L’intervento del premier in videoconferenza davanti all’Assemblea generale delle Nazioni Unite
Il G20 straordinario sull’Afghanistan ci sarà, annuncia Mario Draghi. Il premier interviene in videoconferenza, nella notte italiana, davanti all’Assemblea generale dell’Onu riunita a New York. Chiede di affrontare la crisi – una “catastrofe sociale e civile” – riscoprendo un approccio multilaterale per evitare che il Paese “torni ad essere una minaccia per la sicurezza internazionale”. E boccia il regime talebano: “La composizione del nuovo esecutivo non risponde alle aspettative della comunità internazionale di un governo inclusivo e rappresentativo”.
Parte rilevante del discorso è dedicata proprio agli eventi di Kabul. “Stiamo assistendo allo smantellamento dei progressi degli ultimi 20 anni relativamente alla difesa delle libertà fondamentali – denuncia Draghi – soprattutto per le donne”. E proprio alle donne, oggetto della repressione talebana, va garantito l’accesso all’istruzione. Sono i nuovi governanti a dover “dimostrare con le loro scelte, e non solo a parole, di credere nel rispetto delle libertà individuali”. Più in generale, l’obbligata riflessione sulle missioni internazionali non deve significare una bocciatura di questo strumento, su cui anzi l’Europa “deve consolidare progressivamente il proprio ruolo”.
L’altro grande capitolo è quello della lotta ai cambiamenti climatici. L’Italia presiederà con il Regno Unito la Cop26 di Glasgow. Il premier insiste sulla necessità di ridurre le emissioni del 55% entro il 2030. “Gli eventi meteorologici estremi sono destinati a intensificarsi. Dobbiamo agire ora”. E parla anche ai colossi inquinanti, Cina e India: “Serve un impegno multilaterale e la cooperazione pragmatica delle economie ricche e di quelle emergenti”.
Non restano fuori pandemia e lotta alla povertà. Per Draghi, la “differenza drammatica” nella vaccinazione tra Occidente e resto del mondo è “moralmente inaccettabile”. Non solo perché aumentano le vittime, ma perché così “il virus potrà mutare in modo pericoloso”. Infine gli effetti economici del Covid per gli stati a basso reddito. L’ex banchiere centrale ipotizza una “ristrutturazione del debito” e ribadisce l’obiettivo di “fame zero” nel 2030. L’ultimo passaggio è sulla Libia. L’Italia vuole stabilizzarne le istituzioni e chiede all’Europa una “responsabilità congiunta nella gestione dei flussi migratori”.