22 Novembre 2024

Fonte: La Repubblica

Ripartiti i posti per Camera e Senato. Sommando il dato uninominale, a Montecitorio il centrodestra ha 260 seggi, 135 a Palazzo Madama, i grillini 221 e 112, il centrosinistra 112 e 57. Nessuno ha la maggioranza nei due rami del Parlamento. Tra i “ripescati” ci sono Boldrini, Franceschini, Minniti e Bersani

Al netto della Valle d’Aosta, il conteggio ufficiale dei seggi della Camera assegnati con il metodo proporzionale ha permesso di assegnare 607 seggi sui 630 disponibili (la maggioranza è di 316 voti). Tra i partiti la quota più consistente va ovviamente al Movimento 5 Stelle, primo grazie al 32,7 per cento delle preferenze che valgono 133 deputati. Sommandoli agli 88 conquistati con il meccanismo uninominale, la pattuglia grillina a Montecitorio raggiunge quota 221. A seguire, c’è la squadra del Pd, che in base al 18,7 per cento dei voti raccoglie 86 seggi del proporzionale. Tra i “ripescati” ci sono anche i ministri Minniti e Franceschini e il presidente del partito Matteo Orfini sconfitti nelle sfide dei collegi uninominali. Nella coalizione di centrosinistra anche due seggi per Svp, nessuno invece dalla ripartizione proporzionale per +Europa, Civica popolare e Insieme. Il conteggio totale del centrosinistra, che ha portato a casa anche 24 collegi uninominali, si ferma a quota 112 deputati.
Nel centrodestra il 17,4 per cento della Lega vale 73 posti, alcuni dei quali anche al Sud: uno in Calabria, uno in Basilicata, due ciascuno in Campania, Puglia e Sicilia. Forza italia, con il 14 si aggiudica 59 seggi, mentre 19 vanno a Fdi (4,3 per cento). Sommandoli ai 109 seggi conquistati nell’uninominale, il centrodestra conta 260 deputati.
Gli ultimi 14 seggi finora assegnati col porporzionale finiscono invece a Leu, che non ha vittorie nell’uninominale ma recupera in questo modo tra gli altri Laura Boldrini e Pier Luigi Bersani, battuti nelle sfide secche dei collegi. Tra gli altri eletti nei listini, anche i ministri Orlando e Martina – che non erano stati schierati nell’uninominale – oltre a Lucia Annibali, Fratoianni, Crosetto, Paita, Giorgetti, Pollastrini, Valentini, Gelmini, Fiano, Manlio Di Stefano, Brambilla, Alfredo Bazoli, Guerini, Bitonci, Zan, Fedriga, Rosato, Serracchiani, Pini, Giulia Sarti, Sgarbi, Fassino, Paola De Micheli, Rizzo Nervo, Cantone, Biancofiore, Bergamini, Bonafede, Speranza, Borghi, Baldelli, Morani, Saltamartini, Polverini, Giacomoni, Calabria, Rampelli, Ruocco, Baroni, Daga, Angelucci, Anzaldi, Fassina, Campana, Rotondi, Pezzopane, Sibilia, Del Basso De Caro, Cirielli, Carfagna, Migliore, Paolo Siani, Elio Vito, Francesco Boccia, Enza Bruno Bossio, Santelli, Stumpo, Daniela Cardinale, Prestigiacomo, Epifani, Giulia Grillo.
Non è invece stata eletta alla Camera Nunzia De Girolamo. La deputata azzurra era candidata capolista in Emilia Romagna. L’ex ministro dell’Agricoltura nel governo di Enrico Letta era stata protagonista di non poche polemiche al momento della formazione delle liste. De Girolamo nella lunga notte per la compilazione delle liste era sparita come candidata all’uninominale della sua Benevento ed era stata candidata in extremis in Emilia Romagna.
Piero De Luca, figlio del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, dopo aver perso nell’uninominale nella sua Salerno, trova un seggio alla Camera grazie al listino di Caserta, dove era capolista. Da Caserta arriva al Senato anche il ministro dell’istruzione Valeria Fedeli, mentre resta fuori il presidente del Pd campano Stefano Graziano.
Un altro ministro arriva in Parlamento grazie alla Campania, si tratta di Marco Minniti, battuto nell’uninominale a Pesaro ma eletto grazie al proporzionale di Salerno, nella terra di Vincenzo De Luca, con cui ha un rapporto di amicizia. Il proporzionale promuove altri big del Pd tra cui il sottosegretario alla Giustizia Gennaro Migliore, l’europarlamentare Gianni Pittella, battuto nella sua Basilicata. Nel centrodestra i calcoli dei seggi nel proporzionale promuovono l’ex ministro Mara Carfagna.
Liberi e Uguali riesce a promuovere dalla Campania Michela Rostan e Federico Conte: resta fuori Arturo Scotto, ex capogruppo di Sinistra Italiana.
Per il Senato, invece, il Viminale non ha ancora chiuso i lavori, mancano i risultati di una manciata di sezioni, ma intanto tutti i seggi sono stati assegnati.
Partiamo dal dato generale: a Palazzo Madama, dove l’assemblea è composta da 321 membri (315 gli eletti e sei senatori a vita), il numero “magico” per conquistare la maggioranza è di 161. Con le elezioni del 4 marzo, sommando il dato dell’uninominale e del proporzionale, il centrodestra ha conquistato 135 seggi, il M5s 112 e il centrosinistra 57. Nel dettaglio (guardando per la ripartizione dei seggi al solo proporzionale): il Movimento 5 Stelle anche al Senato si conferma primo partito e con il 32,2 per cento si è aggiudicato 68 seggi, segue il Pd con il 19,1 per cento e 43 seggi, la Lega con il 17,6 per cento e 37 seggi, Forza Italia 14,4 per cento e 33 seggi, Fratelli d’Italia 4,3 per cento e 7 seggi, Liberi e uguali 3,3 per cento e 4 seggi. Infine zero seggi per +Europa, 2,4 per cento, Noi con l’Italia, 1,2 per cento e Potere al popolo!, 1 per cento. Nessuno ha raggiunto la maggioranza nei due rami del Parlamento.
Non ce l’ha fatta ad essere eletto al Senato il presidente della Lazio Claudio Lotito che si era presentato con Forza Italia nella lista del plurinominale al collegio Campania1.

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