ECONOMIA/CRISI ECONOMICA
Fonte: La StampaBene i dati sulla produzione industriale Su base mensile +0,5%.
Variazione nulla per il Prodotto interno lordo dopo 24 mesi di cali
Il Pil italiano nel terzo trimestre ha registrato una variazione nulla, interrompendo la costante flessione cominciata nel terzo trimestre del 2011. Lo rileva l’Istat, sottolineando tuttavia che, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, il Pil è diminuito dell’1,8% nei confronti di luglio-settembre 2012. L’istituto statistico ha migliorato le stime preliminari, che avevano indicato un’economia ancora in flessione dello 0,1% su base trimestrale.
I dati Istat certificano «lo stop della recessione». Lo afferma il ministro dell’economia Fabrizio Saccomanni su Twitter. Per Saccomanni c’è «ancora molta strada da fare» ma import, export e produzione industriale sono in ripresa. Nel quarto trimestre l’andamento del pil, secondo Saccomanni, «sarà positivo, con la ripartenza delle imprese potranno finalmente arrivare miglioramenti per l’occupazione». Più scettico il parere del presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. «Non possiamo dire che siamo fuori dalla crisi», commentando i dati Istat su Pil e produzione industriale. «I dati Istat – ha osservato – confermano quello che è previsto dal nostro Centro studi. La discesa sembra attenuarsi». «Su base annuale – ha concluso – siamo ancora sotto».
Per quanto riguarda le imprese i primi segnali stanno arrivando. «A ottobre 2013 l’indice destagionalizzato della produzione industriale è aumentato dello 0,5% rispetto a settembre. Nella media del trimestre agosto-ottobre l’indice ha registrato una flessione dello 0,3% rispetto al trimestre precedente». A rivelarlo è sempre l’Istat. «Corretto per gli effetti di calendario, a ottobre 2013, l’indice è diminuito in termini tendenziali dello 0,5% (i giorni lavorativi sono stati 23 come ad ottobre 2012). Nella media dei primi dieci mesi dell’anno la produzione è scesa del 3,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.A ottobre l’indice destagionalizzato registra una sola variazione negativa nel comparto dell’energia (-0,9%). Aumentano invece, i beni di consumo (+0,8%), i beni intermedi (+0,6%) e i beni strumentali (+0,5%)», continua la nota.