Di Maio: tuteliamo famiglie e imprese. Eni: accordo con Sonatrach fino 9 miliardi metri cubi di gas
«I nostri Governi hanno firmato una dichiarazione d’intenti sulla cooperazione bilaterale nel settore dell’energia. A questa si aggiunge l’accordo tra Eni e Sonatrach per aumentare le esportazioni di gas verso l’Italia». Ad annunciarlo è il presidente del Consiglio Mario Draghi ad Algeri dopo la firma dell’accordo sull’energia con il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune. Era proprio questo l’obiettivo della missione: incrementare le forniture di gas dal paese africano (che già rappresenta il 31% del nostro import) e ridurre la dipendenza dalla Russia. Ad accompagnare il premier i ministri degli Esteri Luigi Di Maio e della Transizione ecologica Roberto Cingolani in una delegazione che comprende anche anche l’ad Eni, Claudio Descalzi. Il viaggio ad Algeri è il primo di una serie nell’agenda del premier delle prossime settimane, per accelerare al massimo la diversificazione delle fonti di approvvigionamenti: dopo Pasqua potrebbe essere la volta del Congo, seguito da Angola e Mozambico.
Draghi: oggi risposta significativa a dipendenza gas russo
«L’Italia – ha detto Draghi – è pronta a lavorare con l’Algeria per sviluppare energie rinnovabili e idrogeno verde. Vogliamo accelerare la transizione energetica e creare opportunità di sviluppo e occupazione». Il premier ha sottolineato: «Subito dopo l’invasione dell’Ucraina, avevo annunciato che l’Italia si sarebbe mossa con rapidità per ridurre la dipendenza dal gas russo. Gli accordi di oggi sono una risposta significativa a questo obiettivo strategico, ne seguiranno altre». «Il Governo – ha aggiunto Draghi – vuole difendere i cittadini e le imprese dalle conseguenze del conflitto. Voglio ringraziare i ministri Di Maio e Cingolani e l’Eni per il loro impegno su questo fronte».
«L’accordo non termina nel 2024 – ha precisato Cingolani – ma il flusso sarà costante o su una rampa che andrà a crescere: da Algeri avremo circa 3 miliardi di metri cubi in più di gas subito, altri 6 nel 2023 per arrivare a 9 miliardi, circa 3 miliardi di gas e 3 di Gnl».
Di Maio: più gas da Algeria, tuteliamo famiglie e imprese
«Oggi in Algeria ho firmato con il mio omologo Lamamra l’accordo che ci permetterà di aumentare la cooperazione tra i nostri Paesi e le forniture di gas per l’Italia. Continuiamo a lavorare senza sosta per la sicurezza energetica del nostro Paese», in primo luogo di famiglie e imprese. Lo scrive su Twitter il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.
Eni: accordo con Sonatrach fino 9 miliardi metri cubi gas
L’accordo tra il presidente di Sonatrach, Toufik Hakkar, e l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi firmato ad Algeri, si legge in una nota della società italiana, «utilizzerà le capacità disponibili di trasporto del gasdotto (Transmed, ndr) per garantire maggiore flessibilità di forniture energetiche, fornendo gradualmente volumi crescenti di gas a partire dal 2022, fino a 9 miliardi di metri cubi di gas all’anno nel 2023-24». Il ministro Cingolani ha spiegato che «l’accordo non termina nel 2024 ma il flusso sarà costante o su una rampa che andrà a crescere: da Algeri avremo circa 3 miliardi di metri cubi in più di gas subito, altri 6 nel 2023 per arrivare a 9 miliardi, circa 3 miliardi di gas e 3 di Gnl (gas naturale liquefatto, ndr)».
Vertice intergovernativo ad Algeri il 18 e 19 luglio
La visita di Draghi ad Algeri si inserisce in un percorso di rilancio delle relazioni tra i due Paesi avviato dopo il 2019, che ha visto a novembre scorso la visita di Sergio Mattarella. L’incontro con Tebounne è stata anche l’occasione per parlare del vertice intergovernativo previsto ad Algeri – ha annunciato – il premier il 18 e 19 luglio dopo l’ultimo di Roma.
Investimenti dagli elicotteri al grano
Dopo il faccia a faccia con il presidente algerino il premier si è spostato all’ambasciata italiana di Algeri per incontratre la comunità italiana: sono circa 200 le imprese con presenza stabile in Algeria, impegnate nel campo energetico ma anche nei settori delle infrastrutture e delle grandi opere. «Vogliamo rafforzare i rapporti a tutti i livelli: oggi con il presidente Tebboune abbiamo parlato oltre al comparto energetico di investimenti in tanti altri settori dall’agroalimentare al settore elicotteristico, al settore energetico ma diverso dall’accordo di oggi, a ulteriori investimenti nelle rinnovabili, all’idrico nel deserto, per aumentare la produzione di grano, al marittimo a costruzioni di navi da pesca di alto mare» ha detto il premier nel corso dell’incontro. «C’è lo spazio e l’atteggiamento è aperto a una varietà di collaborazioni era qualcosa che è desiderato da molto tempo».
I Paesi del Mediterraneo come hub di energia
«Quanto sta avvenendo con Russia e Ucraina – ha aggiunto Draghi – ridisegna le interconnessioni per il gas oggi, domani per l’idrogeno, ma anche energia elettrica rispetto a come sono oggi in Europa: c’è la possibilità che i Paesi del sud dell’Europa con le connessioni che hanno con la sponda meridionale del Mediterraneo possano diventare essi stessi hub di energia elettrica, prodotta da rinnovabili, e gas». E ancora: «In Europa oggi – ha aggiunto – si sta riconsiderando il piano di interconnessioni tra i vari paesi, stiamo entrando in una fase strategica delle politiche energetiche completamente diversa da quanto è stato finora».