Elisabetta Belloni ha deciso di lasciare la guida del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza in anticipo rispetto alla scadenza del suo mandato. La decisione è stata comunicata alla premier Giorgia Meloni durante una riunione riservata. Si è parlato di un possibile incarico al fianco della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, ma per ora sembra escluso
Elisabetta Belloni lascia la guida dell’Intelligence. La decisione di un passo indietro al Dis, dopo quasi cinque anni, da concretizzarsi formalmente entro una decina di giorni, sarebbe stata anticipata ad alcuni amici durante il mese di dicembre. E poi spiegata di persona alla premier Giorgia Meloni in una riunione riservata alla presenza anche del sottosegretario Alfredo Mantovano, l’autorità delegata per la sicurezza della Repubblica. Romana, classe ’58, l’ambasciatrice è – della struttura – direttore generale dal 12 maggio del 2021, su nomina di Mario Draghi. Per l’addio fonti qualificate indicano la data del 15 gennaio.
Le voci su possibili incarichi (smentite)
Quella di Belloni non sarebbe una decisione improvvisa, ma in anticipo di alcuni mesi rispetto alla naturale scadenza del suo mandato, prevista per maggio al Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, l’organismo che coordina l’attività del comparto. Nel futuro di Belloni si è parlato di un incarico tecnico di primo piano al fianco della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, possibilità tuttavia che (per ora) sembra esclusa. Il rapporto tra Meloni e l’ambasciatrice si è a lungo caratterizzato per essere stato molto stretto, di stima reciproca e di collaborazione. Assai meno fluido sembrava quello con Mantovano, soprattutto nell’ultima fase.
Prima donna segretario generale della Farnesina
Studentessa al liceo Massimo di Roma, lo stesso dove ha studiato Draghi, laureata in scienze politiche alla Luiss nel 1982, è entrata in carriera diplomatica nel 1985, ricoprendo incarichi, tra gli altri, a Vienna e Bratislava. Nel 2004, prima donna a ricoprire questo ruolo, viene nominata capo dell’Unità di crisi della Farnesina, gestendo, tra le varie emergenze, i rapimenti di italiani in Iraq e in Afghanistan e lo tsumani nel sudest asiatico. Dal 2008 al 2012 è direttore generale per la Cooperazione allo sviluppo e poi dal 2013 al 2015 assume le funzioni di direttore generale per le Risorse e l’innovazione. Promossa ambasciatore di grado nel 2014, nel 2015 è stata capo di gabinetto dell’allora ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Dal 5 maggio 2016 è stata la prima donna segretario generale della Farnesina.
Più volte candidata “eccellente”
Il suo nome è stato proposto molte volte nel corso degli anni per incarichi di alto livello, come la presidenza della Repubblica nel gennaio 2022. L’elezione sfumò quando sembrava cosa fatta. Dopo le Politiche del 25 settembre 2022 il suo nome è stato fatto come possibile ministro degli Affari esteri del nuovo governo. Si era parlato di lei anche come alternativa a Raffaele Fitto per ricoprire l’incarico di commissario europeo nella nuova squadra. Nel marzo scorso Meloni l’ha nominata sherpa per il G7 a presidenza italiana, ruolo che ha ricoperto – insieme alla direzione del Dis – fino alla fine dell’anno tornando così alla sua prima passione, le relazioni diplomatiche.