24 Novembre 2024

Fonte: La Repubblica

I due grandi partiti tadizionali, usciti ridimensionati dal voto, non hanno più il controllo dell’aula: possibile una grande coalizione con liberali e verdi. La destra radicale fa bene in Italia, Francia e Regno Unito, ma gli euroscettici restano minoranza. Macron incontra Merkel e Sanchez

Nel prossimo Parlamento europeo, le due grandi famiglie politiche tradizionali – Popolari e Socialisti – non avranno più insieme la maggioranza, ma il blocco europeista, con i Liberali dell’Alde e En Marche supera la soglia del 50% e con i Verdi potrebbe arrivare a quasi 500 deputati.
I partiti di destra radicale hanno ottenuto buoni risultati sia in Francia che in Italia, così pure i sovranisti inglesi di Farage, ma il fronte euroscettico resta minoranza a Strasburgo. Il voto di domenica, che ha registrato l’affluenza più alta alle elezioni europee degli ultimi 20 anni, consegna dunque ai prossimi 5 anni un Parlamento frammentato.
L’ultima proiezione del Parlamento europeo assegna ai Popolari 180 seggi, e ai socialisti 146: perdono circa una quarantina di seggi a testa. Guadagnano invece i liberali, che passano da 62 a 109.  Molto bene i Verdi, che conquistano 69 deputati, in crescita di 20 seggi grazie al buon risultato di Germania, Belgio, Francia e Irlanda.
In chiaroscuro invece la performance dei ‘sovranisti’. La destra cresce in Francia, con Marine Le Pen che sfiora il 25% e in Italia, con la Lega primo partito. La destra tiene in Polonia e registra un vero e proprio boom nell’Ungheria di Viktor Orban, dove supera il 50%. Ma non sfonda in nessuno degli altri Paesi Ue: perde in Austria dove l’Fpo sconta l’Ibiza-gatè, cala in Danimarca, dove il Partito del popolo alleato di Salvini dimezza i consensi e passa all’11,8 per cento contro il 26,6 per cento del 2014, scompare in Olanda, dove l’altro alleato di Salvini Geert Wilders non supera lo sbarramento e non ottiene nemmeno un seggio.
Nel complesso la somma dei gruppi ‘euroscettici’, dai Conservatori dell’Ecr all’Enf della Lega – che ottiene 58 seggi – fino all’Efdd dove siede il M5S, si ferma a circa 170 seggi, una soglia molto lontana dalla maggioranza di 367 deputati che serve per governare il Parlamento europeo.
Dopo aver contato l’ultima scheda si comincerà a guardare al futuro. L’ipotesi più probabile è che Popolari e socialisti lavorino a una maggioranza più larga che includa liberali e Verdi. Margrethe Vestager, candidata di punta dell’Alde, ha già fatto capire di essere pronta. “Ho lavorato per 5 anni per rompere i monopoli. È quello che è accaduto questa sera. Il monopolio è stato rotto. Possiamo fare le cose in modo diverso, con un’alleanza più larga”.
l Ppe resta prima forza, ma incassa la sconfitta. Il suo candidato alla guida della commissione, Manfred Weber ha già di fatto annunciato un passo di lato ammettendo la necessità di dover allargare il campo. Anche i Verdi hanno fatto capire di essere pronti, ma “non firmando cambiali in bianco”.  Sembra esclusa, almeno per ora, una possibile alleanza tra Popolari e sovranisti: oltre alle condizioni politiche infatti, mancano i numeri. Ppe e tutti i gruppi euroscettici insieme non arriverebbero alla maggioranza.
In vista del vertice europeo di domani sera, dove capi di stato e di governo cominceranno a discutere di chi andrà a ricoprire in futuro gli incarichi chiave nell’Ue, il presidente francese Emmanuel Macron incontrerà altri leader europei. Stasera sarà la volta del premier spagnolo Pedro Sanchez, che verrà ricevuto per una cena di lavoro. Domani a Bruxelles toccherà alla cancelliera Angela Merkel e ai primi ministri del gruppo di Visegrad (Slovacchia, Repubblica ceca, Polonia, Ungheria).

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