19 Settembre 2024

Fonte: La Stampa

Mariano Rajoy spagna

Resistono i partiti tradizionali. Il premier Rajoy al 33% ma lontano dalla maggioranza assoluta. Niente sorpasso di Iglesias a sinistra. Dopo sei mesi il governo resta un’incognita

 

Mariano Rajoy l’inaffondabile sopravvive ad un’altra elezione e anzi è il vincitore relativo delle politiche spagnole, che hanno visto tramontare il “sogno” di Podemos di diventare il primo partito della sinistra superando i socialisti e candidarsi alla guida del governo.

NIENTE SORPASSO DI PODEMOS
Fra colpi di scena, dopo la pubblicazione di un disastroso exit-poll che dava il partito post-indignado davanti al Psoe e il suo leader Pablo Iglesias in buona posizione per candidarsi a premier di un governo di sinistra, i risultati reali mano a mano hanno rovesciato il quadro politico.

L’EFFETTO BREXIT
Il Pp di Rajoy si rafforza rispetto a dicembre: cresce di 14 deputati, a quota 137 su 350, con il 33% dei voti. In favore del partito del premier ha giocato un effetto Brexit, come sperava il premier uscente, spingendo una parte degli elettori a votare la “sicurezza” contro l’avventura di Podemos. Così i popolari vampirizzano anche il partito moderato emergente Ciudadanos, che scende da 40 a 32 seggi e al 13%. I socialisti, in leggera flessione a 85 deputati contro i 90 del Congresso uscente – con il 22,7% – si salvano però dal disastro annunciato dai sondaggi, che unanimi prevedevano il sorpasso di Podemos. Resta comunque il peggior risultato nella storia socialista.

IGLESIAS DELUDE
Il partito “viola” registra una forte delusione, dopo che le inchieste demoscopiche per settimane gli hanno fatto «toccare il cielo», dando a un’ipotetica coalizione Podemos-Psoe guidata da Iglesias quasi la maggioranza assoluta. Il partito, alleato con Izquierda Unida, si ferma a 71 seggi, lo stesso risultato di dicembre.

IL GOVERNO RESTA UN REBUS
Questi risultati del “secondo turno”, provocato dalla paralisi del parlamento dopo le politiche di dicembre, senza maggioranze chiare e fra veti incrociati dei partiti, rischiano però di non risolvere il problema della governabilità del paese. Rajoy ha continuato a proporre durante la campagna elettorale quanto ha sostenuto negli ultimi sei mesi, cioè una Gran Coalicion con socialisti e Ciudadanos che garantisca per quattro anni la stabilità del paese in un quadro “europeo”. Il leader socialista Pedro Sanchez però finora ha risposto “no”. Da soli, popolari e Ciudadanos non arrivano alla maggioranza assoluta di 176 seggi del Congresso.

GLI SCENARI FUTURI
Il premier uscente si presenta però ora alle trattative con gli altri partiti con una maggiore autorevolezza: quella del solo leader che ha vinto, e non poco, in queste politiche. «Rivendichiamo il diritto di governare, perchè abbiamo vinto», le prime parole di Mariano Rajoy davanti a una folla di sostenitori festanti davanti alla sede del partito in calle Genova. «Inizieremo a parlare con tutti» in vista della formazione di un futuro governo.

LE CHANCE DELLA SINISTRA
Il deludente risultato della sinistra rende più difficile il possibile tentativo di una maggioranza progressista Psoe-Podemos, che potrebbe però cercare di allargarsi ai nazionalisti baschi del Pnv (5 seggi) o ricercare l’astensione degli indipendentisti catalani di Cdc e Erc (17 deputati). Il quadro rimane complesso e assai frastagliato. I quattro leader in campagna hanno detto di essere determinati ad evitare un nuovo ritorno alle urne. Le trattative però si annunciano difficili. E un terzo scrutinio, fra tre o quattro mesi, non appare impossibile.

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