23 Novembre 2024

Fonte: La Stampa

Mario Draghi

Il presidente dell’Eurotower: nessuna alternativa alla politica della Bce

«Lo scenario globale di tassi molto bassi è un sintomo delle difficoltà dell’economia globale, non la sua causa». Mario Draghi parla a Francoforte, e aprendo la riunione annuale dell’Asian Development Bank replica alle critiche alla politica della Banca centrale europea, arrivate soprattutto dalla Germania. I tassi di interesse bassi o sotto zero ««sono il sintomo di un problema sottostante che è una domanda di investimento insufficiente nel mondo ad assorbire tutti i risparmi disponibili nell’economia, è questo fenomeno, l’eccesso di risparmio globale in rapporto agli investimenti redditizi che sta tirando giù i tassi di interessi a livelli molto bassi».
Se le banche centrali nella zona euro, in Giappone, negli Usa e nel Regno Unito non avessero portato i tassi di interesse vicino allo 0, se avessero avuto tassi di interesse troppo alti in rapporto ai loro livelli reali, «investire sarebbe risultato non attraente perché il costo dei prestiti sarebbe stato più elevato del ritorno e in tal modo l’economia sarebbe rimasta nella recessione».
Attualmente con un persistente scarto tra la crescita potenziale e la crescita effettiva e un’inflazione troppo bassa, «la nostra politica monetaria stimola l’economia portando i tassi di interesse sotto i livelli di lungo termine e dato che questi sono molto bassi è inevitabile che i tassi di mercato siano caduti a livelli molto bassi e anche negativi per un periodo di tempo protratto per raggiungere il giusto livello di sostegno della domanda», ha spiegato il presidente Bce.
Le preoccupazioni dei risparmiatori hanno un senso, però occorre guardare al di là della propria posizione rispetto all’effetto sul reddito da risparmio. «Può sembrare a prima vista – dice Draghi – che questa politica penalizza i risparmiatori a favore di chi si indebita, ma nel medio termine saranno i primi a beneficiarne». Intanto è possibile diversificare gli asset anche quando i tassi sui depositi e sui conti di risparmio sono molto bassi. In ogni caso, è evidente che anche i risparmiatori traggono beneficio dalla ripresa dell’economia. «Con una crisi che implica una perdita di prodotto che diventa permanente la ricchezza reale dei risparmiatori sarebbe inevitabilmente inferiore». La conclusione è che «mentre i tassi di interesse bassi appaiono creare un conflitto tra creditori e debitori cioè non è vero in termini complessivi e certamente non è vero nel medio termine: gli uni e gli altri hanno lo steso interesse che l’economia torni al potenziale di crescita e cresca in modo sufficientemente forte da generare reddito per entrambi».

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