19 Settembre 2024
ECONOMIA
Fonte: La Stampa

Ma è braccio di ferro nel governo. La misura vale tra 60 e 70 milioni di euro. Padoan: «Con le privatizzazioni Pil + 0,7%, valgono dieci miliardi all’anno»

ROMA

Verso l’ok all’allargamento del bonus da 80 euro anche alle famiglie più numerose. Ma in serata era ancora braccio di ferro nel governo: il nodo non è sciolto. Le Commissioni Bilancio e Finanze del Senato torneranno così a riunirsi domani alle 8,30. Alle 9,30 è previsto l’approdo in Aula. Sono confermati, invece, i tagli alla Rai (150 milioni) ma salve le sedi regionali. Stop agli affitti d’oro. Riapertura della rateizzazione per chi ha saltato le rate di Equitalia. Rinvio al 2016 di bandi gara con line, superando la pubblicazione sui giornali. Queste la novità più rilevanti in giornata del Senato durante l’esame del decreto Irpef che domattina (con una giornata di ritardo) approderà in aula a Palazzo Madama. Dati i tempi strettissimi (deve essere in aula alla Camera dal 13 giugno) appare ormai scontata la fiducia.

 

LE NOVITA’

Dunque il decreto passa il primo giro di boa ma non tutte le modifiche vengono accolte. Come, ad esempio, la richiesta di rendere più corposo il taglio all’Irap (ora al 10%). Argomento che però sarà recuperato nella delega fiscale. Una delle novità che riguarda i contribuenti è la riapertura della rateizzazione per chi aveva perso il beneficio. La proposta era stata avanzata dall’Ad di Equitalia, Benedetto Mineo, che in una recente audizione proprio in Senato spiegava che la misura riguarderebbe debiti per 20 miliardi. Ora verranno riammessi alla rateizzazione i contribuenti decaduti dal beneficio per non aver pagato due rate. La nuova rateizzazione sarà per massimo 72 rate (meno dunque delle attuali 120 previste). Per richiedere le rate va presentata domanda entro il prossimo 31 luglio e riguarda benefici persi entro il 22 giugno 2013. Novità anche per i gestori degli stabilimenti balneari: ok all’emendamento di Salvatore Tomaselli (Pd), che proroga il pagamento dei canoni delle concessioni demaniali marittime al 15 settembre. Slitta anche (dal 15 maggio al 15 ottobre 2014) il termine per il riordino dell’intera materia.

 

SALVE LE SEDI REGIONALI RAI

Intanto i tagli alle partecipate si attenuano: oltre alla Rai anche la Consip e le controllate delle società in via di privatizzazione (Poste ed Enav) vengono escluse dai tagli. Più in generale si prevede che i tagli generali ai costi operativi delle società (fissati nel 2,5% per il 2014 e 4% nel 2015) avverrà con modalità parzialmente o totalmente alternative rispetto a quelle più stringenti previste dall’articolo 20 del provvedimento. Andranno però mantenuti gli obiettivi di risparmio previsti. E sempre per Rai, mentre si conferma il taglio di 150 milioni, sono “salve” le sedi regionali e l’azienda potrà procedere alla cessione di quote di Rai Way mentre non dovrà più assicurare il mantenimento di rai World.

 

SPENDING REVIEW

Torna anche la norma del M5S contro gli affitti d’oro: si prevede che le amministrazioni pubbliche e gli organi costituzionali nell’ambito della propria autonomia, possono comunicare, entro il 31 luglio 2014, il preavviso di recesso dai contratti di locazione di immobili in corso. Il recesso dovrà essere perfezionato decorsi 180 giorni dal preavviso, anche in deroga ad eventuali clausole che lo limitino o lo escludano. La norma riguarda anche gli immobili di proprietà dei fondi comuni di investimento immobiliare. Infine alcune novità di rilievo riguardano la spending review e le annuncia direttamente il commissario Carlo Cottarelli: potranno partire da subito i controlli della Gdf e della RgS sulle amministrazioni pubbliche che acquistano a prezzi superiori agli standard Consip. Arriva inoltre – dice Cottarelli – «una riforma radicale del modo con cui la pubblica amministrazione compra. Si tratta di una fondamentale operazione di efficientamento».

 

NODO DEBITO 

Il ministro Padoan rassicura sulle coperture e sul debito. L’imperativo è crescere, dice davanti alla stampa estera il giorno dopo le raccomandazioni Ue. Anche perché la ripresa è «molto debole» e resta indispensabile ridurre il fardello del debito pubblico più alto d’Europa, partendo con il dispiegamento del piano di privatizzazioni che dovrebbe portare alla causa circa 10 miliardi di euro, lo 0,7% del Pil. Il titolare del Tesoro poi si chiude a Palazzo Chigi con il premier Matteo Renzi per affrontare le prossime scadenze: dalla delega fiscale alle misure per il rilancio del Pil, dal rinvio della Tasi (il Governo ha presentato alle Commissioni Bilancio e Finanze del Senato l’emendamento per lo slittamento del pagamento ad ottobre per i comuni che non hanno ancora deliberato l’aliquota), alla strategia per il semestre italiano di presidenza Ue. Il governo vuole comunque accelerare per presentarsi con le carte in regola all’appuntamento che lo vedrà alla guida dell’Europa. Anche attraverso la piena attuazione della delega fiscale. Bruxelles chiede di chiudere entro marzo 2015 e il ministro vuole accelerare. L’obiettivo è portare a casa il nuovo fisco al più presto: si dovrebbe partire con la rivoluzione del catasto, probabilmente già al prossimo Cdm, e arrivare (alla fine) al 730 precompilato. La consapevolezza insomma, come ha detto Padoan, è che l’Italia, e l’Ue, sono a un bivio, ed è il momento di «fare sul serio» con le riforme.

 

CAPITOLO PRIVATIZZAZIONI

Padoan ha anche confermato il target per le privatizzazioni già indicato nel Def, 0,7 punti di Pil l’anno a partire già da quest’anno per avviare il calo del debito, questione in cima alle preoccupazioni di Bruxelles. Il menù di partenza è noto ed è composto da Enav e Poste (al piano per lo sbarco in borsa «sta lavorando in modo tenace il nostro ad» ha sottolineato la neo presidente Todini senza però indicare scadenze), da cui lo Stato potrebbe ricavare fino a 5,8 miliardi. Che non bastano a raggiungere quota 10 miliardi (il promesso 0,7% di Pil appunto), ma già prima della fine dell’anno toccherà ad altri `gioielli´ di famiglia, a partire probabilmente da Fincatieri e Sace, mentre più complessa, e con tempi più lunghi, appare la cessione di quote di Eni ed Enel. Ma ci sono anche le dismissioni degli immobili pubblici, con la loro valorizzazione che potranno servire a fare cassa.

L’obiettivo principale resta comunque quello di far ripartire la locomotiva Italia. Certo, l’Ue prevede una crescita dello 0,6% mentre secondo Roma sarà dello 0,8%, e un primo conforto potrebbe arrivare già ad agosto quando l’Istat diffonderà le stime ufficiali sull’andamento del secondo trimestre 2014, già indicato con una forchetta tra +0,1% e +0,4%. Ma segnali positivi arrivano dal fabbisogno, che nei primi cinque mesi dell’anno si attesta a 48,2 miliardi, con una riduzione di circa 8,2 miliardi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

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