Fonte: Corriere della Sera
di Stefano Montefiotre
In questo momento, stando ai sondaggi, la distanza che separa Macron, Le Pen, Mélenchon e Fillon è pari al margine d’errore. Quindi la partita è ancora tutta aperta. Ecco gli scenari
Il rush finale
Domenica prossima si svolge il primo turno delle elezioni presidenziali francesi in una situazione inedita: secondo i sondaggi quattro candidati sono vicini e le loro differenze equivalgono al margine d’errore. Quindi in questo momento Emmanuel Macron (leggermente in testa), Marine Le Pen, Jean-Luc Mélenchon e François Fillon hanno tutti più o meno le stesse chance di passare al secondo turno, in combinazioni diverse. Gli indecisi sono molto superiori alle elezioni passate, oltre il 30 per cento, così come quelli che dicono di avere un’idea sul chi votare ma aggiungono che potrebbero cambiarla (in maggioranza sono i pro-Macron, mentre chi dice di votare Marine Le Pen è convinto che manterrà questa scelta fino alla fine).
I grandi comizi
Oggi a Parigi, a poche ore di distanza l’uno dall’altro, si terranno il comizio di Macron e quello di Marine Le Pen. Ma molto si deciderà in provincia, che come è noto è una realtà tutta diversa rispetto alla capitale. C’è molta attesa per il comizio di domani di Mélenchon a Digione, dove il leader della sinistra radicale accusato di essere vetero-comunista – ma l’unico con una dinamica molto positiva negli ultimi giorni – userà ancora l’espediente futuristico dell’ologramma e ritrasmetterà in diretta la sua immagine tridimensionale in altre città. L’altro grande meeting sarà quello di Marine Le Pen mercoledì a Marsiglia, città multi-etnica ma anche tormentata dalla criminalità.
Le strategie
In linea di massima, c’è da aspettarsi che i quattro candidati radicalizzino lo loro proposta e la loro immagine di qui a domenica (mentre i due qualificati al ballottaggio due settimane dopo cercheranno di mostrarsi più cauti e «presidenziali»). Macron si sta proponendo come il candidato «del lavoro», visitando molte fabbriche, e attacca molto Fillon, in particolare sulla sua vicinanza con i cattolici più tradizionalisti e retrogradi, mentre lui si rivolge a quelli più aperti e sociali. Marine Le Pen, che negli ultimi giorni sembra un po’ bloccata, tornerà ai fondamentali insistendo su immigrazione e Islam. Mélenchon fa dimenticare le simpatie gauchiste per Castro e Chávez con la botta di modernità degli ologrammi, mentre Fillon si sta mostrando vicino ai cattolici anti-nozze gay di Sens Commun, ai quali promette ministeri.
Voto utile o voto di adesione
La presenza di quattro candidati allo stesso livello scatena i ragionamenti sul voto utile. Esempio tipico: «Voto Macron per frenare Marine Le Pen». Gli elettori di Marine Le Pen invece sembrano più convinti della proposta politica, votano contro il sistema è vero ma anche e soprattutto per il sistema di valori da lei proposto: patria, sovranità, uscita dall’Europa. Insomma, un voto più di adesione che di protesta.