20 Settembre 2024

Fonte: La Stampa

Il rapporto dell’Istat: a gennaio occupati in crescita di 30 mila unità

Il tasso di disoccupazione è stabile all’11,9%, in lieve calo quella giovanile. È la fotografia dell’Istat per il mese di gennaio 2017. L’istituto di statistica spiega che nel mese scorso le persone in cerca di occupazione erano 3.097.000, in aumento di 2.000 unità su dicembre 2016 e di 126.000 unità su gennaio 2016 (a gennaio 2016 il tasso di disoccupazione era all’11,6%). L’aumento dei disoccupati rispetto all’anno precedente insieme all’aumento degli occupati (236.000 su gennaio 2016) si spiega con il calo degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-461.000).
Il tasso di disoccupazione giovanile cala invece al 37,9% dal 39,2% di dicembre (-1,3 punti). L’incidenza dei giovani disoccupati tra 15 e 24 anni sul totale dei giovani della stessa classe di età è pari al 10,1%. Tale incidenza risulta in calo di 0,6 punti percentuali rispetto a dicembre. Il tasso di occupazione dei 15-24enni rimane stabile, mentre quello di inattività cresce di 0,6 punti.
A gennaio gli occupati crescono di 30.000 unità rispetto a dicembre (+0,1%) e di 236.000 unità su gennaio 2016 (+1%). L’aumento mensile, si legge nella nota dell’Istat, riguarda gli uomini e si concentra tra gli ultracinquantenni. Il tasso di occupazione tra i 15 e i 64 anni è pari al 57,5% (+0,1 punti percentuali rispetto a dicembre), a livello più alto dopo maggio 2009 (era al 57,7%). Gli occupati sono a quota 22.856.000.
L’Eurostat ha invece comunicato i dati sulla disoccupazione dell’eurozona, rimasta stabile al 9,6% a gennaio 2017 rispetto a dicembre (è il dato più basso da maggio 2009), mentre scende da 8,2% a 8,1% nella Ue-28 (miglior dato da gennaio 2009). Il dato italiano è il quarto dato più alto dopo Grecia (23%), Spagna (18,2%) e Cipro (14,1%). A gennaio, il tasso più basso si è registrato in Repubblica Ceca (3,4%) e Germania (3,8%). In calo invece la disoccupazione giovanile: nella zona euro passa da 19,3% a 17,7% e nella Ue-28 da 21,7% a 20%. In Italia resta la terza più alta d’Europa dopo Grecia (45,7%) e Spagna (42,2%).
L’Eurostat ha anche diffuso le stime sull’inflazione dell’eurozona, tornata a toccare il target del 2% a febbraio 2017, in aumento dall’1,8% registrato a gennaio. Guardando alle principali componenti, ci si aspetta che l’energia abbia il tasso più elevato (9,2%, rispetto a 8,1% di gennaio), seguita da cibo, alcol e tabacco (2,5%, rispetto a 1,8% di gennaio), servizi (1,3% rispetto al precedente 1,2%) e prodotti industriali non energetici (0,2% rispetto a 0,5%).

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