19 Settembre 2024

Fonte: Corriere della Sera

di Claudio Bozza

Il governo vara il decreto: la nuova mappa della suddivisione degli eletti regione per regione dopo il taglio dei parlamentari. Continuano le trattative sulla legge elettorale


Il governo ha approvato il decreto legislativo che ridisegna i collegi in caso di ritorno alle urne. Con l’ok del referendum alla legge sul taglio ai parlamentari, l’esecutivo di Giuseppe Conte aveva tempo 60 giorni (più 15 di vacatio legis) per rimettere a posto i collegi elettorali dopo la diminuzione di deputati e senatori da 945 a 600, per entrambe le Camere. In questo modo si rende applicabile il Rosatellum. E in sintesi, al momento, si potrebbe andare a votare non appena il decreto sarà convertito in legge. La definizione dei collegi è stata effettuata sulla base della proposta della commissione tecnica, composta da dieci esperti in materia e presieduta dal Presidente dell’Istituto nazionale di statistica (Istat), Gian Carlo Blangiardo.
Ma da tale ridefinizione, in assenza di una nuova legge elettorale, uscirebbero fuori dei collegi con criteri di rappresentanza a Camera e Senato piuttosto anomali rispetto a quanto avvenuto finora nella storia della Repubblica. In particolar modo, sempre a meno che non venisse approvato un proporzionale, applicando il Rosatellum ai nuovi collegi le criticità riguarderebbero in particolar modo quelli uninominali.
Alcuni esempi? In Friuli Venezia-Giulia solo uno dei 4 senatori eleggibili sarebbe scelto con l’uninominale, seggio che avrebbe una rappresentanza media di oltre 1,2 milioni di cittadini. In Lombardia, sempre a Palazzo Madama, su 31 eletti solo 11 sarebbero effettivamente scelti dai cittadini: in questo caso la media di cittadini rappresentati da un seggio uninominale sfiorerebbe i 900mila. Nel Lazio la proporzione rimarrebbe pressoché la stessa: solo 6 senatori su 18 sarebbero eletti con l’uninominale, con una media di circa 917 mila cittadini rappresentanti da ciascuno di questi seggi. Sale un po’ la quota in Campania, dove su 18 seggi, 7 sarebbero uninominali, con una media di rappresentanza di circa 823 mila cittadini.
«Il governo — ha annunciato il ministro per i rapporti col Parlamento, Federico D’Incà — ha integralmente fatto propria la proposta della commissione tecnica, senza esercitare alcuna forma di discrezionalità politica perché è necessario assicurare la massima neutralità nella delineazione territoriale dei collegi». Nessuno, però, nè all’opposizione tantomeno in maggioranza hanno intenzione di affrontare una chiamata alle urne in piena pandemia, senza contare che per i partiti che sostengono il governo Conte 2 il patto di legislatura, con scadenza 2023, prevede di assolvere al compito più delicato: trovare il successore di Sergio Mattarella.
Intanto, davanti allo scenario previsto dalla ridefinizione varata dalla commissione tecnica, molti esponenti (da destra a sinistra) avrebbero già espresso preoccupazione, già marcata dopo il taglio dei parlamentari. Ma se dal Nazareno è stata ribadita la necessità di approvare il Brescellum prima dell’estate, il «decreto collegi» non vedrà il parlamento prima del nuovo anno.

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