “Abbiamo immaginato di iniziare a percorrere la strada del confronto con i grillini che non portava automaticamente a un accordo di governo. L’intervista di Matteo Renzi ha interrotto questo percorso per il peso numerico e politico che ha. Tanto che 10 minuti dopo Di Maio ha detto ‘dialogo chiuso’. Ci saremmo dovuti arrivare dopo un confronto”. Poi l’elogio del reggente: “Ho apprezzato la relazione equilibrata di Maurizio. Dobbiamo tornare ad ascoltarci, ad accettare le opinioni altrui”.

ORLANDO: “BARCA CON DUE TIMONI NON VA”
“Un governo è ‘di tutti’ se ci stanno tutti. Ma credo sia difficile. Quindi prepariamoci al voto consapevoli che una barca con due timoni non va”. Così Andrea Orlando – ministro della Giustizia e leader della minoranza interna – nel suo intervento. Dubbi sull’efficacia del compromesso in corso erano stati espressi dagli orlandiani fin dalle ore precedenti: “Serve chiarezza, sbagliato far finta di nulla sul ruolo di Renzi”.

CALENDA SI SCUSA CON MARTINA E DIFENDE RENZI
Il neoiscritto Carlo Calenda ha esordito con delle scuse nei confronti del reggente: “Voglio pubblicamente scusarmi con Martina per aver detto che avrei strappato la tessera del Pd, ma per me è improponibile l’ipotesi di un governo con Di Maio, non stiamo parlando di padri costituenti e nessuno nel partito ha mai pensato di percorrere quella strada. Tutti riteniamo giusto sedersi a discutere con i grillini. Ma se non sappiamo che proposta portare, per cosa ci sediamo?”. E difende Renzi: “Non ha sbagliato a prendere posizione contro l’ipotesi di dialogo tra Pd e M5s perchè è figura di spicco del partito e del Paese”.

FASSINO: “INEVITABILI RAPPORTI CON ALTRI PARTITI”
“Penso che questa direzione debba concludersi con un voto unanime e che Martina debba restare al suo posto fino alla prossima Assemblea nazionale. La relazione del segretario reggente può permettere di concludere in maniera unitaria. Io la condivido”. Lo ha detto l’esponente di Areadem ed ex sindaco di Torino, Piero Fassino durante il suo intervento. Poi ha rivendicato: “Non ho mai detto di fare il governo con Di Maio. Ma nel Rosatellum sono inevitabili i rapporti con gli altri partiti”.

CUPERLO: “BENE MARTINA, STOP FANATISMO RENZIANI”
“Esprimo il mio appoggio a Maurizio” ha esordito Gianni Cuperlo, uno dei leader della minoranza dem. Poi un attacco ai renziani: “La mia opinione è che Guerini e altri potevano e dovevano risparmiarsi la fatica di quel documento-appello ‘SenzaDiMe’. Quell’iniziativa mi è sembrata un errore per due motivi. Primo è una sfida alla logica: chiedere di non contarsi qui dentro e farlo con un conta tesa a certificare i rapporti di forza prima di questa riunione. L’altro motivo sta nell’idea di partito: aperto, democratico e contendibile. Negli organismi si discute”.

BOCCIA: “FIDUCIA A MARTINA SOLO SE SENZA CONDIZIONI”
Francesco Boccia – esponente vicino a Emiliano – ha chiesto che la Direzione dia “una fiducia netta e chiara a Martina, nella speranza che fino all’Assemblea non venga delegittimato” da interventi come quello di Renzi domenica scorsa. E ha rivendicato il confronto con il M5s: “E’ sbagliato il no a 5Stelle, è necessario un confronto con il primo partito del Paese che ha drenato la maggior parte del consenso proprio al Pd nei quartieri popolari e nelle aree di povertà. Sulla stessa linea Emiliano: “Sosterremo Martina ma vigileremo perché non si faccia un governo con le destre e insisteremo perché col Movimento si riapra discussione nel merito”.

MEROLA: “DA COMPAGNO RENZI INTERVENTO IRRISPETTOSO”
“Un intervento irrispettoso” a ‘Che tempo che fa’ da parte del “compagno Renzi”: è la critica espressa dal sindaco di Bologna Virginio Merola. “Con M5s non si può andare, ma si può fare con Berlusconi e Salvini?”, ha aggiunto polemico.

ZAMPA: “NON POSSIAMO IGNORARE I CINQUE STELLE”
Sandra Zampa, prodiana – ala dialogante del partito – prende la parola e dice: “I 5stelle rappresentano una realtà che noi vogliamo negare. Oggi possiamo rifiutare il confronto con loro ma non sarà possibile ignorare la realtà. Il Pd non ha compreso la sofferenza e la vulnerabilità delle persone, del Sud in primo luogo cosa che invece M5s ha capito”. Sulla stessa linea Goffredo Bettini: “È stato un grave errore aver rifiutato un confronto con il Movimento 5 Stelle. Noi non vogliamo metter le mani nella melma, ma noi quella melma la dobbiamo attraversare”.

LE CONTESTAZIONI ALL’ESTERNO
Intanto di fronte alla sede del Nazareno è un assalto di telecamere e cronisti. Non mancano le contestazioni: ci sono militanti che si oppongono all’ipotesi di un accordo con M5s, e altri che – con un cartello in mano – criticano energicamente l’ipotesi di un accordo con Berlusconi. Tra i più bersagliati, l’esponente della sinistra interna Gianni Cuperlo, protagonista di un incandescente botta e risposta con un contestatore.

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