20 Settembre 2024

Fonte: La Repubblica

di Filippo Santelli

Il governatore della Bce, parlando all’Università Goethe di Francoforte, giudica prematuro lo stop alla politica espansiva richiesto dalla Germania: “La ripresa Ue prende forza e si allarga, ma sull’inflazione è troppo presto per cantare vittoria”. Dopo le sue parole l’euro frena su dollaro 

L’economia europea è “in graduale miglioramento”. Ma una inversione di marcia della politica monetaria “ora non è giustificata”. In un discorso tenuto al Centro per gli Studi Finanziari dell’Università Goethe di Francoforte, il governatore della Bce Mario Draghi frena le attese per una rapida stretta monetaria, richiesta a gran voce dalla Germania. “Siamo fiduciosi del fatto che la nostra politica sta funzionando e che le prospettive per l’economia sono in graduale miglioramento”, ha detto Draghi. Aggiungendo però che prima di modificare qualsiasi componente delle attuali misure espansive, dall’acquisto dei titoli ai tassi di interesse, la Banca centrale debba essere “sufficientemente sicura che l’inflazione converga davvero verso l’obiettivo di medio termine (poco sotto il 2%, ndr) e che riesca a restare a questi livelli anche con condizioni di politica monetaria meno generose”.
Proprio mercoledì il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, aveva chiesto una riduzione del volume di acquisti di titoli pubblici e privati condotto dalla Bce (il cosiddetto Quantitative easing), per tenere conto delle migliori prospettive di inflazione. Draghi ha riconosciuto che la ripresa europea sta prendendo forza, “spinta da un circolo virtuoso fra consumi in rialzo, crescita dell’occupazione e redditi da lavoro”. Una ripresa più omogenea, perché diffusa in più Paesi e settori. Che vede per la prima volta scendere l’indebitamento di privati e imprese, e che sta generando un aumento dell’occupazione anche nelle economie più colpite dalla crisi, come Italia e Portogallo.
Sul recupero dell’economia dell’eurozona però pesano ancora dei rischi geopolitici, gli stessi che hanno bloccato i precedenti tentativi di risalita. E soprattutto la frenata dell’aumento dei prezzi registrata a marzo permette al governatore di allontanare con decisione il momento della stretta monetaria. Draghi ha detto che “è chiaramente troppo presto per dichiarare vittoria sul fronte dell’inflazione e anzi al momento c’è ragione per essere cauti nel valutare quanto le prospettive dei prezzi si siano stabilizzate”. Il Quantitative easing dunque proseguirà fino alla fine del 2017, e se necessario oltre. Mentre i tassi rimarranno ai minimi per un periodo più lungo. I salari, ha spiegato il governatore, “restano ben al di sotto della media storica”, e questo è uno dei fattori che rallenta l’inflazione.
Dopo le parole del numero uno della Bce l’euro ha bruscamente ripiegato nel cambio con il dollaro, portandosi sotto quota 1,064, ai livelli più bassi da tre settimane. In giornata è attesa anche la pubblicazione dei verbali dell’ultimo consiglio direttivo della Banca centrale, quello dell’8 marzo.

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