Fonte: La Stampa
Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto da 55 miliardi di euro per far fronte all’emergenza economica provocata dal coronavirus. Conte: «Abbiamo lavorato non un minuto in più del necessario. È un testo complesso, come due leggi di bilancio»
«Abbiamo impiegato un po’ di tempo ma posso assicurarvi che non abbiamo impiegato un minuto di più di quello strettamente necessario per un testo così complesso». Dopo circa due ore di Consiglio dei ministri, e soprattutto dopo oltre un mese e mezzo di promesse e attese, ieri sera il premier Giuseppe Conte ha annunciato l’approvazione del decreto Rilancio , l’ormai ex decreto Aprile, per sostenere lavoratori, imprese e famiglie travolte dall’emergenza coronavirus.
Un maxi decreto da 256 articoli, 464 pagine, con 55 miliardi stanziati, «un testo complesso — dice Conte — pari a due Manovre, un lavoro incredibile per orientare l’economia a una pronta ripartenza». E alle forze politiche lancia un messaggio: «Spero che maggioranza e opposizione possano migliorare il testo in Parlamento». Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri lo definisce un «decreto imponente per risorse, indirizzi forti per sostenere famiglie, imprese e sistema sanitario, ma anche per gettare le basi per la ripresa dell’economia».
È il decreto per la fase 2 dell’Italia dunque, «un mosaico che tiene dentro tutto», dice il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, che va dal sostegno alle imprese con circa 16 miliardi tra contributi a fondo perduto per le più piccole alla capitalizzazione delle più grandi, dallo stop dell’Irap al taglio di bollette e affitti. E poi ci sono i lavoratori, 25,6 miliardi per gli ammortizzatori sociali, rinnovati (con altre 9 settimane di cassa integrazione) o allargati (con i bonus anche per chi non li ha avuti prima). Aiuti per le famiglie e oltre 3 miliardi per la sanità con l’assunzione di quasi 10mila infermieri. E ancora: 1,4 miliardi per l’università e 4 mila nuovi ricercatori ed ecobonus al 110% «per ristrutturazioni green» per far ripartire l’edilizia.
Questa è «la premessa per concretizzare la ripresa», dice Conte, che promette «di recuperare il tempo perduto», sulla cassa integrazione soprattutto: «Non ci sono sfuggiti i ritardi e cerchiamo di rimediare, confidiamo di erogare gli ammortizzatori ancora più speditamente di come accaduto finora». E assicura di «semplificare e fare in modo che le risorse stanziate arrivino in modo semplice, rapido e veloce».
Poi c’è la commozione della ministra per le Politiche agricole Teresa Bellanova che parla del miliardo e 150 milioni per sostenere la filiera agricola con l’articolo 110 bis sulla sanatoria dei migranti irregolari: «È per me un punto fondamentale — dice trattenendo le lacrime —, da oggi gli invisibili saranno meno invisibili». E ringrazia la ministra Luciana Lamorgese: «Da oggi vince lo Stato, perché è più forte della criminalità e del caporalato». Il premier la ringrazia «per la passione che mette nel suo lavoro», ma Matteo Salvini e Giorgia Meloni la bocciano: «È la Fornero 2, non pensa agli italiani».
Ieri è stato anche l’ultimo giorno dei Dpcm da lockdown. Conte ha annunciato che per le prossime riaperture proporrà ai ministri di adottare «un decreto legge per coinvolgere di più il Parlamento: ormai siamo usciti dalla fase più acuta, è la soluzione migliore».