19 Settembre 2024

Fonte: Huffington Post

L’aeroporto, l’autostrada della pace, le infrastrutture energetiche. L’Italia vuole contare nella ricostruzione libica

Sarà una visita di poche ore, ma il viaggio di Mario Draghi in Libia ha una valenza simbolica estremamente rilevante. Perché è la prima del premier in presenza all’estero. Perché arriva dopo due viaggi di Luigi Di Maio, il 21 e 25 marzo, che hanno creato le basi politiche, con il sostegno italiano al Governo di unità nazionale sotto egida Onu guidato da Abdul Hamid Dbeibah. Perché dalla stabilizzazione della Libia passa il futuro del Mediterraneo e l’Italia vuole contare in modo rilevante con le sue imprese – Eni, Salini Impregilo, Enav tra le altre – nella ricostruzione del Paese devastato da anni di guerra.
L’aeroporto internazionale di Tripoli, l’autostrada della pace, le infrastrutture energetiche, anche in un’ottica di transizione energetica. Sono diversi i progetti in Libia su cui il Governo e le imprese italiane hanno messo gli occhi. ”È chiaro – ha spiegato il presidente del Consiglio – che l’Italia difende in Libia i propri interessi internazionali e la cooperazione. Se vi fossero interessi contrapposti l’Italia non deve avere alcun dubbio a difendere i propri interessi internazionali, né deve avere timori reverenziali verso quale che sia partner. Ho sempre dimostrato estrema indipendenza nella difesa dei valori fondamentali dell’Europa e della Nazione”. L’Italia preme perché si rispetti il percorso che porterebbe la Libia il 24 dicembre alle elezioni. “Occorre essere molto vigili – le parole del premier in Parlamento – che l’accordo sul cessate il fuoco venga rispettato con l’evacuazione di coloro che hanno alimentato questa guerra, i mercenari e gli eserciti di altri Paesi, tra questi la Turchia. L’Italia aiuterà la Libia a fare riforme economiche che inizino ad affrontare la situazione sociale ed economica deteriorata fortemente”.
Il progetto chiave è il raddoppio dell’Autostrada della pace, secondo gli accordi siglati nel 2008 dall’allora premier Silvio Berlusconi e Muammar Gheddafi, che avrebbe dovuto attraversare la Libia per 1.750 chilometri come risarcimento per i danni causati dall’Italia durante il periodo coloniale. Il tracciato è quello della litoranea libica, la strada costruita durante il fascismo, inaugurata nel 1937 da Benito Mussolini e conosciuta anche come via Balbia. La partnership è avviata anche sul fronte sanitario: se Dbeibah ha annunciato via Twitter di essere riuscito a fare arrivare circa 100 mila dosi di vaccini Sputnik V, la Cooperazione italiana ha provveduto a far giungere al porto di Tripoli una nave con oltre 10 tonnellate di materiale medico-sanitario, tra cui un milione di mascherine e kit d’emergenza.
“Riaprire al più presto a investitori e ditte italiane” è l’intenzione espressa dal premier libico, Abdul Hamid Dbeibah, in un’intervista al Corriere della Sera.
“Abbiamo l’urgente necessità di rafforzare la nostra industria energetica e le infrastrutture nazionali. Abbiamo immensi problemi con la rete elettrica, la sanità è devastata così le strade e tanto altro. Roma si trova a un’ora di volo da Tripoli, la nostra è una storia di cooperazione, con tanto in comune, dal clima al cibo”, ha sottolineato il leader libico.

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