8 Settembre 2024
POLITICA
Fonte: La Stampa

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L’accordo sulla nuova legge elettorale risulterà più laborioso di quanto sarebbe stato nel caso in cui la Consulta avesse sgomberato il campo da alcune ipotesi, per esempio il sistema spagnolo

ROMA

Una serie di indizi maturati nelle ultime ore fanno pensare che le elezioni politiche a maggio, insieme con le Europee, siano alquanto improbabili.

Elemento numero uno: la sentenza della Corte costituzionale. Che nelle motivazioni depositate ieri non fornisce alcuna indicazione ai partiti sulla riforma da perseguire, e anzi lascia tutte le strade aperte (compresa quella del non far nulla, tenendoci il mozzicone di «Porcellum» che è rimasto in vigore dopo la bocciatura del 4 dicembre scorso). Tanta abbondanza di scelte non è di aiuto alla politica. La quale, com’è giusto, dovrà prendersi per intero le proprie responsabilità. Ma proprio questo induce a ritenere che l’accordo sulla nuova legge elettorale risulterà più laborioso di quanto sarebbe stato nel caso in cui la Consulta avesse sgomberato il campo da alcune ipotesi, per esempio il sistema spagnolo.

Secondo indizio che non depone in favore delle elezioni politiche a maggio: le rassicurazioni di Renzi a Napolitano che lui non desidera provocare una crisi di governo. E anzi Letta, se farà bene i suoi compiti, potrà tirare avanti un altro anno tranquillo… A dimostrazione che dice sul serio, il segretario Pd sarebbe disposto a consentire quello che nel brutto gergo di Palazzo viene denominato «rimpasto». Cioè un aggiustamento in corsa della squadra ministeriale, per sostituire chi ha creato problemi. Se Renzi avesse continuato a opporsi a questo rimaneggiamento, l’avrebbero sicuramente accusato di giocare al «tanto peggio tanto meglio». Non è così. Matteo sembra avere scelto la stabilità patrocinata dal Colle.

Ultimo elemento (poteva mancare?): il Cavaliere. Berlusconi sembrava il più ansioso di tentare la rivincita elettorale a maggio. Ma da ultimo si è un po’ frenato. Forse perché ha percepito le difficoltà di Renzi; o magari semplicemente ha consultato i sondaggi, parecchio attendibili, che gli produce a getto continuo Euromedia Research, da cui Forza Italia non esce così bene come Silvio vorrebbe. Qualcuno aggiunge la mancanza di un candidato premier, visto che Alfano se n’è andato e Berlusconi è impedito dalla legge Severino. Fatto sta che pure ad Arcore si stanno rassegnando alla prospettiva di una rivincita ormai rinviata al 2015, se va bene. Con il Cav che nel frattempo potrà scontare con calma la sua pena a domicilio oppure (lui si augura) ai servizi sociali.

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