18 Ottobre 2024

Alle urne meno del 30% degli aventi diritto in un’elezione in cui molti sfidanti sono stati esclusi da voto

Se gli exit poll diffusi alla chiusura dei seggi saranno confermati, il presidente tunisino uscente, Kais Saied, otterrà una riconferma, tanto ambita quanto scontata, alla massima carica dello Stato con una percentuale schiacciante di consensi di oltre l’89%. Ma per il leader che ha rimesso in carreggiata il paese nord africano dopo la rivoluzione araba del 2011 e una stagione d’instabilità politica scandita dalla minaccia terroristica, si profila nonostante tutto un trionfo dal sapore decisamente amaro.
L’affluenza alle urne, uno degli indicatori chiave di consenso e di legittimazione del potere, lo ha punito severamente: meno del 30% degli aventi diritto si è recato alle urne. Solo il 27,7% dell’elettorato ha scelto di partecipare a quest’elezione presidenziale,
Il presidente dell’Isie, l’ente elettorale, Farouk Bouasker, ha derubricato il problema dell’astensionismo (nel 2019 l’affluenza aveva sfiorato un ragguardevole 45%) giudicando la partecipazione al voto di domenica “rispettabile”. Ma agli osservatori e ai media del Paese non è sfuggito che questo è stato il tasso di partecipazione elettorale più basso registrato da quando la Tunisia ha avviato, piena di speranze, la sua primavera araba sulla scia di un movimento popolare favorevole all’introduzione di diritti e democrazia nel Paese.
Erano solo due gli sfidanti “sopravvissuti” alla selezione dei candidati imposta dall’Isie: l’imprenditore ed ex deputato del partito liberale Azimoun, Ayachi Zammel, tuttora in carcere per aver presumibilmente falsificato le firme raccolte per candidarsi, avrebbe raccolto il 6,9% dei voti, mentre il segretario del Movimento del Popolo, Zouhair Maghzaoui, avrebbe chiuso raccogliendo solo il 3,9% dei consensi.

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