Tra le alternative al latte di derivazione animale si fa strada la realizzazione di una bevanda ottenuta come la carne sintetica, grazie alla fermentazione di precisione
Beviamo latte da millenni, e da millenni mangiamo i prodotti derivati dal latte. E ancora oggi ne consumiamo tantissimo in tantissimi: la Fao stima che oltre sei miliardi di persone al mondo consumano latte e prodotti caseari, che rappresentano una quota importante, sebbene variabile da zona a zona, del nostro introito calorico e nutrizionale. Ma perché lo consumiamo da sempre non è detto che il latte sarà sempre presente nella nostra alimentazione e nella nostra cultura. In futuro anzi c’è chi scommette sull’avanzata del latte sintetico.
Sì, perché oltre alle alternative vegetali (avena, riso, soia o mandorla) ben note al latte che conosciamo – soprattutto, ma non solo vaccino – da tempo diverse aziende e ricercatori sono al lavoro per mettere a punto latti sintetici. Lo ricorda in sulle pagine di The Conversation Milena Bojovic, ricercatrice della Macquarie University, in Australia, che si occupa proprio di studiare come sta cambiando l’industria del latte.
Il latte sintetico, spiega, è un po’ l’equivalente della carne sintetica, e come per la carne, progetti e investimenti nel settore cercano di rispondere al crescente bisogno di trovare fonti alternative di proteine e in generale di cibo più sostenibile per il prossimo futuro.
Il latte sintetico, almeno sulla carta, promette di essere un prodotto che risponde a queste esigenze perché non conta per la sua produzione su allevamenti di animali (e tutte le risorse che richiedono), ma su un processo noto come fermentazione di precisione. La produzione del latte sintetico in sostanza parte da microrganismi, che vengono convertiti in produttori delle proteine del latte, facendoli crescere dopo aver inserito i geni necessari alla loro produzione. L’aggiunta di vitamine, grassi, zuccheri e minerali, scrive Bojovic, fa il resto.
È un processo, quello della fermentazione di precisione, che si usa da tempo e non solo per i latti sintetici: la leghemoglobina di soia usata per produrre i burger di Impossibile Food è prodotta in questo modo, ricorda l’agenzia per la ricerca scientifica australiana CSIRO. Ma è pur vero che negli ultimi tempi i produttori di latte sintetico si sono moltiplicati, raccogliendo l’interesse anche di produttori tradizionali. Bojovic fa l’esempio di aziende come Eden Brew o Perfect Day, per la produzione di latte, ma anche gelati, presentati in tutto e per tutto uguali a quelli prodotti a partire da derivati animali.