“Il nostro governo vanta il numero più alto di sottosegretarie donne nella storia d’Italia. Abbiamo anche nominato una donna come capo dei servizi segreti per la prima volta in assoluto. In ogni caso, questi sono solo dei primi passi. Quest’anno l’Italia ha la presidenza del G20. Ad agosto terremo una conferenza ministeriale sull’emancipazione femminile per la prima volta nella storia del G20. Vogliamo aiutare le leader femminili in tutto il mondo a favorire l’emancipazione di altre donne“. Il premier Mario Draghi intervenendo, con un videomessaggio, al “Women Political Leaders Summit 2021” sottolinea quanto si stia facendo ma soprattutto quanto ci sia da fare a partire proprio dall’Italia.
“La riduzione delle disuguaglianze di genere deve essere una priorità a livello globale. Fin da giovanissime, le ragazze in tutto il mondo devono far fronte a pregiudizi e stereotipi culturali. La partecipazione delle donne al mercato del lavoro risulta essere 27 punti percentuali in meno rispetto a quella degli uomini. In alcune regioni tale divario è di oltre 50 punti percentuali. Solamente 22 Paesi hanno una donna che ricopre la carica di Capo di Stato o di Governo. Ben 119 Paesi – compreso il mio – non ne hanno mai avuto una. Benché ci siano stati alcuni miglioramenti, i progressi restano assai lenti e si rischia addirittura di tornare indietro“, sottolinea Draghi.
“Ogni giorno milioni di ragazze – ha continuato il premier – si trovano a dover imparare, a proprie spese, che non possono realizzare i propri sogni. Devono subire discriminazioni, a volte anche violente. Devono accettare anziché scegliere, devono obbedire anziché inventare. Solo perché sono donne. Questa situazione non solo risulta immorale ed ingiusta, ma rappresenta anche un atteggiamento miope. Le nostre economie stanno perdendo alcuni dei nostri talenti migliori. Le nostre società si stanno lasciando sfuggire alcune delle migliori leader del futuro“.
Il divario da colmare in Italia
Che in Italia ci sia un divario di genere da colmare lo dicono i numeri e ormai da molto tempo. A partire dall’occupazione, che nel marzo scorso per le donne risultava essere scivolata al 47,5% contro una media europea che viaggia attorno al 60 per cento. E questo nonostante le ragazze nel nostro Paese si laureino prima e meglio dei compagni. Alla prova del mondo del lavoro però fanno più fatica ad entrare, difficilmente riescono a fare carriera e comunque guadagnano meno dei colleghi a parità di ruoli, anche a livello di management.
“Il nostro obiettivo in Italia è quello di investire, entro il 2026, almeno 7 miliardi di euro per la promozione dell’uguaglianza di genere” ha detto oggi il premier, aggiungendo: “Siamo determinati ad aumentare il numero di ragazze e donne che scelgono di studiare le discipline tecnico-scientifiche. Vogliamo ampliare i servizi di prima infanzia e di istruzione primaria in modo tale da poter aiutare le mamme lavoratrici. Stanzieremo fondi a sostegno dell’imprenditoria femminile e provvederemo a introdurre una clausola di condizionalità per fare in modo che le imprese assumano più donne.
La bassa percentuale di donne specializzate in materie Stem rischia di svantaggiare ulteriormente l’occupazione femminile nel prossimo futuro, considerato che la maggior parte degli investimenti del Pnrr andranno proprio nella direzione della transizione digitale ed econologica, ambiti prevalentemente scientifici e tecnici.
Dal lavoro alla politica. Finora il ruolo delle donne in Italia è stato marginale anche in politica. In 75 anni di storia della Repubblica su 4.864 presidenti, ministri e sottosegretari che hanno giurato al Colle appena 319 sono state donne. Il 6,56% del totale. “Negli ultimi 15 anni, l’Italia ha registrato il tasso di crescita più alto d’Europa per quanto riguarda il numero di donne presenti nel Parlamento. Nel 2004, le donne rappresentavano solo il 9,9% del numero totale di parlamentari. Oggi tale percentuale ha raggiunto il 35,8%. Il nostro governo vanta il numero più alto di sottosegretarie donne nella storia d’Italia. Abbiamo anche nominato una donna come capo dei servizi segreti per la prima volta in assoluto. In ogni caso, questi sono solo dei primi passi” ha sottolineato Draghi.