Fonte: Corriere della Sera
di Fabrizio Massaro
A un mese dall’addio, dopo otto anni, alla carica di presidente della Bce, Mario Draghi lancia uno dei suoi messaggi più forti ed espliciti: «È più urgente che mai» che i singoli Paesi dell’Unione europea aumentino la spesa pubblica per contrastare il rallentamento dell’economia. E per fare questo serve che gli stati si impegnino nel lungo termine a una vera unione fiscale, cioè di bilancio, che è «essenziale» all’Eurozona per competere con le altre potenze globali.
Draghi lancia il suo appello ai governi europei attraverso un’intervista al Financial Times, pubblicata domenica sera online. È un sostegno esplicito — scrive il quotidiano finanziario — alla proposta del presidente francese Emmanuel Macron di arrivare a maggiori trasferimenti di bilancio tra i Paesi membri dell’eurozona come unica strada per garantire un futuro di lungo termine alla moneta unica. Per il presidente della Bce, «alla luce della debolezza dei singoli Stati nel contesto di un mondo globalizzato, quello che conta è rendere l’Unione più forte». E per rafforzare l’Unione economica e monetaria «abbiamo bisogno di un bilancio comune dell’Eurozona. Chiaramente il dibattito politico sarà ancora lungo — non si nasconde Draghi — ma sono ottimista» che si possa arrivare a un bilancio unico nell’eurozona: «Molte più persone comprendono l’importanza di queste riforme rispetto a pochi anni fa. A un certo punto si arriverà a un impegno concreto».
L’uscita di Draghi è solo l’ultima in ordine di tempo tra i componenti del consiglio della Bce che hanno commentato a vario modo il riavvio del programma di acquisto di titoli (il «quantitative easing») e un nuovo taglio dei tassi. Ben 9 membri Bce, dai tedeschi ai francesi agli olandesi hanno espresso critiche esplicite mentre sabato a difesa si è schierato il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco. Draghi smorza le polemiche — «disaccordi sulle politiche avvengono ovunque, non solo in Europa» — e rivendica la bontà della linea di politica monetaria, i cui benefici superano gli effetti collaterali di minori rendimenti per i risparmiatori e dei prezzi gonfiati di alcuni beni come gli immobili commerciali. È proprio qui — sostiene Draghi — che «interventi a livello di governi potrebbero aiutare molto ad alleggerire il peso che sta portando la Bce. Gli stimoli straordinari potrebbero dover durare a lungo se non saranno sostenuti dalle politiche di bilancio».