19 Settembre 2024

Fonte: La Repubblica

di Alberto Custodero

La coalizione di destra conquista 65 seggi su 120. Il successo di Gantz non basta per formare il governo. Il primo ministro: “Vittoria immensa. Il popolo di Israele mi ha confermato la fiducia per la quinta volta”. Resta il rebus delle alleanze

Benjamìn Netanyahu è avviato verso la conquista del suo quinto mandato: con il 97% dei voti scrutinati, il Likud del premier e Blu e Bianco del generale Benny Gantz conquistano entrambi 35 dei 120 seggi della Knesset, ma nel nuovo Parlamento israeliano la coalizione di destra che fa capo al primo ministro uscente ne avrà 65. Le elezioni Risultato disastroso per la sinistra: i laburisti ottengono appena sei seggi, record negativo nella loro lunga storia; Meretz si ferma a quattro mentre le due liste arabe scendono da 13 a dieci.
I votanti sono stati 4.016.310, pari a circa il 67% degli aventi diritto, quattro punti percentuali in meno rispetto alle elezioni del 2015. Netanyahu, 69 anni, nonostante le accuse di corruzione, diventerà nel corso dell’anno il primo ministro israeliano più longevo, superando Ben Gurion.
“Sono molto emozionato. Questa è la notte di una vittoria immensa. Sia ringraziato il Cielo che siamo giunti a tanto”: con queste parole il premier Netanyahu ha esordito nel proprio intervento fra i sostenitori del Likud riuniti a Tel Aviv. “La nostra è stata una vittoria che non si poteva nemmeno immaginare”, ha aggiunto il premier che era accompagnato dalla moglie Sarah. “Il popolo di Israele mi ha confermato la fiducia per la quinta volta”.
Visibilmente soddisfatto, accanto alla moglie anche lei raggiante, il premier ha dichiarato la sua vittoria nelle elezioni politiche israeliane e annunciato l’inizio dei negoziati per la formazione del nuovo governo.
I primi exit poll alla chiusura dei seggi non avevano consegnato un risultato chiaro: entrambi i principali sfidanti, sia Gantz che Netanyahu, in un primo tempo avevano rivendicato la vittoria. Ma tutti avevano mantenuto grande cautela, anche perché alle elezioni del 2015 gli exit poll erano stati smentiti dai risultati finali.
Dal voto alla formazione del governo possono passare settimane, se non mesi. Intanto i giochi politici vanno avanti: Netanyahu come promesso ha già parlato con i leader dei partiti degli ultra-ortodossi, United Torah Judaism e Shas, ed entrambi hanno promesso di raccomandarlo al presidente Reuven Rivlin per avere l’incarico di formare il governo. Nulla di fatto invece con il leader del partito centrista Kulanu, Moshe Kahlon, che ha fatto sapere di avergli negato l’endorsement mentre Avigdor Lieberman, alla guida di Yisrael Beiteinu, ha preso tempo, sostenendo di voler attendere la fine dello spoglio per pronunciare.
Questo mentre i palestinesi hanno sottolineato che con questo voto gli israeliani hanno scelto di “preservare lo status quo: hanno detto no alla pace e sì all’occupazione”.

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