22 Novembre 2024

Fonte: La Repubblica

L’intervento del presidente del Consiglio all’iniziativa “SUD – Progetti per ripartire”, organizzato dalla ministra Mara Carfagna: “Necessario far ripartire il processo di convergenza tra Mezzogiorno e Centro-Nord”

Utilizzare al meglio le risorse europee del Recovery Fund e tornare a far avvicinare Sud e Centro-Nord. Sono alcuni dei punti evidenziati oggi dal presidente del Consiglio Mario Draghi, intervenuto a “SUD – Progetti per ripartire”, l’iniziativa di ascolto e confronto promossa dalla ministra Mara Carfagna. “Divenire capaci di spendere i fondi” europei a partire da quelli di Next generation Eu “e farlo bene è un obiettivo di questo governo.
“Le risorse di Next Generation EU si aggiungono ad ulteriori programmi europei e ai fondi per la coesione, che mettono a disposizione altri 96 miliardi per il Sud nei prossimi anni. Ma abbiamo imparato che tante risorse non portano necessariamente alla ripartenza del Mezzogiorno”, ha ricordato.
“Ci sono due problemi: uno nell’utilizzo dei fondi europei, l’altro nella capacità di completamento delle opere pubbliche. A fronte di 47,3 miliardi di euro programmati nel Fondo per lo Sviluppo e la Coesione dal 2014 al 2020, alla fine dello scorso anno erano stati spesi poco più di 3 miliardi – il 6,7%”, ha continuato il presidente del Consiglio. “Nel 2017, in Italia erano state avviate ma non completate 647 opere pubbliche.  In oltre due terzi dei casi, non si era nemmeno arrivati alla metà. Il 70% di queste opere non completate era localizzato al Sud, per un valore di 2 miliardi”.
Secondo il capo del governo è quindi necessario “far ripartire il processo di convergenza tra Mezzogiorno e centro-nord che è fermo da decenni”. Secondo Draghi “tra il 2008 e il 2018 la spesa pubblica per investimenti nel Mezzogiorno si è più che dimezzata”, e questo divario va superato. “Vogliamo fermare l’allargamento del divario e dirigere” i fondi europei e di Next generation Eu “in particolare verso donne e giovani. Il nostro, il vostro successo in questo compito può essere anche un passo verso il recupero della fiducia nella legalità e nelle istituzioni, siano esse la scuola, la sanità o la giustizia”, ha aggiunto.
Invece il ministro Carfagna rivendica il merito di aver avviato una campagna di ascolto che permetterà a chiunque di suggerire un progetto per il Sud e di essere ascoltato. Al sito del ministero sono già arrivate oltre 200 proposte di intervento.
“Con questa campagna – spiega Carfagna – ci siamo posti l’obiettivo di porre il Sud non non solo al centro del dibattito pubblico nel nostro Paese, ma al centro delle azioni operative di questo governo. E’ la strada che vogliamo intraprendere, che abbiamo già iniziato a intraprendere”.
“Questo confronto che non è il solito dibattito nato per parlare del Sud, ma nasce per parlare con il Sud, con i sindaci, con le sindache che sono i più vicini ai territori e ai cittadini. Con i presidenti di Regione che avranno un ruolo cruciale nella gestione dei fondi e dei programmi. Con le imprese che al Sud reggono, nonostante tutto, nonostante un clima spesso ostile. Con i lavoratori, i professionisti, il mondo della scuola, delle università, i giovani, le donne”.
“Tutti devono sentirsi parte di una strategia comune e di un percorso che abbiamo il dovere di tracciare. Avrei voluto un incontro in presenza, non è stato possibile. Lo avrei voluto per rassicurare sul fatto che le parole pronunciate in questi giorni non saranno semplice accademia. C’è già un piccolo staff al lavoro, che ringrazio, pronto a prendere nota delle proposte che saranno avanzate, ma anche dei problemi denunciati”.
“Subito dopo il mio discorso introduttivo, si aprirà un’assemblea plenaria. Istituti indipendenti come Banca d’Italia, Ragioneria generale dello Stato, Istat, ci forniranno attraverso dati aggiornati e approfonditi lo stato di salute del Mezzogiorno. Poi sarà la volta dei Presidenti di Regione, i sindaci”.
“Dopo ci saranno 8 tavoli tematici. Domani i coordinatori dei tavoli ci faranno il resoconto. Ascolteremo testimonianze autorevoli e poi concluderà il ministro Franco”.

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