Terremoto politico: agli autonomisti non basta un patto con i nazionalisti
In Alto Adige le elezioni provinciali non innescano una catastrofe, ma un violento terremoto politico sì. Confermati nei seggi i sondaggi più pessimistici rispetto all’invocata stabilità sudtirolese. Ridotta ai minimi storici la Svp , crollo della Lega, bocciatura dell’intero governo provinciale uscente e formazione di una nuova maggioranza difficile. Exploit per le destre di lingua tedesca e per liste anti-immigrati e no-vax, sorpasso di FdI sul Carroccio, doppiato: per la prima dal dopoguerra gli eredi del Msi diventano il primo partito di lingua italiana in Sudtirolo.
All’affermazione delle destre di entrambi i gruppi linguistici corrisponde un buon risultati anche per le liste interetniche del Team K e dei Verdi: assieme si candidano, con un Pd che tiene e conferma un seggio, ad essere un’alternativa progressista al “compromesso storico” obbligato che indica un patto Svp con la destra tedesca dei Freiheitlichen e con il fuoriuscito conservatore Svp, Thomas Widmann, nemico dichiarato del presidente Arno Kompatscher. Batosta personale anche per il governatore, re delle preferenze ma in calo di quasi il 10%: dimezzati i voti del segretario Volkspartei, Achammer, prossimo al capolinea. Quasi azzerati e fuori dal consiglio M5S e FI: orfani di Berlusconi, i forzisti alle prossime Europee minacciano di non poter più garantire il seggio filo-Ue di Bruxelles al parlamentare Svp. Exploit invece per l’ex capo degli Schuetzen, Juergen Wirth Anderlan, che grazie ai suoi slogan xenofobi sfiora il 6%. In Sudtirolo, con una Volkspartei al 34,5% e 13 consiglieri su 35, la nuova giunta parte così decisamente in salita. I tre consiglieri italiani di Fdi e Lega non bastano a raggiungere la maggioranza. La prima scelta, fortemente sposta a destra, porta ad allargare la coalizione ai pantirolesi conservatori dei Freiheitlichen.
Una simile maggioranza risicata, di un solo seggio, indurrebbe a coinvolgere anche l’ex assessore Widmann, responsabile però della frattura interna Svp. La seconda opzione vede una Svp sbilanciata a destra virare invece su posizioni progressiste, coinvolgendo gli interetnici di Verdi e il Team K di Paul Koellensperger, comunque in calo rispetto al 2018. Per la prima volta in ottant’anni in provincia di Bolzano dalle urne non esce dunque una maggioranza chiara e robusta, l’indicazione di un governo stabile. La bocciatura della giunta uscente Svp-Lega, con il crollo di Salvini e il successo del partito del premier Giorgia Meloni, promette di complicare il varo del nuovo governo provinciale.
In Trentino lo scrutinio dei voti è invece in corso. Secondo i sondaggi il presidente uscente del centrodestra, il leghista Maurizio Fugatti, dovrebbe ottenere il via libera per il bis. Allo sfidante del centrosinistra unito, Francesco Valduga, difficilmente sarebbe riuscita la rimonta nonostante la crescita delle ultime settimane e il forte sostegno della segretaria Pd, Elly Schlein. Anche in provincia di Trento si profila così una sfida interna alla destra. Alle ultime politiche, per la prima volta, FdI è diventato il primo partito, mentre la Lega è crollata dal 27,1% del 2018 al 7,8%. Se la tendenza sarà confermata, il potere di Fugatti risulterà ridimensionato e la meloniana Francesca Gerosa otterrà una pesante vicepresidenza. Tre le sorprese date per decisive, in un Trentino sempre più “padanizzato” e spostato a destra, il consenso raccolto dal leader storico del Carroccio locale, Sergio Divina: l’ex senatore salviniano ha rotto con la Lega e si è presentato con una lista propria. Se il centrodestra che sostiene Fugatti, orfano anche di parte degli autonomisti, non supererà la soglia del 40%, facendo scattare il premio di maggioranza, il fuoriuscito potrebbe tornare in gioco per una poltrona di peso.
Fino alle 15 di oggi si vota invece in Lombardia per le suppletive del Senato nel collegio Monza-Brianza, vacante dopo la morte di Silvio Berlusconi. Nessuno dei tre candidati con maggiori possibilità di successo, il radicale paladino dei diritti civili Marco Cappato per centrosinistra e M5S, l’ad del Monza Calcio amico e fraterno del Cavaliere Adriano Galliani, il sindaco di Taormana Cateno De Luca, può votare in quanto non residenti nel Comune. Al seggio numero 4 di Arcore si è presentata invece la deputata azzurra Marta Fascina, ex compagna di Berlusconi, residente a villa San Martino, storica dimora del fondatore di Fi che sorge a poche centinaia di metri dalla sezione elettorale. Sempre oggi si conoscerà il nome del nuovo sindaco di Foggia, o di chi tra i candidati si sfiderà al ballottaggio. Cinque in corsa nel capoluogo pugliese,
alle urne assieme ad altri sette centri dopo quasi due anni di commissariamento per infiltrazioni mafiose: il centrosinistra unito a Foggia sostiene Maria Aida Episcopo, il centrodestra Raffaele Di Mauro.