19 Settembre 2024

Fonte: La Stampa

Il presidente del Consiglio: «L’Alleanza atlantica deve lottare per la difesa della democrazia e dei diritti fondamentali»

La Nato è qualcosa di più di un’alleanza militare. E’ un’alleanza di valori che deve lavorare per preservarli e difenderli, dall’interno come all’esterno. Mario Draghi è diplomatico quanto deve e deciso quanto serve, nel muovere critiche a nemici veri e amici presunti. Il presidente del Consiglio invita i leader degli Stati membri della NATO a «essere pronti ad affrontare tutti coloro che non condividono i nostri stessi valori e il nostro attaccamento all’ordine internazionale basato sulle regole e sono una minaccia per le nostre democrazie».
L’Alleanza atlantica deve quindi lottare per la difesa della democrazia e dei diritti fondamentali, questo il messaggio di Draghi contenuto nell’intervento in sessione plenaria. Parole che possono essere lette in senso anti-cinese e anti-russo. I due Paesi sono considerati come le principali destinazioni di provenienza degli hacker di ultima generazione. Non è chiaro quanto le parole di Draghi siano state riferite al leader turco, Recepp Tayip Erdogan, che pure Draghi ebbe modo di definire «dittatore» a inizio aprile, dopo l’incidente della sedia mancante in occasione delal visita ufficiale ad Ankara da parte dei presidenti di Commissione e Consiglio europei.
La Turchia è un membro Nato, di cui rappresenta il secondo contingente. Possibile che Draghi abbia voluto attirare l’attenzione sulle attitudini del Paese partner, chi deve avere orecchie per intendere intenda. Ma c’è impressione che la Turchia, al pari di Russia e Cina, sia un interlocutore con cui e su cui dover lavorare quando Draghi cambia argomento. Come Alleanza, dice, «dovremmo guardare a tutte le direzioni strategiche dalla regione indo-pacifica a un focus costante sull’instabilità della regione mediterranea».
Instabilità della regione mediterranea vuol dire tante cose. Vuol dire Libia, dove presenza e manovre di Ankara e Mosca sono aumentate. Vuol dire Medio-Oriente, e vuol dire Cipro e Grecia. Qui, l’Unione europea sta avendo da tempo un braccio di ferro con la Turchia per le operazioni di sconfinamento in acque greche, e le operazioni di estrazione nella acque contese dell’isola di Cipro.
L’impressione è che Draghi abbia voluto sferzare gli Stati membri della Nato. «La sicurezza è un presupposto necessario per preservare e rafforzare le nostre democrazie e i nostri sistemi economici e sociali». C’è bisogno di Nato, e l’impegno deve essere completo, a trecentosessanta gradi. In questo Italia e Unione europea sono pronti a dare il contributo.
Da una parte, ricorda l’inquilino di palazzo Chigi, l’Italia «si impegna a continuare a contribuire» alla deterrenza e alla posizione di difesa dell’Alleanza e alle operazioni e missioni della NATO, e a contribuire alle nostre spese per la difesa nazionale, «come ha sempre fatto». Un altro esempio dell0impegno euro-atlantico di Draghi, semmai ce ne fosse stato bisogno.
Dall’altra parte, «ssiamo costruendo un’Ue più forte anche nel campo della sicurezza e della difesa, nella ferma convinzione del contributo positivo, basato sulla complementarietà», e dell’equazione per cui un’Unione europea più forte rende più frorte anche la Nato. «Vorrei sottolineare a tutti i nostri alleati non UE che questo è ciò che inequivocabilmente intendiamo per “autonomia strategica dell’UE”». Un messaggio questa volta sì rivolto a Erdogan.

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