20 Settembre 2024

Fonte: La Repubblica

Da Julia Kristeva a Cristina Comencini, da Marcella Diemoz a Dacia Maraini, Annie Ernaux e Margarethe Von Trotta, scrittrici, registe e scienziate di vari Paesi lanciano la sottoscrizione aperta a tutti, uomini e donne, per essere in prima fila nella ricostruzione dei valori comuni. Superate già le mille adesioni

Stop alle divisioni. Basta con gli egoismi nazionali. È l’ora che l’Europa, flagellata dal Covid 19, si mostri unita, solidale e responsabile. In un momento di crisi profonda – sanitaria, economica e politica – dalle donne di ‘Se non ora quando – Libere’ arriva l’invito forte a rifondare l’Ue. Uno sprono sonoro a riposizionare al centro dell’azione comune quei valori, quella forza e quella competenza tipici delle donne. Da qui, il lancio di una sottoscrizione europea aperta a tutti, uomini e donne d’Europa, per chiedere ai governi dell’Unione di far cadere gli steccati e reagire tenendo insieme i bisogni, le necessità. Una raccolta firme alla quale hanno già aderito scrittrici, registe, donne della cultura e della scienza di vari Paesi dell’Unione: Elena Ferrante, Cristina Comencini, Dacia Maraini, Julia Kristeva, Annie Ernaux, Marcella Diemoz, Margarethe Von Trotta tra le altre. Superate le mille firme. È possibile far pervenire la propria adesione all’appello pubblicato di seguito (in tre lingue: italiano, inglese e francese) per poter essere schierati – dicono le promotrici – in prima fila nella ricostruzione di un patrimonio condiviso.

Appello ai governanti d’Europa
Dalle case in cui siamo confinate, dalle case che sono state per millenni i nostri luoghi di vita e di cura, dalle case a cui ancora oggi torniamo, dopo il lavoro, per occuparci della famiglia, da queste case noi scriviamo ai governi e ai governanti d’Europa, non per chiedere, ma per esigere che, dinanzi a questa tragedia che colpisce tutti, cadano gli egoismi nazionali e che l’Europa si mostri unita, solidale, responsabile. Le donne hanno sempre avuto una forza immensa nel reagire e tenere insieme i nuclei familiari, nutrirli e curarli. Lo hanno dimostrato durante l’ultima guerra mondiale, lo stanno facendo anche ora in questa pandemia, insieme agli uomini, impegnate in massa nei lavori attualmente consentiti. Ma al contrario del dopoguerra, questa volta noi ci siamo, siamo nella società in parità e vogliamo che la ricostruzione questa volta avvenga tenendo conto di esigenze e valori che sono incisi nella nostra Storia ed esperienze di donne e che sono stati troppo a lungo trascurati. L’epidemia ha rimesso al centro delle nostre vite i corpi delle persone, la famiglia, le relazioni, la solitudine, la salute, il rapporto tra le generazioni, l’economia e l’umano. Se l’Europa reggerà l’urto di questo assalto sarà anche per quei valori che, spesso definiti come “privati”, sono diventati nel corso dei giorni valori pubblici, hanno contrastato il diffondersi della malattia e l’hanno – speriamo – vinta. L’Europa deve rifondarsi su questi valori, sulla forza e le competenze delle donne. Deve dare vita a un grande piano comune che tenga conto di queste priorità. Nelle case le donne, separate tra loro, sono unite da questa volontà comune.

Appeal to European governors
From the houses to which we are confined, from the houses that have been our places of life and care for thousands of years, from the houses to which we still return today, after work, to look after the family, from these houses we write to the governments and rulers of Europe, not to ask, but to demand that, in the face of this tragedy that affects everyone, national selfishness should cease and Europe show itself united, sympathetic and responsible. Women have always had immense strength in reacting and holding families together, feeding and caring for them. They showed this during the last world war; they are doing so now, in this pandemic, together with men, as well as being engaged en masse in the work currently permitted. But unlike in the post-war period, this time we are here, we are in oursociety as equal and we want the reconstruction this time to take account of needs and values that are engraved in our history and experiences as women, and that have been neglected for too long. The epidemic has put the bodies of people, family, relationships, loneliness, health, the relationship between generations, between the economy and the human being, back at the centre of our lives. If Europe will withstand the impact of this onslaught, it will also be because of those values which, often referred to as “private”, have become public values over the course of the days, have fought the spread of the disease and have – we hope – won it. Europe must build anew on these values,on the strength and skills of womenit must create a great common plan that takes account of these priorities.In their homes, women, separated from each other, are united by this common will.

Appel aux gouvernements européens
Depuis les maisons où nous sommes confinées, depuis ces maisons qui ont été pendant des siècles nos espaces de vie et de soin, ces maisons dans lesquelles nous revenons aujourd’hui après le travail pour nous occuper de nos familles, depuis ces maisons nous écrivons aux gouvernements et aux gouvernants de l’Europe. Nous ne demandons pas, nous exigeons, face à cette tragédie qui nous frappe tous, que tombent les égoïsmes nationaux, que l’Europe se montre unie, solidaire et responsable. Les femmes ont toujours montré une grande force pour réagir et tenir ensemble les familles, les nourrir et les soigner. Elles l’ont montré lors de la dernière guerre mondiale, elles le montrent aujourd’hui avec les hommes pour affronter la pandémie, en effet elles sont engagées en masse dans les activités actuellement autorisées. Contrairement à l’après guerre, cette fois-ci les femmes sont là. Nous sommes à parité, nous voulons que la reconstruction se fasse selon les exigences et les valeurs inscrites dans notre histoire, dans nos expériences trop longtemps négligées. L’épidémie a remis au centre de nos vies les corps des personnes, la famille, les relations, la solitude, la santé, le rapport entre les générations, entre l’économie et l’humain. Si l’Europe réussit à faire face à ce choc, ce sera parce que ces valeurs, qui étaient principalement attribuées à la sphère “privée”, deviennent ces jours-ci des valeurs publiques. Elles combattent la propagation de la maladie, elles sont-on l’espère-en train de gagner. L’Europe doit se refonder sur ces valeurs,sur la force et les compètences des femmeselle doit donner vie à un grand projet commun qui tienne compte des ces priorités. Dans les maisons, les femmes, séparées entre elles, sont unies dans cette volonté commune.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *